Games of Ages: epidemia e pandemia

pandemia
Informazioni sul gioco

Da ormai ben più di un anno sappiamo dell’esistenza del coronavirus e della sua potenziale letalità per chi lo contrae, così come ormai da mesi l’emergenza epidemica, dapprima circoscritta a determinati paesi, è divenuta una vera e propria pandemia, in grado di mettere in ginocchio la vita, la salute e l’economia di gran parte del globo.
Con la promessa e l’arrivo di un vaccino che si spera possa dare sollievo all’umanità, abbiamo deciso di tornare con la nostra rubrica Games of Ages, dedicata a titoli videoludici di particolare rilievo o interesse nella storia del medium.

Così, dopo un primo appuntamento incentrato sui videogiochi cyberpunk e un secondo episodio a tema presidenti degli Stati Uniti, in questo nuovo capitolo l’argomento sarà appunto quello delle epidemie e delle pandemie, con uno sguardo sulle nostre più grandi paure e su dettagli che in parte abbiamo già visto parlando di quarantene videoludiche. Ovviamente, come sempre in questi casi, nella finzione fantascientifica spesso virus e malattie sono sostituiti da mutazioni, mostruosità e altri elementi estremamente horror.
Ma vediamo più nel dettaglio alcuni titoli che, in maniera più o meno seria e realistica, hanno affrontato l’argomento della pandemia.

Epidemic! (1982)

Con il primo gioco del nostro racconto storico, torniamo letteralmente agli albori del gaming casalingo. E nonostante fossero gli inizi di quest’industria, già si trovavano titoli come questo Epidemic! sviluppato da Strategic Simulations.

Il titolo, diretto al pubblico di Apple II e Atari, era appunto uno strategico, nel quale i giocatori si trovavano a dover controllare l’intera Terra, suddivisa in 14 regioni. Nel gioco la terra è minacciata da alcuni asteroidi, dunque il primo obiettivo è evitare che questi precipitino sulla terraferma. Nell’ovvia eventualità di non riuscirvi, scopriamo che questi trasportano un virus extraterrestre che inizia rapidamente a diffondersi in tutto il globo.
Le armi a nostra disposizione vanno dalla cura dei malati fino all’imposizione di una quarantena per le regioni ormai infette, per terminare con l’arma definitiva, il bombardamento nucleare, per le zone oramai irrecuperabili.

Zarch (1987)

Zarch di Acornsoft è stato un gioco uscito per i computer Acorn Archimedes, ed è noto anche come Virus nelle versioni per altri dispositivi casalinghi.
Lo stile del gioco ricorda un po’, nel gameplay, quello di Defender, però con una grafica tridimensionale e molta attenzione alle ombre, elementi che ne fecero un videogame parecchio apprezzato per l’epoca.

Il nostro scopo è guidare un velivolo su di un determinato territorio che dobbiamo difendere da un attacco di navi aliene, che attaccano la Terra a ondate. Il tema del nostro articolo salta fuori nel modo in cui queste astronavi portano il loro assalto.
Infatti i conquistatori spaziali rilasciano dai loro vascelli un virus che si diffonde sul suolo sottostante, e noi dobbiamo appunto far fronte a questi assalti distruggendo le astronavi prima che il morbo devasti l’intera regione, che vediamo cambiare di colore dal verde al rosso (così come a modificarsi sono anche gli alberi del paesaggio).

Dr. Mario (1990-2019)

Anche Nintendo, seppure alla sua maniera, si è avvicinata alla medicina e allo sconfiggere virus et similia. Lo ha fatto con la serie di videogiochi di Dr. Mario, il primo dei quali è arrivato nel 1990 su NES e Game Boy.
Da lì, dopo il primo titolo che ricordava molto Tetris (il giocatore-Dr. Mario deve impilare molteplici pastiglie di vitamine composte di combinazioni di tre colori, così da distruggere altrettanti virus dei medesimi colori), Nintendo ha rilasciato svariati altri puzzle game connessi in qualche modo al capostipite: il primo è appunto Tetris & Dr. Mario del 1994, seguito nel 2001 da Dr. Mario 64 su Nintendo 64, dopodiché nel 2008 è la volta di Dr. Mario Express e Dr. Mario Online Rx. Troviamo poi Dr. Luigi al termine del 2013, Dr. Mario: Miracle Cure nel 2015 e infine Dr. Mario World nel 2015, pubblicato quest’ultimo su Android e iOS.

Bio-Hazard Battle (1992)

Bio-Hazard Battle è uno shoot’em up a scorrimento pubblicato e sviluppato da Sega che ci mostra una pandemia su di un pianeta alieno, Avaron.
Dopo la Prima Bioguerra Globale è stato diffuso sul pianeta un pericolosissimo virus, che ha riempito Avaron di nuove e letali forme di vita.
Intanto, mentre Avaron vede la sua caduta, attorno al pianeta si muove la O.P. Odysseus, una stazione spaziale su cui si trovano in animazione sospesa gli unici sopravvissuti. Questi, assieme a quattro Biowarriors (controllati dagli utenti), restano ibernati per secoli.
Dopodiché, al loro risveglio, i Biowarriors vengono inviati su Avaron per eliminare le minacce e trovare una casa ai sopravvissuti.

Resident Evil (1996-2021)

pandemiaFare una storia dell’intera saga a tema zombie di Resident Evil porterebbe via un intero articolo, contando che la serie iniziata da Capcom nel 1996 a oggi consta di oltre venti opere videoludiche, fra serie principale e spinoff di vario genere.

Limitandoci ai capitoli numerati di Resident Evil, questi sono al momento 8, a partire appunto dal 1996 fino a questo 2021, con l’ultimo episodio in uscita. Nel corso della serie i giocatori hanno l’opportunità di cimentarsi con una saga dalle tinte fortemente horror, spesso con pochi mezzi di sopravvivenza, in contesti ludici anche differenti fra di loro (per esempio dalla telecamera fissa degli esordi alla prima persona vista più avanti nella serie).

Nel primo episodio seguiamo la squadra Alpha della S.T.A.R.S. impegnata nelle ricerche del team Bravo in una magione abbandonata, apparentemente infestata da esseri non morti, umani e non soltanto. In realtà è tutta una copertura delle macchinazioni della Umbrella Corporation, azienda che sta compiendo esperimenti su di un virus geneticamente modificato, il Virus T.

Nel secondo capitolo (1998) le vicende si trasferiscono invece a Raccoon City, sotto le cui fondamenta la Umbrella Corporation sta continuando i suoi pericolosi studi. È con la fuga di alcuni ratti infetti (a seguito di un tentato furto di dati) che la malattia torna a trasmettersi all’uomo, tramutando la quasi totalità degli abitanti della città in non morti.

Già con questi primi due capitoli abbiamo fatto la conoscenza di molti personaggi caratteristici della serie, come Chris e Claire Redfield, Leon Scott Kennedy e Jill Valentine. Proprio Jill è protagonista di Resident Evil 3: Nemesis (1999), gioco che la vede in fuga da Raccoon City inseguita dal mostruoso Nemesis, nello stesso periodo di Resident Evil 2.

Proseguendo, durante gli avvenimenti di Resident Evil 4 (2005), Leon raggiunge una regione della Spagna in cui un gruppo terroristico tiene prigioniera la figlia del presidente statunitense. Qui lui scopre che i terroristi sono in realtà una setta religiosa intenzionata a utilizzare un antico parassita noto come Las Plagas per trasformare gli ospiti in esseri violenti e inarrestabili.

Resident Evil 5 (2009) invece sposta l’azione invece in Africa, dove Chris si sta occupando dell’eliminazione di alcune minacce batteriologiche. È qui che s’imbatte nell’Uroboros, nuovo virus con proprietà simili a quelli già visti nella serie.

La trama del sesto episodio (2016) vede invece Scott e Jill occuparsi della minaccia globale della Neo-Umbrella e del suo nuovo Virus C, in grado di trasformare i malcapitati in “normali” zombie o in creature ancora peggiori di quelle viste finora. La minaccia è qui globale, da Tall Oaks alla Repubblica di Edonia, fino alla Cina.

Infine in Resident Evil 7: Biohazard (2017) interpretiamo Ethan Winters, alla ricerca della moglie scomparsa, all’interno di casa Baker. Qui dovrà vedersela con gli infetti della Necrotossina E, resi mostruosi allo stesso modo dei nemici dei precedenti capitoli.

Ora non resta che attendere l’ottavo capitolo, Resident Evil Village, in uscita su old-gen e next-gen a maggio 2021. Le vicende si svolgeranno qualche anno dopo l’episodio precedente e avranno come location un inquietante e mostruoso villaggio.

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Syphon Filter (1999-2007)

La serie di Syphon Filter nasce alla fine del XX secolo dalle mani di Bend Studio (che ritroveremo per Days Gone) quando ancora si chiamava Eidetic. Come in altri casi videoludici, troviamo ad attenderci una vera e propria epidemia e potenziale pandemia, per quanto declinata su tematiche quali terrorismo e armi batteriologiche.

Infatti, fin dal primo gioco (e quasi nella totalità della serie) interpretiamo Gabriel Logan, agente speciale che sta indagando sulle voci sul misterioso virus Syphon Filter, voci che si fanno sempre più concrete con lo scoppio di un’epidemia sull’Himalaya. Da lì partono indagini e cacce all’uomo in tutto il mondo, come nel caso di alcuni ordigni del nuovo e pericolosissimo virus piazzati addirittura a Central Park.
Logan tenta con ogni sforzo di portare a termine la missione ed eliminare ogni traccia del virus e ogni agente terroristico in grado di usarlo, vista anche la pericolosità del Syphon Filter (molto malleabile e in grado di colpire specifici gruppi di persone), riuscendo nell’intento.

Questa era solo la prima missione. Infatti, fra capitoli canonici, spinoff e giochi multiplayer, la saga si compone anche di Syphon Filter 2 (2000), Syphon Filter 3 (2001), SF: Omega Strain (2004), SF: Dark Mirror (2006) e SF: Logan’s Shadow (2007), tutti in esclusiva Sony.

Left 4 Dead (2008-2009)

Left 4 Dead e Left 4 Dead 2 sono due FPS sviluppati e pubblicati da Valve Corporation, all’interno dei quali il virus diviene nuovamente un’epidemia zombie.

I giocatori (che affrontino la campagna single-player o preferiscano il multiplayer cooperativo) sono chiamati a interpretare uno fra quattro sopravvissuti, i quali possono contare su di un vasto arsenale di armi per far fronte a vaste orde di non morti. I non morti dei Left 4 Dead sono rapidi e violenti in maniera inaudita, ricorrendo non solo a morsi e unghiate per assalire i giocatori; inoltre, come spesso accade in questo tipo di giochi, ve ne sono di varie tipologie, ciascuna con le sue caratteristiche fisiche e i suoi poteri specifici. Come intuibile, per gli infetti non c’è altra cura che il porre fine alle loro sofferenze con pistole, fucili e granate.

Nel corso dei due videogame, il viaggio intrapreso dai giocatori li porta in varie zone degli Stati Uniti (Pennsylvania, Georgia, New Orleans) con molteplici setting urbani ed extraurbani. Da non dimenticare anche la presenza di una componente multiplayer competitiva, in cui un team di giocatori interpreta gli infetti.

Ninja Blade (2009)

Con Ninja Blade facciamo menzione di una delle software house più amate degli ultimi anni, ovvero la giapponese FromSoftware di Demon’s Souls e Dark Souls. Letteralmente una settimana prima che Demon’s Souls arrivasse in esclusiva su PS3, infatti, su Xbox 360 e PC usciva il gioco in questione.

La vicenda del videogioco d’azione inizia nel 2011, quando in un villaggio del Nord Africa si diffonde un parassita (del tipo degli anchilostomi) in grado di prendere controllo della mente e del corpo dei suoi ospiti, mutandone l’aspetto e la forza, oltre che la resistenza. L’unica soluzione per evitarne la diffusione è la quarantena e lo sterminio degli infetti.

Quattro anni dopo, un gruppo di agenti specializzati nel controllo e nell’eliminazione delle minacce legate al parassita (noto come Alpha-worm) si trova a Tokyo. Nel team troviamo il nostro personaggio, Ken Ogawa, che deve sottostare agli ordini della guida del team, suo padre Kanbe.
Se da principio sembra una missione come le altre, in poco tempo la situazione precipita, e alcuni membri del team stesso finiscono per essere infettati dal parassita. Fra questi c’è anche Kanbe.

Ken, con la sua Ninja Blade fra le mani, inizia a eliminare un infetto dopo l’altro, anche nelle loro forme più pericolose e mostruose, mentre all’esterno della città si pensa allo sterminio di tutti gli abitanti di Tokyo (infetti o meno) per evitare un disastro globale. Tuttavia Ken riesce a farsi largo fra i nemici fino allo scontro finale, in un videogioco decisamente non memorabile a causa dei troppi difetti.

Prototype (2009-2012)

Altro videogioco, altro caso in cui la malattia ha dei risvolti fantascientifici e mostruosi, ovvero Prototype (e relativo sequel).
La coppia di giochi action-adventure a mondo aperto distribuita da Activision e sviluppata da Radical Entertainment trova il suo svolgimento a New York. La metropoli è infatti piagata da un conflitto che vede da una parte l’esercito statunitense e dall’altra un’orda mutante infettata da un virus sconosciuto.

Nel primo capitolo il giocatore interpreta Alex Mercer, umano potenziato che non ha alcun ricordo della sua vita passata. Nella ricerca della verità comincia a scoprire il suo passato, fra l’azienda segreta GENTEK e i legami dello stesso Alex con quest’ultima e gli esperimenti che hanno portato alla creazione del virus, noto come Blacklight. Durante la sua missione, Alex non manca di imbattersi nei malati che stanno devastando New York, con cui riesce ampiamente a rivaleggiare grazie alle abilità mutaforma che possiede ora il suo corpo: la capacità di estendere propaggini, il potere di creare armi pesanti o affilate grazie alla materia di cui è composto, e molte altre ancora.

Ambientato dopo il primo episodio, Prototype 2 vede un cambio di protagonista. Qui interpretiamo infatti il sergente James Heller, in missione durante lo scoppio dell’epidemia a New York. In compenso, in città era presente la sua famiglia, che rimane colpita dal virus e per la cui morte James incolpa proprio Alex Mercer. Per questo motivo torna a New York assetato di vendetta e pronto a far di tutto per abbattere Alex.

Plague Inc. (2012)

pandemiaPlague Inc. di Ndemic Creations è uno dei videogiochi incentrati su di una pandemia più famosi e più di successo di sempre.
Nato come gioco per mobile e approdato poi su PC e console come Plague Inc. Evolved, il gioco si presenta come uno strategico molto particolare. Infatti i giocatori dovranno gestire una crisi pandemica, ma dal punto di vista dell’agente patogeno.
Selezionando fra varie tipologie infettive (virus, batteri, funghi e altro ancora), gli utenti decidono poi altri parametri come il paese di origine dell’infezione, assieme ad altri dettagli a cui pensare lungo il corso della partita (come mutazioni genetiche e la possibilità che un virus resista ai farmaci). Lo scopo finale è l’annichilimento totale dell’umanità.

Nel corso del tempo, sono stati rilasciati alcuni update che hanno aggiunto virus come un’infezione che tramuta in zombie e un parassita in grado di controllare le menti degli umani.
Assieme a questa prima distruttiva modalità, nel 2020 si è aggiunta The Cure in cui, ispirata palesemente alla situazione pandemica attuale, lo scopo dei giocatori è quello opposto al gioco originale: bisognerà infatti arginare l’infezione e riuscire a porre fine alla crisi, così da salvare l’umanità.

DayZ (2013)

DayZ (sviluppato e prodotto dalla software house ceca Bohemia Interactive) nasce come mod di Arma II, videogioco sviluppato sempre da Bohemia, per poi essere rilasciato come gioco standalone su Windows nel 2013 e vari anni dopo anche su console Microsoft e Sony.
Ambientato nel 1991 nell’ex-Unione Sovietica, nella fittizia regione di Chernarus, DayZ ci riporta alle atmosfere dei molti titoli in cui l’epidemia trasforma i malcapitati in non morti affamati di carne umana. Anche in questo titolo abbiamo a che fare con il diffondersi di un morbo di questo tipo.

In particolare, lo sparatutto di Bohemia Interactive punta moltissimo sulla componente survival. Per sopravvivere al mondo di DayZ dobbiamo stare attenti a molti elementi: la fame, la sete, le intemperie, eventuali ferite e conseguente sanguinamento. Fortuntamente possiamo contare su pezzi d’armatura, indumenti, armi, attrezzature di vario tipo, cibo e acqua.

Inoltre è presente il multiplayer, così che potremo decidere di attaccare altri giocatori oppure unirci a loro per affrontare insieme i pericoli di DayZ.

The Last of Us (2013-2020)

I due capitoli che compongono la serie di The Last of Us di Naughty Dog, in esclusiva Sony, sono due giochi action-adventure a tema horror che non hanno bisogno di presentazioni.

Siamo in un prossimo futuro, dopo che in tutto il mondo una pandemia legata a un fungo parassita (del genere Cordyceps) ha portato morte e distruzione alla civiltà come la conoscevamo. Chi è rimasto vittima della piaga si è tramutato in un essere la cui mente viene controllata dal fungo, finché quest’ultimo non comincia a tramutare il corpo dell’infetto in oscene e pericolosissime mostruosità, diffondendo le spore del Cordyceps attorno a sé.

Fra primo e secondo episodio (questo del 2020) seguiamo il viaggio attraverso gli Stati Uniti di Ellie e Joel, che instaurano un rapporto di padre e figlia nonostante non vi sia alcun legame fra di loro, se non il caso, la sofferenza e la solitudine.

Già con il primo capitolo il team di Naughty Dog si era mostrato come talentuoso, e con un secondo capitolo forse più profondo ha saputo alzare ancora di più l’asticella, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista contenutistico: pensiamo soltanto al nuovo personaggio di Abby o alla tridimensionalità di Ellie. Tutti elementi che sono valsi al titolo tantissimi premi, fra cui il GOTY 2020.

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Bloodborne (2015)

Un’altra esclusiva Sony per PlayStation 4 in cui buona parte della lore e delle vicende sono incentrate su di un’epidemia è il soulslike gotico dalle atmosfere horror Bloodborne, il gioco ruolistico creato dalla già citata FromSoftware sotto la direzione di Hidetaka Miyazaki.

Con forti riferimenti all’età vittoriana, alle architetture dell’Europa orientale, con l’ispirazione a racconti cupi come la produzione di H.P. Lovecraft, Bloodborne porta i giocatori nell’antichissima città di Yharnam, sede della Chiesa della Cura ma anche luogo di mistero, magia e tana di innominabili e potentissime creature (come i Grandi Esseri).

Oltre a questi, l’intera città vede le sue porte sprangate e le finestre ben serrate: la popolazione di Yharnam ha infatti a che fare con un morbo legato al sangue, in grado di rendere folli gli sventurati infetti e tramutarli in belve feroci.

I giocatori sono cacciatori, unici in grado di tenere a freno gli effetti collaterali della malattia. Il loro scopo è quello di farsi largo per i vicoli sudici di Yharnam, così da dominare le bestie e arrivare all’origine dell’epidemia, sconfiggendo ogni mostro e boss osi sfidarli.

Tom Clancy’s The Division (2016-2019)

I due Tom Clancy’s The Division, sparatutto in terza persona con caratteristiche da action RPG pubblicati da Ubisoft, ci riportano in un mondo afflitto dalla paura di una pandemia.

Nel primo dei due giochi dalla forte valenza cooperativa online l’azione si svolge a New York: è da poco che, a partire dai saldi e dalla ressa del Black Friday, si è diffusa una variante modificata artificialmente del vaiolo (chiamata Dollar Flu o Green Poison in riferimento al suo diffondersi tramite le banconote), il che ha posto intere zone e città in quarantena. Ciò ha portato al collasso della società, con la morte degli abitanti, la scomparsa dei beni di prima necessità e la diffusione della criminalità.

Il ruolo dei giocatori è quello di membri della Strategic Homeland Division (o semplicemente Division), il cui scopo è riportare l’ordine, soffocare i moti criminali e scoprire l’origine dell’epidemia.

Nel secondo episodio le vicende si spostano a Washington D.C., 7 mesi dopo il primo capitolo: il virus si è diffuso, la civiltà è al collasso e anche Washington è l’ombra di ciò che era stata a causa del vaiolo. Nelle vesti di membri della Division, anche in questo caso dobbiamo porci come ultimo scudo contro il caos e la fine dell’umanità.

Vampyr (2018)

È del 2018 Vampyr di Dontnod Entertainment, opera in cui buona parte degli eventi sono connessi con la crisi pandemica che sconvolse l’intero pianeta fra 1918 e 1920: in quei due anni, a causa della pandemia causata dalla cosiddetta influenza spagnola, ci furono in tutto il mondo decine di milioni di morti.

Ed è in una Londra piagata da quest’influenza che inizia la nostra avventura. Le strade sono deserte e le assi di legno bloccano ogni ingresso e uscita, così come cartelli parlano di quarantena e come evitare il contagio.

Tuttavia, oltre a questa già fin troppo letale malattia, un altro morbo si è diffuso nei sobborghi e nei quartieri alti londinesi, il vampirismo. Londra si ritrova a dover sottostare non solo ai morsi dell’influenza, ma anche ai morsi di umani mutati e divenuti predatori, vampiri di varie sottospecie e fattezze.

Nel contesto di questo action RPG, il giocatore interpreta Jonathan Reid, famoso dottore divenuto all’inizio dell’avventura un vampiro lui stesso. Fra vampiri e una lunghissima serie di potenziali vittime della fame che affligge anche il nostro personaggio, dovremo scegliere il destino di comprimari e della popolazione londinese, mentre indaghiamo sugli eventi accaduti negli ultimi mesi.

A Plague Tale: Innocence (2019)

L’anno è il 1348 e siamo in Francia. Il mondo di allora era squassato dai disastri della Guerra dei Cent’Anni e dalla Peste Nera, che nel giro di pochi anni (dal suo arrivo sul continente nel 1346 alla sua progressiva scomparsa nel 1353) causò in Europa circa 20 milioni di morti, un terzo della popolazione del continente in quel periodo.

L’action-adventure dagli elementi stealth A Plague Tale: Innocence di Focus Home Interactive e Asobo Studio s’innesta in questo contesto, concentrandosi sul viaggio di due sfortunati fratelli, Amicia e il più giovane e malato Hugo. È controllando Amicia che i giocatori si ritrovano a vagare per una Francia piagata dalla peste e in ginocchio per tutti colpi che il destino le ha inflitto.

I due fratelli sono in fuga dopo la distruzione della loro dimora e la morte dei loro genitori, e di villaggio in villaggio si ritrovano ad affrontare le orde di ratti neri portatori della peste, i soldati inglesi impegnati nella guerra, fino agli emissari dell’Inquisizione (all’epoca in grado di dettare legge grazie al paura del divino), fino a strane entità sovrannaturali che divengono uno dei punti cardine delle vicende del gioco.

Days Gone (2019)

Uscito in esclusiva su PS4, Days Gone di Sony Interactive Entertainment e Bend Studio è un altro action-adventure in terza persona che ci porta in un mondo ben oltre l’orlo della distruzione.

Con il rider Deacon St. John ci muoviamo su di una motocicletta attraverso un Oregon i cui abitanti sono stati colpiti da un virus che li ha resi furiosi (come vengono chiamati in game). Resi praticamente dei classici ma rapidissimi zombie, questi furiosi si muovono in orde pronte a fagocitare ogni essere vivente che si pari loro davanti.

Se già la minaccia dell’infezione e degli infetti non fosse abbastanza, il protagonista deve avere a che fare anche con strani culti come quello dei Ripugnanti e con gruppi umani ben poco propensi al dialogo, aiutato dal suo amico Boozer, mentre il suo scopo rimane quello di scoprire il fato di sua moglie Sarah.

World War Z (2019)

Proseguiamo con un terzo gioco a tema pandemico uscito nel 2019, ovvero World War Z.
Quest’ennesima opera post-apocalittica, sviluppata da Saber Interactive, si basa sull’omonimo romanzo ed amplia l’universo narrativo dell’altrettanto omonimo film con protagonista Brad Pitt. Nel gioco affrontiamo l’ennesima infezione zombie, la cui forza sta completamente soverchiando gli ultimi resti dell’umanità.

Chiamati ad affrontare la pandemia, gli utenti si ritrovano con una modalità di gioco simile ai già citati Left 4 Dead. Nella forma di uno sparatutto in terza persona infatti, i giocatori devono collaborare in sessioni multiplayer coop in gruppi da 4 utenti, i quali devono affrontare vaste orde di non morti scegliendo una fra 7 classi disponibili, ciascuna specializzata in determinate abilità e con determinati oggetti (a cui si aggiungono quelli raccoglibili nella mappa). Da notare che le ondate di non morti possono raggiungere le varie centinaia di individui, rendendo il tutto molto frenetico.
Inoltre sono presenti cinque modalità multigiocatore competitive, sempre a tema zombie.

Back 4 Blood (2021)

Chiudiamo la nostra carrellata con un titolo atteso in uscita a giugno 2021 e che di nuovo presenta meccaniche che non possono non richiamare l’appena nominato World War Z e soprattutto Left 4 Dead. Infatti il gioco, finanziato da Warner Bros. Studios e sviluppato da Turtle Rock Studios, vede il team creativo formato dai creatori originali di Left 4 Dead, di cui Back 4 Blood è visto come una sorta di erede spirituale.

Con queste premesse, lato trama ci ritroviamo con un’altra pandemia i cui infetti diventano i violenti Ridden, i non morti antagonisti dei nostri avatar digitali. Anche sul fronte del gameplay ritroviamo elementi già ampiamente visti, con sessioni cooperative da 4 giocatori ad affrontare la malattia e i suoi aggressivi malati, a cui potremo alternare la modalità multigiocatore competitivo. Infine, per affrontare la pandemia possiamo anche contare su diversi elementi di personalizzazione.

La realtà di questo periodo è durissima e ancora non sappiamo quanto potrà durare l’emergenza sanitaria.
Tuttavia speriamo di avervi divertito o almeno alleggerito la giornata per qualche minuto, magari dandovi l’input per recuperare qualche vecchia gloria videoludica a tema pandemico.
Detto questo, ci vediamo al prossimo episodio di Games of Ages.

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