Com’è nostra consuetudine, anche per l’ormai imminente uscita dell’attesissimo e particolare Little Nightmares II abbiamo approfondito e selezionato per voi 6 motivi per valutarne l’acquisto, così da potervi aiutare nella scelta se acquistarlo o meno al day one, magari districando qualche dubbio sul titolo sviluppato dal team svedese di Tarsier Studios e pubblicato da Bandai Namco Entertainment.
Ovviamente non vogliamo ergerci a giudici prima dell’uscita, poiché un’opera si può valutare appieno solo una volta che la tastiamo con mano, tuttavia possiamo comunque fare ipotesi, riflettere e fantasticare su ciò che già sappiamo.
Dunque partiamo con i 3 motivi per cui dovremmo assolutamente acquistare Little Nightmares II, la cui uscita vi ricordiamo essere fissata per l’11 febbraio 2021.
Indice
3 MOTIVI per Acquistare Little Nightmares 2
La storia
Nel primo capitolo abbiamo fatto la conoscenza di Six, l’iconica bambina dall’impermeabile giallo che in Little Nightmares abbiamo dovuto aiutare a fuggire da Le Fauci, cupa e orrorifica nave al cui interno decine di altri bambini rapiti erano pronti a diventare la portata principale di altrettanto spaventosi e affamati figuri.
In Little Nightmares II Six ritorna, ma in veste nuova. Infatti il protagonista qui è Mono, ragazzino che nasconde il suo volto sotto ad un sacchetto di carta, con solo due buchi per gli occhi.
Six sarà la sua piccola accompagnatrice nel loro viaggio.
Nel nuovo gioco di Tarsier Studios il setting si sposta dal mare alla terraferma, a partire da Mono, sperduto in una silenziosa, ma non per questo innocua, foresta. Infatti fin da subito iniziano le minacce, come il gigantesco Cacciatore. Da lì inizia la fuga di Mono, accompagnato appunto da Six, fuga che condurrà entrambi alla città: una scuola fatiscente e un’inquietante Maestra saranno solo due degli elementi che i bambini si ritroveranno ad affrontare, fino alla Signal Tower, la fonte del male che rimbalza di schermo in schermo in tutto il mondo.
Il tutto in una metropoli semideserta, i cui abitanti nascondono un segreto nel loro mutismo e nel loro dolore, oltre che nella loro rabbia.
La direzione artistica
Abbiamo parlato della storia: l’inquietudine regna sovrana in Little Nightmares II, mentre veniamo attanagliati da pericoli su ogni fronte e di vari tipi.
La fuga è la nostra arma più potente. E ad accompagnarci in questo pellegrinaggio colmo di ansia ci pensa una direzione artistica di altissimo livello, come già avevamo scoperto e letteralmente adorato nel primo episodio.
Elemento fondante infatti è un setting e una fotografia immediatamente riconoscibili e riconducibili al team creatore del primo episodio, caratteristica e capacità difficilmente riscontrabili anche in produzioni di tripla A.
Questa direzione artistica si compone di un comparto in grado di dosare in maniera sapiente e precisa luci e ombre, così da rispecchiare l’altalenarsi di calma e ansia che proveremo nel nostro vagare. Ciò dona a Little Nightmares II un carattere profondamente horror, nucleo tangibile dell’intera opera.
A dimenarsi fra orrore e dolcezza troviamo anche il design dei personaggi, che in ben più di un’occasione ci ricorderanno dei personaggi usciti da una pellicola di Tim Burton.
L’insieme di questi dettagli, quel mix particolare fra giocattoloso e terribile, rischia di rendere ogni cono d’ombra e ogni svolta dietro un muro difficile da affrontare. Non c’è una goccia di sangue, non c’è alcun particolare realistico, eppure il terrore e l’orrore sono quasi palpabili.
Il gameplay
A seguire abbastanza strettamente il design e la direzione artistica del videogioco, troviamo il suo gameplay.
Little Nightmares II, come il suo predecessore, si fonda su pochi ma sempre efficaci elementi.
Il primo di questi è la sua natura platform, che in maniera piana e semplice ci guida fra un livello e l’altro, di zona in zona, nel susseguirsi delle sfide e degli scontri preparati per noi dagli sviluppatori. Da tenere a mente che un platform organizzato in maniera chiara non significa che non rappresenti una sfida, anzi (come ci hanno insegnato vari capostipiti del genere).
Altra caratteristica immancabile è la sua vocazione allo stealth: lo stealth, in alcune sequenze di Little Nightmares II, è a dir poco fondamentale, se non vogliamo finire preda delle creature che popolano il videogame. Per ricollegarci al punto precedente, la capacità del giocatore di evitare gli assalti nemici e che questi ultimi lo avvistino non è un mero vezzo di sviluppo, bensì è una precisa scelta artistica, che ancor di più ci permette di addentrarci nella mente e nelle avventure del protagonista e della sua compagna.
Nel gioco non mancano neppure alcuni puzzle ed enigmi, la cui risoluzione ci consentirà di avanzare alle aree successive.
Inoltre, rispetto al passato ci sono varie novità. Intanto il nostro Mono, come già detto, non viaggerà da solo, ma in compagnia di Six: ciò consentirà una collaborazione con l’IA per l’attivazione di specifici trigger e per risolvere determinati compiti.
In Little Nightmares II saremo poi in grado di utilizzare vari oggetti come armi e una torcia, e avremo in nostro possesso anche un rudimentale inventario.
Insomma, il secondo episodio della serie non manca di dettagli per saziare neofiti e fan del primo capitolo, sempre con in mente un gamelay che sa essere sì una sfida, ma comunque accessibile a moltissimi tipi di pubblico.
Vogliamo aggiungere infine un piccolo motivo bonus.
Se infatti siete alla ricerca di un piccolo input positivo in più rispetto a quelli sopra citati, sappiate che Little Nightmares II sarà disponibile a un prezzo abbastanza contenuto: 30-35 euro per l’edizione standard e circa 50 euro per la cosiddetta TV Edition, collector’s edition ricchissima di contenuti (fra cui un diorama, la colonna sonora ufficiale, l’artbook del gioco e altro ancora).
3 MOTIVI per Non Acquistare Little Nightmares II
L’eredità del precedente capitolo
Eccoci arrivati al primo dei nostri motivi per i quali forse non dovremmo acquistare Little Nightmares II.
Lo abbiamo già detto ma ci teniamo a ricordarvi come queste riflessioni non vogliano essere nient’altro che questo, spunti, più che dettami o l’imposizione di un pensiero.
Ma adesso bando alle ciance: abbiamo già avuto modo di accennare alla bellezza e alla qualità del primo capitolo della serie, nonché a ciò che di meraviglioso è già stato mostrato di questo secondo episodio.
Il dubbio che sorge spontaneo, come del resto accade sempre con i numeri 2, è quanto saprà essere segnante Little Nightmares II e se saprà esserlo quanto il suo predecessore.
D’altronde, da ciò che si è visto e che è possibile anche provare grazie alla demo disponibile su varie piattaforme, c’è un’alta probabilità che il team di Tarsier Studios si sia inserito nel solco tracciato da Little Nightmares: avremo una magia simile, atmosfere simili, silenzi simili.
Dunque saranno appunto qualcosa che, almeno in parte, potremmo aver già visto.
La durata
Anche per il secondo dei nostri punti a sfavore dell’acquisto al day one di Little Nightmares II, facciamo riferimento ad argomenti divisivi come la durata di un’esperienza ludica.
Infatti siamo dell’idea che la longevità e la mera durata di un videogame non ne inficino in alcun modo la qualità, né siano fondamentali nella valutazione di un titolo (a parte qualche caso, sia per giochi troppo lunghi, sia per quelli troppo brevi). Certo è che non bisogna guardare a Little Nightmares II come a un gioco dalla durata titanica o anche solo nella media.
Anzi, a quanto traspare dalle informazioni diffuse in questi mesi, e anche basandoci su ciò che è stato il primo capitolo, è difficile immaginare che il gioco di Tarsier Studios superi la manciata di ore. Possiamo approssimare a una longevità (per una run) fra le 7 e le 10, forse qualcosa in più in base alla serie di novità implementate.
Come dicevamo, lungi da noi criticare a priori un’opera, in particolar modo su di un tema marginale e spesso soggettivo come la durata, tuttavia ci rivolgiamo a coloro che amano esperienze lunghe o pressoché infinite. Come avrete già intuito, forse Little Nightmares II non fa per voi.
I problemi tecnici
A proposito di già visto, pensiamo anche al lato gameplay. Il gameplay è sicuramente uno dei punti di forza del gioco, lo abbiamo detto più sopra e lo ribadiamo: la sua semplicità in grado però di mantenere la sfida e di integrarsi con il setting della trama.
Ci sono alcuni però, legati appunto a ciò che magari abbiamo già provato ampiamente con il primo episodio.
Infatti le sequenze stealth potrebbero ricordarci molto da vicino quelle affrontate in Little Nightmares, così come la struttura platform non sembra percorrere strade eccessivamente distanti da quanto già visto.
Alla somiglianza del gameplay, aggiungiamoci anche alcuni dettagli che potrebbero far storcere il naso a vari giocatori: il problema di alcune prospettive ingannevoli nelle fasi di salto e in alcuni punti di platforming, un sistema di controlli alle volte caotico (sulle console Sony, per fare un esempio, il tasto X viene utilizzato sia per saltare, sia per attaccare, a seconda delle situazioni) e sicuramente migliorabile, alcuni passaggi delle zone e dei livelli non chiarissimi.
Se tutto ciò non concorre a rovinare l’interezza dell’esperienza videoludica, certamente potrebbe frustrare alcuni palati dediti a dettagli di gameplay maggiormente curati.
Anche con Little Nightmares II abbiamo terminato di fare la nostra disamina di ciò potrebbe andare e ciò che invece potrebbe non funzionare del titolo di Tarsier Studios. E a prescindere dall’acquisto o meno l’11 febbraio, giorno dell’uscita, il nostro consiglio finale è di recuperarvelo prima o poi (magari sfruttando qualche saldo futuro), così da non perdervi un’opera che sicuramente varrà il prezzo d’acquisto.
Oltre a questo, non ci resta che augurarvi buon gioco!