Microsoft e Activision, l’antitrust brasiliano dice sì all’acquisizione

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Nella giornata di mercoledì, l’antitrust brasiliano ha approvato l’acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft. Il Consiglio Amministrativo per la Difesa Economica (CADE) ha deciso di approvare l’acquisizione senza alcuna restrizione, sostenendo che “non sarebbe in grado di dar luogo a preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, in nessuno degli scenari considerati”.

L’autorità brasiliana è la seconda istituzione a dare il proprio “si” al movimento, preceduta soltanto dall’autorità antitrust saudita. Nel mese di agosto, la Saudi Arabia’s General Authority for Competition che già ad agosto ha affermato di non avere alcuna obiezione sul caso. Non bastano però queste due approvazioni per dare il via libera all’acquisizione di Activision-Blizzard per la cifra di 68.7 miliardi di dollari. Sono infatti necessari i responsi finali anche della Federal Trade Commission (FTC) americana, della Competition & Market Authority (CMA) britannica e della Commissione Europea (CE), tra le tante.

Il dibattito attorno all’acquisizione si è concentrato molto sulle proprietà intellettuali di Activision-Blizzard, nello specifico sulla serie di Call of Duty. Il celebre franchise sparatutto è, infatti, il principale oggetto del contendere tra Sony e Microsoft. I due colossi stanno litigando sulle concessioni della serie alla luce della possbilità che questa diventi esclusiva della big tech di Redmond. Sony, durante le udienze con l’antitrust, ha definito Call of Duty come un prodotto “senza rivali” e in grado di influenzare la scelta di console.

Microsoft, se l’acquisizione andasse in porto, garantirebbe la serie sparatutto su PlayStation fino al 2027. Una proposta che non ha soddisfatto Sony.

Cosa dice la CADE

Nella comunicazione ufficiale, l’autorità riconosce il potenziale vantaggio competitivo di Microsoft in uno scenario post-acquisizione. Secondo la loro analisi, però, tale vantaggio competitivo “non comporterebbe una sostanziale riduzione dei livelli di concorrenza sui mercati”.

“In questo senso” si legge nel comunicato “nonostante sia riconosciuto che parte degli utenti delle console PlayStation (dalla Sony) potrebbe decidere di migrare su Xbox, nel caso in cui i giochi Activision Blizzard – e soprattutto Call of Duty – diventino un’esclusiva dell’ecosistema Microsoft, SG/Cade non ha individuato elementi che tale possibilità rappresenti, di per sé, un rischio per la concorrenza nel mercato delle console nel suo complesso”.

L’autorità tiene in considerazione la possibile scelta dei consumatori di cambiare console, ammettendo che i contenuti in esclusiva sono stati un punto di riferimento importante in quel mercato, nonché uno dei fattori che ha permesso a Sony e Nintendo di diventare aziende leader. L’autorità sostiene altresì che i videogiochi in esclusiva siano “meno popolari e rappresentino minori introiti rispetto ai videogiochi tripla A di terze parti” pubblicati su entrambe le console. Sino ad ora, scrive la CADE, nessuna delle aziende ha sviluppato o acquisito un gioco in esclusiva in grado di alterare l’equilibrio in favore di una console piuttosto che di un’altra.

L’esempio Nintendo

Nella conclusione del sommario, inoltre, la CADE fa riferimento alla situazione di mercato di Nintendo. Viene sottolineato come l’azienda giapponese “non faccia affidamento su nessun contenuto di Activision-Blizzard per competere sul mercato”. Secondo l’autorità, Sony, che è molto preoccupata per i possibili scenari di questa acquisizione, ha dalla sua una posizione di mercato forte.  Questa è garantita dalla sua esperienza nel settore, dalle console, dai videogiochi in esclusiva, da collaborazioni con publisher e da consumatori fedeli al loro brand.

Ciò, secondo i regolatori, dovrebbe contribuire a mantenere la competitività di Sony nel possibile scenario post-acquisizione, anche nell’eventualità di perdita dei prodotti di Activision- Blizzard.

Call of Duty
Call of Duty è l’oggetto del contendere tra Microsoft e Sony

Cosa dicono gli altri regolatori

La Competition & Market Authority (CMA) britannica aveva pubblicato a inizio settembre un rapporto in cui si definiva “preoccupata” di una sostanziale diminuzione della concorrenza di mercato, definendo questa possibilità come una “prospettiva realistica”.

L’autorità, non avendo ricevuto rassicurazioni da parte di Microsoft entro data utile, continuerà con la seconda fase dell’investigazione. Il verdetto sarà pubblicato il primo marzo del 2023, mentre una decisione da parte della Federal Trade Commission potrebbe arrivare verso la fine di novembre, secondo quanto riportato da Seeking Alpha. In questi mesi, Wall Street sta scommettendo sul fallimento dell’acquisizione, con investitori impauriti dal possibile responso della FTC. Un report del sito The Information sostiene che l’investigazione da parte dell’autorità antitrust americana potrebbe concentrarsi anche sui dati dei consumatori e sul potenziale impatto sui lavoratori. Entrambi questi aspetti sono centrali all’interno del dibattito sull’acquisizione, soprattutto per quanto riguarda le tematiche e rivendicazioni dei lavoratori tech.

Inoltre, agli inizi di giugno, Microsoft ha firmato un accordo di neutralità con Communications Workers of America (CWA). L’intendimento con il sindacato ha riguardato il diritto a sindacalizzarsi dei lavoratori di Activision, che già da diversi anni stanno cercando di ottenere rappresentanza sindacale.

Si attende presto una risposta sull’acquisizione anche da parte della Commissione Europea. Microsoft ha finalmente notificato l’acquisizione ai regolatori europei il 30 settembre e la data provvisoria per il verdetto preliminare è calendarizzata per l’8 novembre.

Fonti: Video Game Chronicles, CADE, The Information, Bloomberg, Commissione Europea, Seeking Alpha.

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