Microsoft e Activision, l’acquisizione è problematica secondo l’antitrust britannico

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A gennaio di quest’anno, Microsoft ha offerto 68.7 miliardi di dollari per acquisire Activision-Blizzard. Tale offerta è considerata come la più grande dell’intero mercato videoludico. Con questa acquisizione, Microsoft metterebbe le mani sull’intero catalogo dell’azienda di Call of Duty e World of Warcraft, che ricordiamo comprendere anche la software house King, celebre per il videogioco puzzle Candy Crush.

Secondo la Competition & Markets Authority (CMA), istituzione antitrust britannica, l’acquisizione potrebbe nuocere alla competizione di mercato. Reuters, agenzia di stampa britannica, riporta inoltre che tale transazione necessita, oltre al via libera della CMA, anche dell’approvazione da parte delle istituzioni statunitensi, dell’Unione Europea, della Cina e di altre grandi giurisdizioni.

Cosa dice la CMA

Il rapporto pubblicato dall’autorità britannica sottolinea un’importante condizione del mercato videoludico e considera questo momento storico come un periodo di grande transizione. Lo sviluppo di tecnologie legate al cloud gaming e il passaggio da un modello buy-to-play a un modello di servizio in abbonamento stanno cambiando radicalmente il mercato rispetto alle decadi precedenti.

La CMA inoltre analizza come il mercato console degli ultimi 20 anni è stato, sostanzialmente, guidato da tre grandi colossi: Microsoft, Sony e Nintendo. In quel periodo, infatti, ci sono state poche possibilità di ingresso per altri competitor. In questa fase di transizione, secondo l’autorità britannica, si sta finalmente aprendo una finestra di ingresso per altri attori. Attraverso l’acquisizione di Activision-Blizzard, Microsoft aumenterebbe certamente la propria offerta di intrattenimento e rafforzerebbe ulteriormente la propria presenza nel mercato videoludico. I dubbi dell’antitrust riguardano sì il mercato attuale, ma con uno sguardo rivolto anche verso la concorrenza futura e gli eventuali mutamenti.

“Siamo preoccupati che Microsoft possa utilizzare il controllo su videogiochi popolari come Call of Duty e World of Warcraft dopo l’acquisizione per danneggiare i rivali, includendo anche gli attuali e futuri rivali nei servizi in abbonamento e cloud gaming” afferma la Competition & Market Authority.

La presenza videoludica dell’azienda di Redmond è incrementata anche per merito dell’acquisizione di Zenimax Media nel 2020. Ora l’azienda conta 24 studi di sviluppo sotto la propria egida. Attraverso quell’accordo, Microsoft è entreata in possesso di Bethesda, id Software e Arkane, alcuni degli studi più importanti del panorma videoludico contemporaneo. La posizione di Microsoft, però, è forte non soltanto grazie ai videogiochi, ma soprattutto grazie alla sua presenza in diversi settori dell’industria tech. Basti pensare alla grande diffusione del sistema operativo Windows o alla piattaforma di cloud computing Azure. Quest’ultima utilizzata anche nello sviluppo di videogiochi e di infrastrutture online.

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Le discussioni

Nonostante il gigantesco catalogo di proprietà intellettuali create da Activision-Blizzard, la discussione su questa corposa acquisizione ruota attorno a Call of Duty. Il franchise di videogiochi sparatutto è quindi uno dei principali oggetti del contendere tra Microsoft e Sony, nonché uno dei punti principali segnalato anche dall’autorità antitrust.

In un documento dell’antitrust brasiliano, Sony si dice preoccupata per Call of Duty e lo descrive come un franchise “senza rivali” e in grado di influenzare la scelta di console da parte degli utenti. “Abbiamo detto che ci impegneremo nel rendere lo stesso gioco disponibile nello stesso giorno sia per Xbox che per PlayStation” ha dichiarato il Presidente di Microsoft Brad Smith a Reuters. Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, parlando a The Verge afferma di essere in contatto con il CEO di Sony Jim Ryan e di aver stipulato un accordo scritto che estende la permanenza del franchise di Call of Duty su PlayStation di tre anni oltre il termine dell’accordo precedente siglato da Sony e Activision. L’accordo citato sarebbe scaduto nel 2024 e questa estensione avanzata da Microsoft garantirebbe lo sparatutto su PlayStation fino al 2027.

Ma Sony non è per nulla soddisfatta della proposta. “Dopo quasi 20 di Call of Duty su PlayStation, la loro proposta è inadeguata su molti livelli e non tiene in considerazione l’impatto sui nostri videogiocatori. Vogliamo continuare a garantire ai videogiocatori PlayStation la massima qualità dell’esperienza Call of Duty, e la proposta di Microsoft mina questo principio” replica Jim Ryan a Gamesindustry.biz.

Kunaal Malde, analista di Atlantic Equities interpellato da Reuters, ha sottolineato che Microsoft ha bisogno, in questa fase dell’acquisizione, di garantire e mettere per iscritto alcune specifiche intenzioni riguardo all’esclusività dei prodotti.

Scadenza

La big tech di Redmond ha avuto tempo fino all’8 settembre per portare rassicurazioni sufficienti sull’utilizzo delle proprietà intellettuali di Activision-Blizzard. Ancora non ci sono aggiornamenti da parte dell’autorità britannica, ma se Microsoft non ha fornito rassicurazioni, o quanto ha fornito viene valutato come insufficiente dai regolatori, allora sarà avviata una seconda fase dell’investigazione.

Alla fine di quella fase, l’antitrust raggiungerà il verdetto finale e sentenzierà se l’acquisizione può sollevare una SLC. La sigla intende una Substantial Lessening of Competition, ovvero una Sostanziale Diminuzione di Concorrenza.

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I lavoratori di Activision-Blizzard

Microsoft arriva in un periodo particolarmente difficile per Activision-Blizzard. È in corso, infatti, una grave crisi della cultura aziendale e ha i riflettori puntati dopo l’accusa da parte del California Civil Rights Department (CCRD). Le accuse sono di diffusa tossicità dell’ambiente lavorativo, frat-boy culture, molestie, misoginia e discriminazione delle donne e delle minoranze. In questo periodo sono diversi i lavoratori dell’azienda che stanno cercando di organizzarsi in sindacati e rivendicare migliori condizioni lavorative.

In estate, il gruppo di QA Tester di Raven Software, azienda sviluppatrice di Call of Duty: Warzone, ha finalmente formato il sindacato Game Workers Alliance. Anche i lavoratori del controllo qualità della sede di Blizzard Albany, ex Vicarious Visions, stanno ora lottando per avere rappresentanza sindacale. Stanno però incontrando una resistenza da parte della dirigenza che ha nuovamente assunto la firma legale ReedSmith. Lo studio legale in questione è noto per le sue strategie di “union avoidance” e “union busting“.

La neutralità di Microsoft

A giugno, Microsoft ha siglato un accordo con Communication Workers of America (CWA), sindacato di categoria per i lavoratori tech e delle telecomunicazioni. In questo accordo garantisce che rimarrà neutrale e non interferirà con il diritto dei lavoratori a sindacalizzarsi. La condizione dei lavoratori è quindi un argomento molto importante nello scenario generale dell’acquisizione. In questa fase, tale garanzia da parte di Microsoft ha trasmesso buone speranze sui processi di sindacalizzazione ad Activision-Blizzard.

Il sindacato CWA, successivamente all’accordo di neutralità, ha affermato di supportare l’acquisizione da parte di Microsoft. Tra gli analisti, però, rimangono ancora alcuni dubbi. I rappresentanti di Tech Workers Coalition Italia hanno dichiarato al quotidiano italiano Domani di essere felici dell’accordo, ma che è necessario aspettare e vedere cosa succederà nei fatti. Il gruppo di lavoratori tech sostiene che in questa fase dell’acquisizione Microsoft ha bisogno di questa credibilità con il pubblico, le istituzioni e i lavoratori che si stanno sindacalizzando, ma bisogna poi vedere se rispetterà gli accordi o li violerà.

Seconda fase dell’investigazione

Il Financial Times riporta che Microsoft ha scelto di non fornire rassicurazioni alla CMA. Persone vicine alla situazione affermano che la big tech di Redmond ha creduto di non poter fornire alcuna rassicurazione che le autorità avrebbero accettato. L’autorità antitrust britannica continuerà quindi con la seconda fase dell’investigazione che partirà in queste settimane.

Le fonti del Financial Times si aspettano inoltre una prolungata investigazione anche con l’autorità antitrust dell’Unione Europea. Microsoft al momento non ha ancora notificato ufficialmente l’acquisizione alla Commissione Europea, ma secondo quanto riportato dal giornale britannico ci si aspetta l’arrivo di tale notifica nelle prossime settimane.

 

L’articolo è stato aggiornato in data 15 settembre 2022, con la notizia sull’avvio della seconda fase dell’investigazione da parte della CMA.

Fonti: CMA, Reuters, The Verge, Domani, MMO.it, Financial Times.

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