Nintendo citata in giudizio per le loot box di Mario Kart Tour, giudicato un “gioco gacha immorale”

Nintendo citata in giudizio per le loot box di Mario Kart Tour, giudicato un "gioco gacha immorale"
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Nintendo è stata citata in giudizio per le loot box di Mario Kart Tour, giudicato un “gioco gacha immorale”. Lo ha riportato Axios.

Alla fine dello scorso anno, Nintendo ha rimosso le microtransazioni dal suo gioco mobile free to play, che le ha permesso di fatturare una vagonata di soldi grazie alle microtransazioni. Ma come mai le ha rimosse? Forse questa citazione in giudizio c’entra qualcosa.

Nintendo ha rimosso le loot box dal gioco nel settembre 2022 (ne parliamo in dettaglio qui) e sostituito il sistema in cui i giocatori dovevano sparare un tubo per ricevere un oggetto casuale con un “Negozio Spotlight”.

Il nuovo negozio virtuale permette ora di spendere i rubini (valuta di gioco) per ottenere direttamente i piloti, i kart e gli accessori che preferiamo. Senza più sperare di trovarli per caso (meccanica loot box).

Nintendo e la causa in tribunale per le loot box di Mario Kart Tour: la vicenda

Sebbene il sistema di oggetti sia già stato aggiornato, Axios riporta che un giovane utente giocatore di Mario Kart Tour (con l’approvazione del padre) ha intentato una causa negli Stati Uniti contro il gigante dei videogiochi per presunte microtransazioni “immorali” all’interno del gioco di corse mobile.

La causa è stata originariamente presentata a livello statale a marzo e la scorsa settimana è entrata nel sistema federale. Ecco i dettagli, per gentile concessione della fonte:

La causa chiede il rimborso per tutti i minori negli Stati Uniti che hanno pagato per utilizzare i “tubi Spotlight” di Mario Kart Tour, che fornivano ai giocatori premi in-game utilizzando quote non rivelate. Fino all’anno scorso, i giocatori di Mario Kart Tour potevano spendere denaro reale per attivare ripetutamente i tubi, nella speranza che producessero casualmente utili potenziamenti… Il querelante, identificato come N.A., ha speso più di 170 dollari in microtransazioni di Mario Kart Tour, tramite la carta di credito del padre, che era collegata al loro account utente Nintendo”.

Si sostiene che Nintendo abbia “intenzionalmente” reso il gioco difficile da portare avanti senza pagare – utilizzando “schemi oscuri” (in sostanza incoraggiando i giocatori a spendere di più). La causa prosegue menzionando come il meccanismo di loot box all’interno di Mario Kart Tour abbia rafforzato i comportamenti di dipendenza, paragonandolo al gioco d’azzardo.

La domanda è la seguente a questo punto: è una situazione nuova? Nintendo è la prima software house a instaurare queste meccaniche? Potremmo citare casi eclatanti simili, ma quelli che ci vengono subito in mente sono Diablo Immortal, FUT di EA Sports FIFA e NBA 2K con MyTeam e i suoi pacchetti.

Siamo tutti d’accordo che nessuno punta la pistola ai giocatori per comprare pacchetti di gioco, ma sono meccaniche subdole che puntano sulla dipendenza da gioco e sulla fragilità mentale, e anche sulla mancanza di responsabilità dei minorenni.

Di certo le loot box e le microtransazioni sono una piaga dell’industria dei videogiochi e bisognerebbe regolamentarle e frenarle prima che dilaghi e divenga la norma. E infatti il Parlamento Europeo ha richiesto un intervento a riguardo.

Come riportato da Axios, queste pratiche violerebbero la legge sulla protezione dei consumatori dello Stato di Washington e la legge commerciale della California. Seguiremo la vicenda e vi aggiorneremo sui risvolti.

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