Tales of Arise, il nuovo capitolo dell’amata serie JRPG, è finalmente disponibile. Dopo una bramata attesa abbiamo potuto mettere le mani su questo gioco, e abbiamo davvero tante cose di cui parlarvi. Alcuni elementi hanno confermato i nostri motivi per valutarne l’acquisto, mentre altri ci hanno fatto riflettere attentamente. Si tratta sicuramente di un punto di svolta per la serie, e i numerosi miglioramenti sono ben visibili.
Dal combat system al comparto tecnico: i cambiamenti si sono rivelati davvero convincenti e ponderati con attenzione. Su alcuni punti, tuttavia, Bandai Namco avrebbe potuto osare ancora di più, ma nulla che impatti negativamente sull’esperienza di gioco.
Vi ricordiamo che Tales of Arise è disponibile dal 10 settembre per PC, PS4,PS5, PC, Xbox One e Xbox Series X/S.
Indice
Tales of Arise: la trama
Rena e Dahna sono due poli opposti. La prima sembra essere destinata a portare solo atroce distruzione: i renani hanno infatti invaso Dahna, riducendo questo pianeta a un cumulo di macerie, morte e schiavitù. Per ben trecento anni i dahnani hanno vissuto patendo la fame, circondandosi di dolore, sudore, sangue e rassegnazione. Nessuno si sarebbe mai opposto. Nessuno avrebbe avuto la forza di reagire.
La quotidianità dei regni era serrata in una gabbia che incatenava gli schiavi nelle loro “case”. Altri paesaggi o mondi sembravano essere delle vere storie permeate da miti a cui difficilmente credere. Tutto ciò è rimasto invariato per secoli, fino a quando Alphen ha incontrato Shionne. I due protagonisti potrebbero sembrare i classici e scontati prescelti, ma c’è molto di più. La storia di Tales of Arise è una palette dalle incredibili e innumerevoli sfumature. Nulla è bianco o nero, per quanto il comparto narrativo non sia estremamente originale. Si tratta sicuramente di una storia di riscatto, che molto spesso non ha peli sulla lingua e vuole mettere a nudo i personaggi con estrema genuinità.
Amicizia, famiglia, lealtà, rabbia: i valori presenti in Tales of Arise sanno come coinvolgere il giocatore. Il lato positivo? Bandai Namco ci è riuscita fin dall’inizio. In un gioco simile è molto facile incappare in un inizio lento e poco coinvolgente; ebbene, non è questo il caso.
Tales of Arise: il comparto narrativo
Abbiamo parlato della storia, ma abbiamo diverse considerazioni da fare anche sul comparto narrativo. Il modo in cui si plasmano e fondono le vicende dei protagonisti è davvero scorrevole. Ogni tassello completa il puzzle con spontaneità, e può essere piuttosto difficile in giochi simili. I dialoghi non sono mai monotoni, bensì coinvolgono innumerevoli sfaccettature ed emozioni, in modo da essere straordinariamente vivi. Ciò non influisce esclusivamente sulla trama principale, ma anche su ogni singola vignetta opzionale.
Durante l’esplorazione, infatti, potrete spesso incappare in conversazioni aggiuntive. Quest’ultime si sono rivelate molto piacevoli e, anzi, spesso sono molto utili per avere un quadro completo dei personaggi e della storia. Si tratta di vignette animate, alternate da vere e proprie sequenze ricche di dettagli. Abbiamo molto apprezzato anche il lip-sync in alcuni momenti, con una sincronizzazione in lingua giapponese davvero convincente.
Gameplay: esplorazione, legami e attività
Il gameplay di Tales of Arise è pressoché fedele ai GDR. Oltre al completamento della trama principale e alle numerose missioni secondarie, il giocatore ha a disposizione molte attività da poter provare. Si passa dalla semplice pesca al vero e proprio farming di materiali. Tutti i pezzi raccolti permettono di forgiare armi o di creare accessori e migliorarli. Avrete perfino accesso a un piccolo ranch che servirà per procurarvi deliziosi ingredienti. Qui viene il bello: spesso vi imbatterete in diversi falò. Quest’ultimi non solo vi permetteranno di recuperare le statistiche vitali, di cui parleremo tra poco, ma anche di cucinare gustosi manicaretti che vi potenzieranno momentaneamente.
Questo è un momento molto importante per il gioco, in quanto avrete modo di avviare conversazioni che rafforzeranno il legame tra i personaggi. Attraverso i campeggi avrete anche accesso a tutti i ricordi sbloccati: potrete quindi rivivere i vari dialoghi precedenti, o recuperare quelli accidentalmente saltati. Anche i titoli, o meglio, emblemi giocano un ruolo essenziale, in quanto offrono una grande scelta di abilità per ogni personaggio. Per sbloccarle, tuttavia, dovrete spendere punti PA, ottenibili semplicemente man mano che giocherete.
Ad arricchire questa esperienza, però, sono i dolcissimi gufi presenti nei regni. Trovarli vi permetterà non solo di ottenere skin graziosissime, ma anche di beneficiare di ottime ricompense. Insomma, basterà un “hoot, hoot” per sciogliere il vostro cuore. A proposito di skin, avrete accesso a una grande vastità di DLC per ogni personaggio; potreste anche optare per un costume da bagno, sebbene non sia poi così sicuro in combattimento.
Vogliamo tuttavia farvi una premessa importante: alcune skin, come le ali, potrebbero riempire e offuscare completamente la visuale. Prestate attenzione a questo particolare, quindi, perché potrebbe rovinare l’esperienza di gioco, soprattutto in occasione di cinematiche o vignette importanti.
E la longevità di gioco?
La fase esplorativa è altrettanto coinvolgente; sebbene ci siano alcune limitazioni, si tratta comunque di mappe aperte. Ebbene, inizialmente pensavamo che il gameplay potesse avere una longevità piuttosto breve: con grande piacere, possiamo dirvi che il completamento della storia richiede circa quaranta ore. Sommando quindi le missioni secondarie, il farming e tutte le altre attività, si possono raggiungere o superare le sessanta ore.
Insomma, è un titolo che riuscirà a intrattenervi per un bel po’, e lo farà senza mai annoiarvi. Potreste perfino decidere di sbloccare il trofeo di platino, dato che non sembra essere estremamente difficile!
Tales of Arise: il combattimento
Ve l’avevamo già accennato, ma stavolta non abbiamo dubbi: il combattimento di Tales of Arise è un tributo al divertimento. Meglio ancora, vi stiamo parlando del vero punto di forza dell’intero gioco. Avrete infatti accesso a diverse abilità, combo e veri e propri Attacchi Boost di gruppo che recheranno danni impressionanti. Qui non è presente alcun combattimento a turni, e tutto ciò che dovrete fare sarà scagliare fendenti letali mentre il gruppo vi supporterà. Ogni personaggio ha abilità specifiche: Shionne, ad esempio, attaccherà da lontano con armi da fuoco. Al momento opportuno potrete invocare il suo attacco speciale, così come quello dei vostri amici.
Sarete anche liberi di cambiare personaggio in pieno combattimento, in modo da sperimentare diverse tecniche senza mai annoiarvi. Infine, il combat system non è particolarmente competitivo, ma riesce a farsi apprezzare. I boss hanno infatti dei pattern d’attacco a cui prestare attenzione, e man mano che aumentate la difficoltà la sfida si farà più intensa. I nemici hanno anche dei punti deboli su cui concentrarvi, in modo da indebolirli. Insomma, non avremmo potuto chiedere di meglio.
Bisogna, tuttavia, prestare attenzione ai BA, punti che consentono di utilizzare le arti magiche e che rischiano di esaurirsi troppo velocemente. Le arti curative, invece, sono legate ai PC, ricaricabili riposando o consumando gelatine (esempio: gelatina all’ananas +60%; gelatina all’arancia +30%). Si tratta di una sfaccettatura molto importante, perché potreste ritrovarvi senza cure (anche se in genere, prima di affrontare un boss, troverete un checkpoint che vi consentirà di recuperare ogni singola statistica vitale).
Un altro piccolo elemento che potrebbe tediare il giocatore è la necessità di doversi avvicinare al nemico per avviare il combattimento. Si tratta di una meccanica piuttosto classica, che potrebbe impedire qualsiasi tipo di dinamica stealth, ma nulla di particolarmente impattante. Nel complesso, il combat system è il vero fiore all’occhiello di questo nuovo capitolo, e lo abbiamo trovato estremamente gratificante e piacevole.
Comparto grafico e tecnico
Il comparto grafico si è rivelato davvero piacevole e ben realizzato. Ogni regno è caratterizzato da una palette di colori ben scelta, attribuendo un’identità unica che stimola l’esplorazione. Un nuovo shader grafico contribuisce a rendere i mondi più realistici, tinti di sfumature acquerello che si distinguono da molti altri giochi. Certo, in realtà non è nulla di troppo sconvolgente; Bandai Namco avrebbe potuto osare ancora di più sotto alcuni aspetti, ma nel complesso il risultato è più che soddisfacente.
Lo stesso discorso vale per i modelli poligonali e l’espressività dei personaggi, partendo dagli sguardi alle movenze del corpo. Tutto si lega molto bene e funziona in modo convincente. Le nostre lodi vanno anche alle animazioni, in particolar modo durante il combattimento, al punto da fondersi meravigliosamente con gli attacchi. Distinguere il gioco da un anime è stato davvero difficile a volte, e ciò ci ha permesso di immergerci in quest’avventura come se fossimo noi gli eroi.
A contribuire egregiamente è stato anche il doppiaggio in lingua giapponese. Potrete selezionare anche l’audio in Inglese ma, in tutta onestà, non rende minimamente quanto il primo. Ovviamente potrete usufruire della localizzazione in Italiano, anche se i sottotitoli si sono rivelati leggermente imprecisi in alcuni punti. Nulla che non si possa risolvere, comunque. Per quanto riguarda l’aspetto prettamente tecnico, invece, il gioco è sempre stato fluido, perfino nei momenti più concitati. Abbiamo provato Tales of Arise su PC e, tranne per alcuni piccoli cali di frame, non abbiamo mai notato problemi.
Infine, non poteva mancare una menzione speciale al comparto musicale, splendidamente realizzato da Motoi Sakuraba. Contesti e ambientazioni specifiche si fondono con le note avvincenti della speranza, o con una malinconica orchestra che ricorda i dolori del passato. Insomma, è un’esperienza che si fa vivere con grande spontaneità e che riesce perfino a emozionare innumerevoli volte.
Tales of Arise: conclusioni
Tales of Arise è il punto di svolta della serie, una nuova strada che si fonda sulle basi solide dei Tales of, ma che tuttavia mostra nuove sfumature che possono convincere ulteriormente. Bandai Namco ha scelto di migliorare alcuni aspetti e di lasciarne altri intatti. C’è un aspetto ancora più importante, però: sebbene si tratti del diciassettesimo capitolo, questa è la dimostrazione che una serie può cambiare e migliorare dopo tanti anni.
La trama non è estremamente originale, ma i personaggi sono ben caratterizzati ed è difficile non empatizzare con loro. Al tempo stesso, l’esperienza di gioco è arricchita da un ottimo sistema di combattimento, così come da un buon comparto tecnico a supportarlo. Un altro punto a suo favore è la possibilità di giocare questo capitolo nonostante non si abbia mai giocato un Tales of. Ogni storia è sempre stata unica e slegata, di conseguenza non è necessario dover recuperare ben sedici capitoli (sarebbe pura follia, onestamente).
Consigliamo questo titolo agli amanti del genere ma anche ai neofiti: alcune dinamiche potrebbero sorprendervi e farvi finalmente cambiare idea sui GDR. Tales of Arise è stato una boccata d’aria fresca in quest’anno videoludico, e siamo immensamente felici di vedere quanto i giocatori possano ancora essere sorpresi. Adesso scusateci, ma dobbiamo ripopolare la foresta dei gufi!
Fateci sapere cosa pensate di questo nuovo gioco e, nel frattempo, continuate a seguirci su VideogiochItalia.
Combattimento estremamente gratificante
Gameplay coinvolgente
Buona longevità
Comparto grafico ben realizzato
Trama non troppo originale
Piccoli cali di frame in alcuni frangenti
Sottotitoli in Italiano talvolta imprecisi