Tales of Kenzera ZAU – Recensione: un platform suggestivo ma imperfetto

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Informazioni sul gioco

Tales of Kenzera ZAU è l’ultima fatica di Surgent Studios ed Electronic Arts. Si tratta di un platform in cui spiritualità e combattimento si fondono dando vita a una danza scenografica che ci ha incuriosito parecchio.

Al tempo stesso, però, il gioco presenta alcuni piccoli punti deboli che hanno impattato (seppur in minima parte) sull’esperienza. Abbiamo già potuto provare la demo in occasione dello Steam Next Fest 2024 e ci eravamo reputati piuttosto entusiasti e incuriositi.

Stavolta abbiamo sperimentato e sviscerato l’intera versione del gioco, e in questa recensione vi diremo cosa ne pensiamo a 360 gradi.

La storia di Tales of Kenzera ZAU: la morte di un padre e la sofferenza viscerale

La storia di questo gioco inizia senza troppi fronzoli. Zau è il nuovo uomo di casa, il personaggio forte che deve sostenere la sua famiglia ma che, inevitabilmente, crolla dinanzi al dolore più grande di tutti: la perdita del suo Baba.

A un evento del genere non si è mai pronti, soprattutto quando è una malattia a portare via in modo straziante un pezzo della tua vita. La disperazione di Zau si plasma e muta in modo diverso dalla classica rassegnazione.
Decide infatti di evocare Kalunga, dio della morte, e di stringere un patto con lui pur di riportare indietro il suo amato papà.

Si tratta di un compito piuttosto arduo, pericoloso e tetro. Per farlo, infatti, Zau dovrà trovare tre grandi spiriti che si sono rifiutati di entrare nel regno dei morti e dovrà convincerli a farlo.

Inizierà così un viaggio che si districherà fra i sentieri di Kenzera, tra miniere, paesaggi verdeggianti e ambientazioni straordinarie.

tales of kenzera zau recensione, la storia del gioco

Il sottile velo tra il regno dei morti e dei vivi

Kalunga accompagnerà Zau per tutto il tempo e fungerà quasi da nonno adottivo, con la sua saggezza e (quasi) dolcezza. Insomma, non è il classico dio della morte che ci saremmo aspettati.

Ciò ci ha sorpreso e mostra un altro aspetto che gioca un ruolo cruciale nel comparto narrativo: l’importanza del regno dei vivi, ma anche del mondo dei morti. Entrambi sono fondamentali, hanno il loro scopo e le loro regole talvolta inviolabili.

La morte funge da perno alla storia, ma viene trattata in modo estremamente delicato, nonostante la sua drammaticità. In alcuni punti avremmo forse preferito una maggiore profondità, affinché storia e gameplay potessero fondersi alla perfezione.

Trattandosi di un platform, chiaramente il protagonista per eccellenza è proprio il gameplay, ma alcuni aspetti potevano essere arricchiti maggiormente. Lo dimostrano gli echi raccolti durante le sessioni di gioco, ovvero frammenti di ricordi che raccontano brevi momenti del passato.

In questo caso avremmo preferito dei ricordi più incisivi che potessero dare un tocco di profondità maggiore alla storia e, soprattutto, all’identità di Zau, nonché al rapporto con il padre.

Il gameplay tra maschere, colori sgargianti e abilità

Passiamo al centro nevralgico dell’intero gioco, ovvero il gameplay. Tales of Kenzera ZAU segue le classiche dinamiche di un platform, con i vari ostacoli, le piattaforme su cui saltare velocemente e le abilità cruciali che permettono di proseguire con l’avventura.

Ciò che ci ha sorpreso immediatamente è la fluidità con cui Zau attiva le due maschere, ovvero quella del Sole e della Luna. La prima è perfetta per gli amanti degli attacchi ravvicinati, mentre la seconda predilige gli attacchi a distanza.

Queste due abilità si fondono alla perfezione e danno vita a una scenografia di attacchi straordinari, con una fluidità e spontaneità davvero godibili. Entrambe le maschere, inoltre, offrono una sorta di Ultimate, o di attacco speciale, con cui dilaniare una vasta quantità di nemici.

In caso di necessità abbiamo anche potuto curare il nostro personaggio, a discapito però delle tacchette dedicate proprio all’attacco speciale. Una sorta di compromesso che in alcuni momenti si rivela inevitabile, soprattutto durante le fasi finali del gioco.

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Un combattimento poco presente

Proprio uno dei principali punti di forza del gioco presenta anche dei lati deboli che ci hanno lasciati con l’amaro in bocca. Il combattimento è ben strutturato, fluido e divertente, eppure funge da semplice contorno in alcune fasi del gioco, soprattutto durante l’inizio.

Se nelle ultime ore abbiamo sperimentato dei combattimenti molto più adrenalinici e impattanti, per la maggior parte del tempo ci siamo dovuti accontentare di piccole orde di nemici racchiuse all’interno di uno spazio limitato.

Ai lati dello schermo compaiono infatti delle delimitazioni oltre le quali non si può passare, se non uccidendo tutti i nemici. Sebbene questo evento non sia onnipresente, con i mostri che talvolta compaiono anche normalmente durante la semplice esplorazione, avremmo preferito dei combattimenti meno limitanti.

Proprio per questo motivo le ultime battute di gioco si sono rivelate incredibilmente gratificanti e stimolanti. Ad ogni modo, Tales of Kenzera Zau è un gioco divertente e coinvolgente, nonostante qualche sbavatura o intoppo. Questi aspetti potrebbero però penalizzare i giocatori più competitivi.

Un mondo vasto e ricco di interazioni

Il gioco ci presenta un mondo vasto, pieno di paesaggi da esplorare, punti segreti della mappa e interazioni perfette per i collezionisti. Abbiamo potuto usufruire del viaggio rapido, che tra l’altro ci mostra una mappa piuttosto dettagliata.

Inoltre, spesso ci siamo imbattuti in un banco di potenziamento, attraverso cui equipaggiare le varie abilità aggiuntive ottenute. Insomma, Tales of Kenzera è davvero ricco di luoghi da esplorare, talvolta rivelandosi quasi dispersivi, senza essere però tediosi o confusionari.

Abbiamo completato la storia principale in circa 10 ore, ma chiaramente quest’ultime possono raddoppiare per i collezionisti o per i più competitivi, considerando i vari punti da poter raggiungere successivamente.

Il comparto tecnico, una scenografia di colori e danze sciamaniche

Abbiamo giocato su PC e non abbiamo mai riscontrato problemi. Il gioco si è sempre dimostrato deliziosamente fluido, perfino nei momenti più concitati in cui si presentavano orde di nemici.

Il comparto grafico è la chicca per eccellenza di questo platform, con i suoi paesaggi meravigliosi, gli sfondi che quasi si amalgamano ai punti di interazione e gli effetti ben realizzati.

Anche il semplice alternarsi delle maschere dà vita a tonalità brillanti e vibranti, per cui ci reputiamo davvero soddisfatti. A contribuire è il doppiaggio che, seppur in inglese, offre profondità ai dialoghi durante l’intera esperienza.

A differenza della demo provata, inoltre, in questa versione è presente anche la localizzazione in Italiano, quindi con interfaccia e sottotitoli nella nostra lingua.

Tales of Kenzera Zau recensione: conclusioni e voto

Tales of Kenzera Zau è un’avventura davvero interessante che racconta il profondo senso di disperazione derivante dal lutto. La sua storia poteva essere arricchita maggiormente in alcuni punti, ma si sposa con un gameplay ricco di interazioni e abilità scenografiche.

Peccato per le prime fasi del gioco, piuttosto monotone e con combattimenti poco adrenalinici, costringendoci a sconfiggere orde di nemici in uno spazio delimitato. Successivamente, però, l’avventura mette finalmente il turbo e si rivela incredibilmente godibile e stimolante.

Ad arricchire l’esperienza è il comparto grafico davvero ben realizzato, con paesaggi disegnati egregiamente e con una palette di colori suggestivi. Probabilmente non è l’avventura adatta ai più competitivi, soprattutto nelle fasi iniziali, ma è sicuramente un’esperienza ben strutturata e perfetta per gli amanti del genere.

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tales of kenzera zau recensione del gioco platform di surgent ed electronic arts
0
Great
73100
Pros

Ambientazioni meravigliose

Gameplay fluido e ricco di interazioni

Incentiva alla rigiocabilità

Cons

Storia emozionante ma poco presente in alcuni punti

Combattimento limitante e monotono all'inizio del gioco

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