La voce protagonista di oggi nella nostra rubrica delle interviste è quella di Francesco Rizzi.
Rizzi negli ultimi anni si è fatto apprezzare per averci regalato alcune interpretazioni davvero degne di nota. Una su tutte è l’indimenticabile cacciatore di taglie Deacon St. John in Days Gone, titolo molto amato dal pubblico.
Per chi ci segue sa che il nostro impegno nella divulgazione del mondo del doppiaggio è costante e concreto.
Dopo il premio la Musa D’oro , che ci vedeva protagonisti nella scelta delle nomination per la categoria videogiochi, parteciperemo al primo premio sul doppiaggio esclusivo sui videogiochi, ovvero il premio Onda Sonora. L’evento si terrà a Torino il 13 aprile al Torino Comics. Entrambe le premiazioni sono organizzate da Voci Animate con cui collaboriamo attivamente da alcuni anni.
Per il premio Onda Sonora abbiamo selezionato le voci e i direttori che ci hanno colpito di più nell’ultimo anno per il loro lavoro svolto. Francesco Rizzi è stato scelto dalla nostra redazione per essere inserito in nomination per la categoria miglior doppiatore.
Indice
Chi è Francesco Rizzi
Francesco Rizzi nasce a Milano il 25 settembre del 1988.
Appassionato di cinema si avvicina al mondo della recitazione attraverso il teatro. Successivamente intraprende un corso di doppiaggio che lo porterà nel tempo a lavorare stabilmente come doppiatore.
Cosa ha doppiato
Francesco Rizzi ha doppiato molte pellicole cinematografiche, lo ricordiamo nei panni di Ewan McGregor in Son of a Gun, David Zayas in La forza della natura e Will Ferrell in The Wendell Baker Story
Nelle serie animate ha prestato la voce a Marcus Holloway in Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix e Heracles in I Cavalieri dello Zodiaco – Saint Seiya: Soul of Gold.
Nei videogiochi ha prestato la voce a Capitan Boomerang in Suicide Squad Kill the Justice League, P3 in Atomic Heart, Venom in Marvel’s Spider-Man 2, Deacon St. Jhon in Days Gone, Ganondorf in The Legend of Zelda:Tears of the Kingdom, Saint-14 in Destiny 2, Colt in Deathloop, Brick in Borderlands 3,ed è la voce di Wario a partire dal 2017.
Intervista a Francesco Rizzi: doppiatore di Deacon, Venom, P3 Wario e altri
- Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?
Mi sono avvicinato al mondo del doppiaggio un po’ all’improvviso. Sono sempre stato appassionato di cinema e recitazione, ma mi venne il guizzo di buttarmi in questo percorso in un momento di crisi. Ricordo che non riuscivo a trovare lavoro e non riuscivo a trovare la mia dimensione nel mondo.
Decisi che avrei dovuto fare un lavoro che mi avrebbe reso felice. Ho trovato nel doppiaggio il mezzo migliore. Ho iniziato teatro e poi mi sono iscritto anche a un corso di doppiaggio che ti aiuta a comprendere come funzionano le cose in sala e da allora il mio viaggio non si è più fermato e speriamo continui ancora per molto tempo.
- Sappiamo che hai doppiato Deacon St. John in Days Gone. Com’è stato doppiare un’opera così significativa nel panorama videoludico?
Il doppiaggio di Days Gone
Descrivere l’esperienza con Days Gone è un po’ come descrivere un sogno ad occhi aperti. Non tanto per il titolo che comunque ha ricoperto un ruolo fondamentale nel panorama videoludico, ma più per il percorso che mi ha portato a doppiare Deacon. Stavo assistendo alla conferenza Sony all’E3 del 2016 in diretta, quando apparve il gameplay di Days Gone. Mi alzai dalla poltrona e dissi: “io questo videogioco lo devo doppiare assolutamente”. Purtroppo, non funziona così, non è il doppiatore che sceglie il prodotto da doppiare.
Ricordo che sono stato chiamato dallo studio per un provino e, per una serie di motivi che non sto qui a spiegarvi, non riuscirono a contattarmi immediatamente. Cercarono di farlo per tre o quattro giorni. Finalmente il mio caro amico e collega Alessandro Zurla (che abbiamo intervistato per il doppiaggio di Alan Wake NdR), riuscì a mettersi in contatto con me e a dirmi: “Guarda ti stanno chiamando per un provino importante, mi raccomando rispondi”. Mi fiondai allo studio e feci il provino.
Aspettai qualche settimana, finché non mi chiamarono mentre ero in macchina per darmi la bella notizia e accostai per la felicità.
Di quel periodo ricordo qualsiasi cosa, è stato un doppiaggio che è durato parecchio tempo più di un anno. Ricordo le sensazioni, come mi sentivo prima di un turno, l’odore che c’era in sala e le risate con il direttore e il fonico. Insomma, è stato un periodo magico che non dimenticherò mai.
Doppiaggi di Atomic Heart e Suicide Squad
- Hai doppiato il sergente maggiore P3 in Atomic Heart. Anche in questo caso avete doppiato su un’onda sonora? Come spesso accade nei videogiochi?
Atomic Heart è un altro grande titolo. Non conoscevo il prodotto ma venne presentato lo stesso giorno del primo turno. Una volta uscito dalla sala mi ritrovai a guardare i gameplay presentati a Colonia alla Gamescom e riconobbi Atomic Heart. Ovviamente ero esaltatissimo perché era un gioco il cui genere a me fa impazzire.
Ho riconosciuto il gioco proprio perché il primo turno lo ha fatto a video. Per molte cutscene abbiamo avuto la possibilità di avere il video, poi come succede spesso durante le sessioni in game abbiamo solo l’onda sonora. Da gamer capisco bene o male quale sia la situazione e ovviamente anche l’aiuto del direttore, anche lui appassionato di videogiochi.
Se non abbiamo proprio le idee chiarissime riusciamo in qualche modo a capire come muoverci. Direi che è stato più o meno un 40% video e 60% onda sonora. Bellissimo gioco anche questo.
- In Suicide Squad: Kill the Justice League tu hai doppiato uno dei personaggi principali, ovvero Capitan Boomerang. Che aneddoto puoi raccontarci sul doppiaggio del titolo ambientato nella serie Arkam?
Anche Suicide Squad è un altro grande grande titolo che tra le cose abbiamo appena finito (ai tempi della registrazione dell’intervista NdR). È stato un lavoro molto lungo, fa strano parlarne al passato. Posso dirti che dopo un lungo periodo di lavorazione sia io e sia il direttore conoscevamo a memoria Capitan Boomerang. Anche solo leggendo le battute, senza sentire la voce, sapevamo che era lui. Ha un modo di esprimersi molto sboccato, molto volgare, è divertentissimo. Ogni tanto se nell’adattamento non ci suonava qualcosa riuscivamo a cambiarlo al volo. Riuscivamo ad adattare la battuta alla volgarità di Boomerang.
Tenevo sempre a mente, come ho scritto su Instagram, la giacca di pelle sudata e il gin australiano per calarmi nel personaggio. L’attore originale è bravissimo, ma tutti gli attori che doppio mi insegnano tanto. Bastava seguire lui per rendere bene il personaggio. Ci sono una serie di accortezze che ti aiutano ancora di più. Mi mancherà tanto.
- Qual è il personaggio più difficile che hai doppiato? A quale sei più affezionato?
Il doppiaggio di Venom in Spider-Man
Il personaggio più difficile è stato sicuramente Venom. Ho sempre fatto personaggi grossi che mi hanno impegnato molto a livello vocale ma anche fisico, perché mi muovo insieme al personaggio mentre lo doppio. Venom era un tipo di personaggio che è andato a smuovere qualcosa che non ho quasi mai utilizzato. È stato un impegno triplo rispetto al normale. Ho usato tutta la parte della gola in modo molto più cavernoso e più vibrante. Di solito i miei personaggi grossi sono più gutturali e più potenti. Anche Venom è una bestia, però c’erano una serie di sfumature diverse.
Tra l’altro Tony Todd, il doppiatore originale, ha fatto un lavoro sublime. Più le battute erano cattive più lui le diceva in modo quasi sensuale. Anche i versi erano parte della sceneggiatura ed erano parte del parlato di Venom. Ricordo che ho rifatto un verso 15 volte per riuscire a centrarlo nel modo giusto, e per restituire la stessa cosa dell’attore in originale. Uscivo veramente sfatto dai turni di Venom. È stato un personaggio che mi ha dato una soddisfazione enorme. C’era anche questa lingua che si muoveva, quindi dovevamo trovare il giusto compromesso.
Per quanto riguarda il personaggio a cui sono più affezionato, è ovviamente Deacon. È stato il mio primo personaggio grosso nei videogiochi e me lo porto nel cuore. Il videogioco ha avuto un successo graduale perché è partito un po’ in sordina e poi in molti si sono ricreduti. Come Deacon, anche il videogioco stesso è un sopravvissuto. Leggere i commenti di gente che ha apprezzato il gioco e il doppiaggio di Deacon mi ha sempre reso molto felice. Deacon è come un amico che non sento da un sacco di tempo. È nel mio cuore.
L’intelligenza artificiale e futuro del doppiaggio
- Il sindacato degli attori di Hollywood SAG-AFTRA, che rappresenta anche i doppiatori e gli interpreti di mo-cap nell’industria dei videogiochi, ha annunciato un accordo sull’utilizzo dell’AI per il doppiaggio dei videogiochi con lo studio di AI Replica Studios. Come vedi il futuro del doppiaggio in rapporto alla presenza dell’intelligenza artificiale?
Nei confronti dell’intelligenza artificiale ho molte idee confuse. Spero sempre che si possa combattere con un crescente livello di qualità. L’intelligenza artificiale va alla velocità della luce e noi dobbiamo cercare di mantenere una qualità alta per poter combattere un mostro del genere. È difficile perché a volte i tempi non lo consentono, corriamo sempre come dei disperati perché ci sono le consegne a ridosso, starci dietro non è così semplice. L’imprevisto che l’uomo può donare alla propria arte e alla propria artigianalità è sempre un passo avanti rispetto all’intelligenza artificiale.
Ho sentito cose dell’intelligenza artificiale che mi fanno venire la pelle d’oca, pertanto il nostro impegno per combatterla dovrà essere sempre maggiore. Parlo chiaramente dei lavori artistici, lavori dove l’uomo mette la propria sensibilità, anche se in realtà in tutti i lavori è così. Il tocco dell’uomo è fondamentale e spero che questa cosa venga tenuta in considerazione.
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti doppiatori?
Quando mi chiedono consigli per i giovani ,mi fa strano perché io stesso mi sento ancora agli inizi. Ricordo benissimo le ansie dei primi tempi. La voglia di voler dimostrare di far tutto subito e bene da parte degli altri, perché io non sono una persona competitiva. Quello che vi posso dire è banalmente: divertitevi, non pensate alla competizione. Create qualcosa che sia vostro, che sia un modo di recitare personale. Create qualcosa che sia esclusivamente vostro, certo le ispirazioni arrivano sempre, ma siate unici.
Quando devo pensare a delle battute le dico con la mia cadenza, non nel mio dialetto, ma con la mia cadenza. Sicuramente il teatro vi insegna le tecniche e vi aiuta a capire come siete voi. Nessuno può insegnare la recitazione, è una cosa che dovete tirare fuori da soli. È fondamentale fare tante cose, perché l’ispirazione per questo lavoro la si prende dalle cose della vita di tutti i giorni, anche osservare le persone.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
Da quando ho iniziato i miei personaggi si sono legati ai personaggi di due miei colleghi, uno Alessandro Zurla e l’altra Chiara Francese. Dall’inizio i miei personaggi hanno sempre avuto l’opportunità di avere a che fare con i loro, in modo indiretto il più delle volte perché non si lavora quasi mai insieme. È una sensazione familiare quando sai che il personaggio che interpreti è amico o compagno di avventure di altri personaggi rispettivamente doppiati da Alessandro Zurla e Chiara Francese. Quando succede così mi spunta sempre un sorriso sulla faccia, perché ho molta stima di questi due miei colleghi. Siamo sempre una grande famiglia.
Mando un grande abbraccio a tutta la redazione di videogiochitalia, mi ha fatto molto piacere essere qua con voi.
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.