Intervista ad Anna Laviòla: doppiatrice di Eve in Stellar Blade e Shin Hati in Ahsoka

Informazioni sul gioco

Oggi abbiamo l’immenso piacere di ospitare nella nostra rubrica delle interviste Anna Laviòla, doppiatrice professionista. Uno dei suoi ruoli più conosciuti è nei panni di Shin nella serie tv Ahsoka.

Oltre a questo, ha doppiato anche vari personaggi in altre produzioni televisive e cinematografiche. Ultimamente ha preso parte al doppiaggio di Stellar Blade nei panni proprio della protagonista Eve.

Stellar Blade è un videogioco action RPG e d’avventura sviluppato da Shift Up. Il gioco è stato rilasciato per Playstation 5 il 26 aprile 2024, qui potete trovare tutto quello che vi serve nel nostro articolo riassuntivo.

Per chi ci segue sa che il nostro impegno nella divulgazione del mondo del doppiaggio è costante e concreto.

Dopo il premio la Musa D’oro , che ci vedeva protagonisti nella scelta delle nomination per la categoria videogiochi,  poco più di un mese fa abbiamo partecipato al primo premio sul doppiaggio esclusivo sui videogiochi, ovvero il premio Onda Sonora. L’evento si è tenuto a Torino il 13 aprile al Torino Comics. Entrambe le premiazioni sono organizzate da Voci Animate con cui collaboriamo attivamente da alcuni anni. Qui trovate i vincitori del premio.

Chi è Anna Laviòla

Anna LaviòlaAnna Laviòla nasce a Policoro il 12 agosto 1991.

Appassionata di musica fin da piccola si avvicina al mondo della recitazione attraverso il teatro. Successivamente intraprende un corso di doppiaggio che la porterà nel tempo a lavorare stabilmente come doppiatrice.

Cosa ha doppiato

Anna Laviòla ha doppiato molte pellicole cinematografiche, lo ricordiamo nei panni di Yaima Ramos in La Valla e Nikkita Chadha in Into the Deep.

Nelle serie animate ha prestato la voce a Birba in I Puffi e Val in Trolls: TrollsTopia.

Nei videogiochi ha prestato la voce a Eve in Stellar Blade. Nelle serie tv ha doppiato Shin Hati in Ahsoka.

 

Intervista ad Anna Laviòla

  • Come ti sei avvicinata al mondo del doppiaggio?

Io sono Lucana e come potrei ben immaginare stando anche tu al sud, non è che abbiamo tutti questi mezzi. I professionisti se ne vanno e giù resta veramente poca roba, soltanto di recente alcune scuole di doppiaggio sono arrivate in vari punti del Sud Italia, ma quando c’ero io non esistevano. Io mi definisco prima di tutto una cantante e poi un’attrice. Il mio percorso è iniziato prima con la musica, io canto da quando avevo un anno. Questa passione si è unita anche al sogno della recitazione. Diciamo che, soltanto quando sono arrivata a Roma, sono riuscita a entrare in questo settore. Ho frequentato laboratori teatrali, iniziando appunto ad avvicinarmi alla recitazione.

Il sogno del doppiaggio era proprio una roba fanciullesca. Mi ricordo ancora che, quando ero piccola, non avevamo i computer per vedere i nomi delle persone. Semplicemente mi divertivo a riconoscere le voci dei miei doppiatori preferiti. Quando ho incontrato Davide Garbolino gli ho detto: “Ash, posso toccarti?”. Io sognavo questo mestiere da quando ero piccola. Non pensavo mai di poterci arrivare, soprattutto per una persona che non appartenesse alla “casta”. Quando sono arrivata a Roma, mi sono interfacciata con una persona che faceva già doppiaggio.

Questa persona si conosce perché è l’autore della parodia che mi ha vista protagonista del web per un po’ di tempo. Il nostro primo incontro non è stato altro che la registrazione di quella parodia. Tramite lui ho iniziato a capire che effettivamente forse non era inaccessibile questo mondo. Dobbiamo precisare una cosa, mi sono trasferita a Roma per fare l’università. Mentre studiavo giurisprudenza, pensavo che avrei smesso anche di cantare. Non pensavo proprio al percorso artistico. Una volta laureata ho avuto una crisi esistenziale.

La strada poteva sembrare quella corretta ma non lo era. Mi sono laureata, ho chiuso quel capitolo e poi ho voluto provarci. Mi sono laureata a luglio del 2016 e a settembre ho iniziato una scuola di doppiaggio.

Un’infarinatura me la ero sicuramente fatta anche facendo i video per YouTube, però ci vuole una parte professionale. Dopo aver frequentato per due anni questa scuola, forse complice anche la fortuna, ho conosciuto una persona che insegnava nella scuola di doppiaggio che ho frequentato e che ha iniziato a dirigere. Da quel giorno iniziò a chiamarmi per i primi turni.

Insomma, quando si inizia si passa il tempo fuori dalle sale, non dentro. Ufficialmente nel 2019 ho iniziato a lavorare. Al 2024 sono sei anni che faccio questo lavoro. Ho iniziato anche ad avere le prime soddisfazioni, fino ad arrivare a questa incredibile esperienza del videogioco nei panni di Eve in Stellar Blade.

Stellar Blade Eve

Il doppiaggio in colonna separata

  • Nelle ultime lavorazioni, che siano videogiochi, serie tv o film, doppiate sempre in colonna separata?

No, siamo tornati a doppiare insieme in sala. Qualche società mantiene le convocazioni separate, però la maggior parte preferisce il doppiaggio in compagnia di altri colleghi, almeno per quanto riguarda i piccoli ruoli. Da un anno si è tornati comunque a fare i turni insieme. Dipende anche da quello che fai, se hai una ventina o una trentina di righe magari ti mettono a parte. Diciamo che dalle venti righe sei sempre in colonna separata. È bello secondo me, a me mancava stare da sola. Non avevo mai un momento per scaricare, la cosa bella di questo ambiente è il poter interagire da un punto di vista di vista umano.

Il doppiaggio di Ahsoka

  • Quale è stato il personaggio più difficile da doppiare a quale sei più affezionata?

Il personaggio a cui sono più legata in assoluto è di un cartone animato. Il cartone si chiama TrollsTopia e io doppio Val Thundershocked. Val è la tipica dura con la sua corazza inviolabile ma che poi è una tenerona incredibile. Quindi, durante tutte le stagioni l’obiettivo di Poppy, che sarebbe la protagonista, è quello di ammorbidire Val che è una Troll punk rock. Nonostante il suo animo Rock, Val si rende conto che adora avere come amica Poppy.

C’è anche un rapporto di amore fra di loro, per quanto non dichiarato. Adoro Val perché è stato il primo personaggio di cui ho vinto il provino sia parlato e sia cantato. Per me è una cosa incredibile. La fiducia in questo caso me l’ha data una persona che in questo momento sta avendo un successo incredibile grazie a Hazbin Hotel, ovvero Rossa Caputo che ha doppiato Charlie Stella del Mattino.

È stata lei a scegliermi per il provino e poi ho lavorato con lei essendo la direttrice di questo cartone. Un percorso stupendo che è durato due anni e mezzo. È stato bellissimo poter avere un personaggio simile al mio carattere. Faccio sempre la dura ma sono di panna dentro.

Il personaggio più complesso è stato proprio uno degli ultimi, ossia Shin Hati in Ahsoka. Partiamo dal presupposto che non bisogna mai essere fan di un prodotto che si va a doppiare, bisogna mantenere un certo distacco emotivo dal prodotto. Noi dobbiamo immergerci totalmente nei personaggi che interpretiamo.

Shin è un personaggio allucinante perché lei è assolutamente umana ma non ha niente di umano in realtà. L’attrice è stata clamorosa. Io nel mio piccolo so di non averle reso abbondantemente grazia. Soffrivo fisicamente nel fare Shin. Al doppiaggio ti insegnano che devi cercare le sfumature, i colori delle emozioni, lei non muoveva un muscolo. La direttrice mi diceva che a volte le trasmettevo troppe emozioni e che dovevo essere morta dentro. Abbandonare totalmente qualsiasi tipo di emozione è stato un inferno, poi alla fine sono entrata nel personaggio. Speriamo che torni nella seconda stagione di Ahsoka , me lo auguro.

Shin Ahsoka

  • Futuri progetti, puoi anticiparci qualcosa?

Ho appena finito un cartone animato molto bello che piacerà tanto ai ventenni perché faranno un tuffo nel passato. È uno spin-off che ha fatto innamorare una generazione di bambini che adesso ritorna dopo tanto tempo. Mi sono trovata a fare un personaggio di cui porto il peso, nel senso che originariamente era doppiato da un’altra persona ma ovviamente per una questione di età hanno preferito cambiare voce.

Come funzionano i provini nel mondo del doppiaggio

  • Come funzionano i provini nel doppiaggio?

Di base i provini per ogni personaggio prevedono circa tre persone coinvolte. Nell’ 80-90 % dei casi tre persone si contendono un personaggio. Queste tre persone sono selezionate dal direttore di doppiaggio che decide chi vuole inserire nei provini. Si fa un solo provino dove al microfono, tramite il voice test, si dice il nostro nome e poi si invia il tutto al cliente. In questa fase non so come fanno a decidere. Ognuno ha un metodo diverso, c’è chi decide in base all’onda, ovvero se la voce è somigliante da un punto di vista proprio tecnico e grafico all’originale dell’onda. C’è chi si innamora della voce.

Ad esempio, per il provino di Val sono stata onorata di averlo vinto perché ho anche ricevuto i complimenti dal cliente. Mi è stato detto che ero perfetta per questo personaggio. Di base decide il cliente, a prescindere dalla metodologia. Il direttore può dare una preferenza. Tuttavia, il cliente ignora totalmente la preferenza del direttore. Se hai vinto il provino ovviamente ti informano, mentre quando non lo vinci spesso non te lo dicono.

Anna Laviòla

  • Che consiglio daresti a nuovi aspiranti attori e doppiatori?

Il primo consiglio che mi sento di dare è quello di trasferirsi a Roma. La maggior parte dei prodotti vengono fatti qui, certo anche a Milano si lavora. In generale bisogna trasferirsi nel luogo in cui c’è il doppiaggio. Le persone devono accettare che il doppiaggio non cade dal cielo. Tra l’altro ora è pieno di impedimenti, prima le sale erano aperte. Adesso se vuoi assistere a un turno probabilmente devi indossare una tuta militare e cercare di dimostrare che non vuoi assolutamente rubare il prodotto. Pensa che quasi tutti gli stabilimenti hanno i tornelli. Quindi, oltre a trasferirsi bisogna andare per le sale e cercare di gentilmente di disturbare i direttori.

I provini dentro le sale è molto difficile farli, a meno che le società organizzino anche giornate di provini. Bisogna anche registrarsi realizzando dei dub reel dove incidere delle proprie prove. Il doppiaggio è faticoso perché richiede una presenza costante. Il doppiaggio è anche economicamente oneroso all’inizio perché, se tu non hai un sostegno importante dalla famiglia o da un lavoro, è difficile organizzarsi. Dalla mattina fino al pomeriggio bisogna stare sul pezzo, bisogna girare per farsi vedere. È un lavoro molto umano, noi non abbiamo un agente che ci sponsorizza.

Noi andiamo a vendere il nostro talento. La costanza paga tantissimo. Quello che dico alle persone che parlano della casta e sostengono che il doppiaggio è per i figli dei doppiatori, dico sempre che non bastano i figli dei doppiatori. Con Le piattaforme come Netflix, Amazon Prime, Disney e Paramount non bastano i figli dei doppiatori. Attualmente siamo più non figli di doppiatori a lavorare, che i figli d’arte. Pensa a Edoardo Stoppacciaro, Benedetta degli Innocenti che ormai doppiano a livelli davvero molto alti, loro non sono figli di doppiatori.

  • Siamo davvero curiosi di conoscere la routine di un doppiatore, come è organizzata la vostra giornata da un punto di vista lavorativo?

Noi facciamo una vita terrificante. Roma è veramente tanto grande e se ci fosse un villaggio del doppiaggio sarebbe un mondo magico con gli unicorni, ma purtroppo non è così. Le società non sono lontanissime tra di loro perché ad esempio: a Monte Mario ce ne sono due, a Prati ce ne sono tre, a San Giovanni ce ne sono altre tre.

Tuttavia, noi non abbiamo nello stesso giorno più turni all’interno dello stesso stabilimento. Abito a Roma Sud, la maggior parte degli stabilimenti stanno a Roma Nord, più o meno faccio 60 km al giorno quando ho parecchi spostamenti. La nostra giornata è composta da tre turni e a volte c’è anche il quarto turno dalle 7:30 alle 10:30, ma sono più rari. Io adoro lavorare di sera, sono una creatura notturna. Di solito la giornata è dalle 9:30 del mattino alle 19:30 del pomeriggio.

  • Ti sei mai ispirata a qualche doppiatore o doppiatrice?

Sono perdutamente innamorata di un doppiatore, che è anche un caro amico, Nanni Baldini. Nanni Baldini è la voce di Stewie Griffin. I Griffin sono letteralmente il mio cartone animato preferito, quando ero piccola sentivo la voce di Stewie, mi faceva spaccare dalle risate. Per quanto riguarda le attrici femminili potrei farti mille nomi. Claudia Catani, che è stata mia maestra e cara amica, è la recitazione. Anche Alessia Amendola una fonte d’ispirazione, non solo recitativa ma proprio vocale. Il suo trasformismo e il suo modo di modulare la voce per me è un’ispirazione incredibile.

Nanni Penso sia il re dell’articolazione, ha una velocità e una un’agilità allucinante. Tutti i Baldini sono geniali, Oreste, direttore di Hazbin Hotel, è anche un pittore e fa delle opere meravigliose, Antonella e Rita sono due attrici eccezionali. In pratica una famiglia di talenti. Volevo anche menzionare Alessandro quarta che è un’altra fonte d’ispirazione. Devo dire che io ho avuto dei maestri veramente molto forti.

So che si dice che oggi il doppiaggio è un po’ trascurato, è vero ma la gente non capisce che noi non abbiamo più il tempo di una volta. Quando parlo con dei colleghi più grandi di me, loro mi raccontano di com’era prima. Per doppiare un film ci si metteva un mese. Il mio personaggio in un film lo faccio in due turni. Tradotto significa sei ore. Le produzioni sono tantissime e le consegne sono sempre più rapide. Le persone non si rendono conto della difficoltà che abbiamo noi di cercare di dare tutto per rendere giustizia all’originale.

Abbiamo delle importanti limitazioni pratiche, come l’assenza del tempo di una volta. È vero il doppiaggio non è grande come in passato ma noi possiamo renderlo ancora grande, però ci dovete dare il tempo.

L’intelligenza artificiale e futuro del doppiaggio

  • Il sindacato degli attori di Hollywood SAG-AFTRA, che rappresenta anche i doppiatori e gli interpreti di mo-cap nell’industria dei videogiochi, ha annunciato un accordo sull’utilizzo dell’AI per il doppiaggio dei videogiochi con lo studio di AI Replica Studios. Come vedi il futuro del doppiaggio in rapporto alla presenza dell’intelligenza artificiale?

Arriverà un momento in cui il doppiaggio diventerà superfluo. Posso dirti che tanti colleghi prima si occupavano della lettura di articoli per i non vedenti in importanti testate giornalistiche, ora non lavorano più perché sono stati sostituiti dall’intelligenza artificiale. Secondo me gli audiolibri sono fra le cose che verranno tagliati per primi dopo questa dei giornali. Così come non si dà importanza all’enfasi di una voce umana per la lettura di un articolo, si arriverà a fare lo stesso con il resto. Diventerà tutto quanta una un’industria senza sentimenti.

L’intelligenza artificiale rischia veramente di distruggere l’umanità perché a un certo punto ogni cosa sarà superflua. Che cos’è che avrà valore? Noi cerchiamo nel nostro piccolo di fare una lotta, cerchiamo di curare l’artigianato del nostro lavoro.

Le critiche sul doppiaggio 

  • Recentemente ha fatto clamore la dichiarazione di Elio Germano che sostiene che sia assurdo che esistano film doppiati. Come rispondi, in generale, alle critiche mosse contro il doppiaggio?

Più il doppiaggio viene alla luce più viene pesantemente criticato delle persone. Forse la gente non si rende conto che può vedere le cose che doppiamo in originale. Su tutte le piattaforme puoi cambiare lingua e mettere tutti i sottotitoli del mondo. Anche molti cinema hanno le visioni in lingua originale. Ma perché accanirsi sul doppiaggio? Senza considerare questa ostilità da parte di attori che si svegliano un giorno e per far parlare di sé iniziano a criticare qualunque cosa capiti a tiro. Io sono d’accordo sul fatto che con il doppiaggio si perde un tipo di lavoro originale.

Un attore ci mette sei mesi per prepararsi a un film, lo comprendo, però il doppiaggio non è iniziato ieri. Il nostro è un mestiere antico. Vorrei sfatare un altro falso mito, tutti dicono che si doppia solo in Italia. Si doppia in moltissime lingue, anche in Polonia si doppia, non solo con le voci sovrapposte come dicono alcuni. In tutta Europa si doppia tranne nei paesi fortemente anglofoni, come i dei paesi del nord. In paesi come la Norvegia, la Finlandia, la Svezia e la Danimarca parlano inglese letteralmente come seconda lingua. C’è un tipo di cultura diversa ovviamente.

  • In sala doppiate seguendo il copione tramite il leggio, oppure avete a disposizione altri mezzi come doppi schermi per facilitare le battute da recitare mentre si doppia un prodotto?

C’è una doppia scuola di pensiero. Nel senso che c’è una società che utilizza la banda. La banda è letteralmente come se fosse un karaoke. In pratica hai il rosso che scorre e quando arriva al tuo personaggio parte da lì. Secondo me è una cosa molto comoda perché essendo sempre sullo schermo ti dà la possibilità di guardare meglio l’attore che stai doppiando. D’altro canto, io quando doppio con la banda ho sempre il copione davanti. È una sorta di copertina di Linus, sei talmente abituato alla carta e a correggere battute che non potrei farne a meno.

Con la banda è l’assistente del direttore a correggere il testo. Magari il direttore ti suggerisce di aggiungere una parola perché è corta la frase, prendi la tua penna e correggi il copione. Oltre alla correzione, facciamo dei segni che si lasciano per ricordarsi un sorriso oppure se il personaggio ha più voce, ognuno ha il proprio codice. Se ti tolgono il copione ti perdi questa piccola magia di scrivere il tuo linguaggio sul copione però a scapito un po’ del visivo.

Volevo fare un saluto a tutto lo staff di videogiochitalia, grazie per questa intervista.

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