Alberto Angrisano è il doppiatore che ha recitato di recente nei panni di Solomon Reed per l’espansione Phantom Liberty di Cyberpunk 2077. È proprio lui l’ospite di oggi nella nostra rubrica delle interviste. In Phantom Liberty Angrisano presta la voce a Solomon Reed che ricordiamo in originale è interpretato da Idris Elba.
Il titolo targato CD Projekt RED come ben sappiamo non ha avuto un lancio facile nel 2020. Tuttavia, da qualche mese ha raggiunto la valutazione “molto positiva” su Steam, questo grazie a molte patch e a un supporto continuo da parte della software house polacca. L’ultimo grande aggiornamento 2.0, in concomitanza con l’uscita dell’espansione, ha migliorato nettamente il gioco, che nel frattempo ha superato le 25 milioni di vendite.
Il doppiaggio ormai non rientra nella fase di post-produzione, bensì della produzione. I ritmi frenetici a cui sono sottoposti i doppiatori nelle loro lavorazioni sono ormai ben noti a tutti. Se poi consideriamo che il doppiaggio videoludico avviene mediante un’onda sonora del file originale, il quadro diventa molto complesso. Sono poche le occasioni in cui i nostri doppiatori possono attingere a video su schermo, come nel caso di Marvel’s Spider-Man 2.
Chi è Alberto Angrisano
Alberto Angrisano nasce a Napoli il 28 aprile del 1968. Si avvicina al mondo della recitazione fin da giovane diplomandosi alla Bottega teatrale del Mezzogiorno. Esordisce a Teatro con Gabriele Lavia nel Riccardo III.
Dopo anni di lavoro e di formazione teatrale intraprende stabilmente la carriera come doppiatore.
Cosa ha doppiato
Alberto Angrisano ha doppiato numerose pellicole cinematografiche. Lo ricordiamo nei panni di Idris Elba in Pacific Rim, Thor: The Dark World, Ossessione omicida, La torre nera, Michael Kenneth Williams in Anarchia – La notte del giudizio, Assassin’s Creed e Mahershala Ali in Green Book.
Nelle serie televisive ha prestato la voce a Dean Norris in Breaking Bad e Better Call Saul, interpretando il ruolo di Hank Schrader. Nelle serie animate ha doppiato Jake il cane in Adventure Time.
Per quanto riguarda il mondo videoludico, oltre al già citato Solomon Reed in Cyberpunk 2077, ha doppiato Elias in Diablo IV, Cidolfus Telamon in Final Fantasy XVI, Ramattra in Overwatch 2, Gerard Bieri in Horizon Forbidden West e il Detective Norman in Mafia: Definitive Edition.
Intervista ad Alberto Angrisano
- Come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?
Il mondo il doppiaggio è stata una cosa abbastanza casuale e in parte suggerita. Ho lavorato per tanti anni in teatro con un grandissimo maestro, ovvero Gabriele Lavia. Ho avuto la fortuna di lavorare anche con Montesano e Mariano Regillo. Insomma, tutti attori della mia epoca. Dopo dodici anni di teatro con lavori come Shakespeare e i classici, avevo fatto un accordo con me: “se entro i 33 anni non riesco a fare un coprotagonista a teatro, devo darmi da fare perché non posso fare lo scritturato a vita”.
Il caso ha voluto che Gabriele Lavia mi suggerisse di produrmi uno spettacolo se volevo fare il coprotagonista. Capisci bene che a trent’anni al massimo puoi produrre una frittata di maccheroni (ironizza NdR). Fatto sta che Gabriele Lavia mi consiglia di provare con il doppiaggio. Mi disse: “hai una bella voce, sei un bravo attore, provaci”. Io non conoscevo nessuno dell’ambiente mentre lui mi presentò Rodolfo Bianchi. Da lì è cominciato praticamente tutto. Il provino con Rodolfo fu catastrofico, venendo dal teatro ero abituato a un utilizzo della voce diversa rispetto al doppiaggio.
Ricordo che al provino dovessi dire “buongiorno”. Abituato a utilizzare la voce in maniera fragorosa, mi fece subito notare che dovessi cominciare da zero. Da quel momento ho avuto la fortuna di lavorare con grandi maestri. Ho lavorato con Renato Izzo, Ferruccio Amendola e tanti altri. Quando si poteva assistere in sala di doppiaggio imparavi molto.
Il doppiaggio di Hank in Breaking Bad e gli altri ruoli
- Nel corso della sua lunga carriera contornata da molteplici lavori, qual è il ricordo più intenso legato al mondo del doppiaggio?
I ricordi sono due. Quando ancora non ero considerato come una persona capace mi fu affidato il ruolo di Hank in Breaking Bad. Quella è stata una serie che, secondo me, mi ha dato visibilità. Grazie a quella serie, non grazie alle mie capacità, perché quella serie ha vinto ogni possibile premio. All’epoca si lavorava sempre insieme e io ho un ricordo bellissimo mentre lavoravo con Stefano De Sando. Una bellissima lavorazione.
Un’altra cosa a cui sono legatissimo è Jack il cane di Adventure Time. Questo personaggio mi ha dato un riscontro con i ragazzi che hanno 16-17 anni che ancora oggi mi scrivono ringraziandomi per aver fatto parte della loro infanzia e della loro adolescenza. Un film a cui sono legato è Green Book. Mahershala Ali in questa pellicola ha anche vinto l’Oscar. Per me è stato un grande piacere doppiarlo, un vero capolavoro.
- Sappiamo che hai doppiato moltissimi videogiochi, torneremo a sentire la tua voce in un futuro titolo?
Dovrei cominciare a lavorare su un videogioco abbastanza importante a breve. Tuttavia, ho fatto una scelta e infatti in questo momento sono in trattativa. In questi ultimi mesi ho doppiato: Cidolfus Telamon in Final Fantasy XVI, Elias in Diablo IV e adesso Solomon Reed in Cyberpunk 2077, bisogna fare attenzione perché il passaggio sull’inflazionamento della voce è immediato. Diciamo che sto decidendo se fare questo videogioco oppure no.
Ho parlato con una persona e gli ho esposto la mia paura. Inizialmente non l’ha presa bene, poi però ha ammesso che forse non stavo sbagliando. Come nei film e anche nei videogiochi non si può essere dappertutto. Ho una voce comunque particolare o quantomeno spesso da protagonista e quindi non vorrei si confondesse. Meglio un prodotto fatto bene, prendersi un attimo di respiro perché poi c’è il cinema o la serie televisiva e poi ricominciare.
Bisogna saper dire no, non per chiedere più soldi ma per preservarsi. Ci sono alcuni colleghi che non sono di questa filosofia e hanno spinto sull’acceleratore per molti anni e adesso il cliente su alcune lavorazioni dice di no.
- Qual è stato il personaggio più difficile da doppiare, e a quale sei più affezionato?
Il più difficile da doppiare è stato Hank di Breaking Bad. Risentendo tutta la serie ci sono delle cose che oggi avrei fatto diversamente.
Ho uno speciale legame con Idris Elba che è un attore che doppio da sempre e che trovo un attore straordinario.
Nella sua carriera ha fatto delle scelte giuste e mi piace pensare che lui la pensi come me. Nonostante sia stato in lizza per essere il prossimo James Bond, non è onnipresente. Sono legato moltissimo a questo attore anche se due o tre volte non l’ho doppiato perché la committenza ha scelto dei colleghi validissimi di cui uno il compianto Roberto Draghetti. Un paio di volte è stato doppiato anche da Luca Ward e Franco Mannella. Mi piace come persona perché è molto impegnato anche nel sociale.
Doppiaggio di Idris Elba in Cyberpunk 2077 Phantom Liberty
- Sappiamo che hai doppiato Idris Elba in Cyberpunk 2077 nei panni di Solomon Reed, cosa puoi raccontarci del doppiaggio di quel videogioco?
La CD Projekt ha fatto un lavoro pazzesco. Innanzitutto, approfitto di questa intervista per ringraziare delle persone che mi sono state accanto. Per questo doppiaggio ho lavorato con Leonardo Gajo con Monica Codena e con Marta Cannilla da Varsavia, la responsabile della CD Projekt del progetto. Abbiamo parlato tantissimo al telefono e mi ha spiegato tutti i problemi che il gioco ha avuto al lancio. Tuttavia, sono riusciti a rialzarsi per poi rimettere in sesto tutto quanto.
Volevo ringraziare anche Alessandro Murgia e Marta Storni che sono stati due fonici pazzeschi. Un fonico ti può salvare la vita, se il fonico sbaglia la voce è finita. Questo progetto è partito a ottobre del 2022 ed è finito a marzo 2023, è stata una lavorazione molto lunga. Quando mi hanno contattato mi hanno detto che Idris Elba avrebbe interpretato Solomon Reed. Avendo già avuto a che fare sia con Diablo e sia con Final Fantasy, quando mi hanno detto che ci sarebbero voluti una trentina di turni non ci volevo credere.
È stato un lavoro faticosissimo con miliardi di file da seguire. Erano esclusivamente file audio. L’unico punti di riferimento che avevo era una foto del personaggio. Devi sentire lui come la interpreta e rifarla nello stesso modo e nel tempo giusto.
L’unica cosa che ho visto e che abbiamo fatto a sync sono stati i due trailer. È stato un lavoro pazzesco per la mole di lavoro che c’è. Io ho avuto modo di avere Phantom Liberty gratis, mi è stato direttamente inviato dalla CD Projekt, anche se ovviamente lo avrei acquistato.
Ho visto in questi giorni mio figlio giocarci e sono rimasto senza parole. Sono molto critico verso me stesso ma chi l’ha visto ha detto che è davvero tanta roba.
Vi anticipo una cosa anche perché siete stati la prima redazione che mi ha intervistato per quanto riguarda Cyberpunk e vi posso svelare che sta per arrivare una serie proprio su Cyberpunk forse prodotto da Disney.
- Quali sono i consigli che daresti a nuovi e aspiranti attori?
Allora il primo consiglio è di affrontare questo percorso con umiltà. L’umiltà significa rimettersi in gioco per capire su cosa migliorare. Il doppiaggio è scoppiato improvvisamente, nel senso che è stato scoperto il doppiaggio come lavoro e di conseguenza sono nate molte scuole. Molte di queste scuole, secondo me, non sono valide perché non si può insegnare questo lavoro nel corso di un anno. Bisogna studiare molta recitazione e non sperare che queste scuole possano inserirvi nel mondo del lavoro perché il percorso è lungo e difficile.
Quando ho iniziato avevo 33 anni, ma ho cominciato a lavorare bene solo a 43. Ho fatto dieci anni di gavetta più la formazione teatrale. Se non siete attori non sarete mai doppiatori, a meno che non siate figli di doppiatori e quindi con la possibilità di ritrovarvi in sala fin da bambini. Ci sono molti colleghi che non hanno mai fatto teatro ma sono naturalmente dotati.
- Noi ti ringraziamo per la tua disponibilità, ma prima di andare vorremmo conoscere un curioso aneddoto sulla tua carriera.
Mi trovavo al Teatro Argentina che stavamo facendo le prove a tavolino con Gabriele Lavia del duello di Von Kleist. Chi ha conoscenza del teatro sa che le battute dello spettacolo vengono ripetute da seduti su un tavolo grande sul palcoscenico. Cominci il pomeriggio alle 3:00 di pomeriggio e alle 10:00 di sera stai ancora parlando.
Cominciavo da poco e chiaramente avevo cinque battute. Passavo tutto il resto del tempo seduto sulla sedia a guardare e ascoltare i grandi attori. Ci fu un incidente molto simpatico. Ero un grande fan di Guerre Stellari, all’epoca Darth Vader lo doppiava Massimo Foschi.
Non conoscevo quasi nessuno della compagnia. Massimo Foschi parte con la sua battuta e io mi sono letteralmente alzato in piedi sulla sedia e ho detto: “Darth Vader, o mio Dio”. Gabriele Lavia mi ha sbattuto fuori per quel giorno. Poi con Massimo Foschi abbiamo fatto amicizia, stavo nel suo camerino e gli chiedevo consigli. Un aneddoto che ricordo con molto piacere.
Ringraziamo Venti Blog per la pubblicazione dell’estratto di questa intervista sul Quotidiano del Sud
Classe 93, dall'animo nerd, da sempre appassionato del mondo videoludico. Alcune leggende sostengono sia nato con un controller in mano. Negli anni scopre di avere una particolare predisposizione per le interviste. Odia più di ogni altra cosa la console war.