Michael Patcher: modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace

Michael Patcher: modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace
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Michael Patcher, analista del mercato videoludico, è molto celebre. Divenuto famoso nella generazione PS3/X360, non ha mancato di fare analisi accurate sul settore nel corso delle decadi.

Anche se a volte ha fatto qualche sparata grossa che ha fatto sorridere, stavolta ha stilato un’analisi molto seria riguardante il mercato attuale. Patcher sostiene che il modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace e fuori tempo.

Continuare su questa strada potrebbe essere rischioso.

Michael Patcher: modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace

Durante un recente episodio del Pachter Factor, all’analista è stato chiesto perché Xbox avrebbe rilasciato i suoi titoli first-party su altre piattaforme se Game Pass aveva ottenuto ottimi risultati con 34 milioni di abbonati paganti.

Michael Patcher: modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace

Ebbene, la risposta è stata di quelle che fanno discutere. A suo dire, il modello di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace, insostenibile e anacronistico. Continuare su questa strada in un’epoca in cui il modo di fruire dei videogiochi è drasticamente cambiato rispetto a 10 anni fa, potrebbe essere rischioso.

Pachter ha inoltre spiegato che il modello di Nintendo e Sony di associare i giochi first-party esclusivamente al proprio hardware funzionava e che aveva senso quando si trattava solo di PlayStation, Xbox e Nintendo.

Abbiamo visto questo trend cambiare già a inizio anni 2000, quando le esclusive Nintendo Gamecube, Come Resident Evil 4, iniziarono a sbarcare anche su PlayStation e PC quando la console di Kyoto faticava con le vendite.

E così, nel corso degli anni e dei decenni, abbiamo visto sempre meno esclusive a vita, e sempre più esclusive temporali. In un mondo in cui possedere una console è molto più costoso rispetto al passato, tra costi dell’hardware, accessori, abbonamenti online e microtransazioni, i giocatori hanno sempre meno interesse a puntare su più piattaforme e spesso non comprano totalmente una console per le semplici esclusive.

Michael Patcher: modello di business di Nintendo e PlayStation fondato sulle esclusive è ormai inefficace

Il tutto è stato aggravato dall’universo dei giochi mobile, spesso gratis e alla portata di tutti, giochi che oggi offrono esperienze grafiche alla stregua delle console da salotto.

Patcher ha continuato la sua analisi soffermandosi sulle console Nintendo, su cui ultimamente non si trovavano più grossi AAA di terze parti come GTA, Battlefield, Call of Duty e Cyberpunk 2077, anche per via dei limiti hardware, con Nintendo che si è arroccata sulle sue esclusive first party.

Finora ha funzionato, e i numeri di Switch lo testimoniano con oltre 132 milioni di console Switch vendute, con Nintendo che produce software molto valido e desiderabile per vendere tale hardware, e guadagna su entrambi.

Questa strategia è iniziata ai tempi del NES a metà anni ’80 e ha funzionato per 40 anni. Ma per quanto ancora funzionerà?

Sony è entrata nel mercato console nel 1994 con la prima PlayStation seguendo la strategia di Nintendo, così come ha fatto Microsoft nel 2001 con le esclusive Xbox come Halo, Fable e Project Gotham Racing.

Secondo Patcher, la strategia dei videogiochi sta facendo la rima a quella dei film, con produzioni che sbarcano su più piattaforme, magari con esclusività temporale, per monetizzare al massimo e senza costo di accesso per l’hardware. Così come per un film disponibile su diversi servizi streaming, che è disponibile su qualsiasi PC, smartphone o console, prodotti che vengono utilizzati per tanti altri scopi e non necessitano dell’acquisto per quella specifica funzione.

Microsoft sembra avere capito che il mercato sta tirando in altre direzioni, e il suo cambio di business netto che punta forte su Game Pass invece che sulla vendita di hardware e sulle esclusive, ne è il segnale inequivocabile.

Del resto, Sony PlayStation si trova in difficoltà: i profitti sono scarsi a fronte delle ottime vendite hardware, cosa che ha portato a grossi cambiamenti interni: Ryan ha lasciato la guida dell’azienda dopo 30 anni, non ci saranno grosse esclusive interne fino al 2025, e la strategia è puntare più forte sulle release su PC.

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