Sebbene le consociate provino a ripulire la propria immagine (anche con la presa di posizione nella guerra in Ucraina e sfruttando l’accordo raggiunto con Microsoft), le molestie in Activision Blizzard continuano a tenere banco. Abbiamo già visto in passato, più volte, come i casi ben oltre il limite della legalità siano stati purtroppo all’ordine del giorno in Activision Blizzard.
E se nel corso degli ultimi mesi sono state anche altre aziende a finire nell’occhio del ciclone, come successo a Sony. Tuttavia oggi torniamo a parlare delle neoacquisite di Microsoft. Infatti, dopo mesi e anni di indagini, adesso si vede qualche risultato delle investigazioni.
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La richiesta di risarcimento ad Activision Blizzard
Come vi avevamo riportato a partire dall’estate scorsa, tutto è partito dalla denuncia portata avanti dal Department of Fair Employment and Housing (DFEH) della California. Di seguito a questo, Activision Blizzard aveva avanzato l’ipotesi di un risarcimento per le vittime della cultura maschilista e tossica interna all’azienda.
Stando agli atti del tribunale presentati in California nei giorni scorsi, la giudice statunitense Dale Fischer è pronta ad accettare una richiesta di risarcimento da capogiro (almeno per noi comuni mortali). Come voluto dall’U.S. Equal Employment Opportunity Commission (EEOC), questo risarcimento per le molestie in Activision Blizzard si attesterebbe a 18 milioni di dollari.
In merito all’esito e alla scelta delle disposizioni, il tribunale si è dichiarato soddisfatto sia dell’ammontare del risarcimento, sia delle conseguenze non monetarie.
Anche Activision Blizzard ha dichiarato quanto segue al The Washington Post.
Siamo soddisfatti che il tribunale abbia riconosciuto che il nostro accordo con l’Equal Employment Opportunity Commission sia giusto, congruo e nell’interesse della collettività.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire immediato risarcimento agli impiegati […] che continuano a migliorare il posto di lavoro, per rendere Activision Blizzard un modello per il nostro settore.
Le conseguenze dell’accordo sul risarcimento
Di indagare sulle molestie in Activision Blizzard, lo abbiamo visto, se ne sono occupate il DFEH (un’agenzia di stato) e la EEOC (un’agenzia federale). Già da questo possiamo notare come entrambe condividano la giurisdizione in materia di casi di molestie sul luogo di lavoro, ma una a livello statale e una su tutti gli Stati Uniti.
È stato così che entrambe si sono trovate a investigare fin dal 2018 in casa di Activision e Blizzard Entertainment. Tuttavia, con il tempo, EEOC e DFEH si sono trovate in disaccordo sull’accordo. Il DFEH vorrebbe infatti un risarcimento più cospicuo rispetto alla proposta avanzata da Activision Blizzard e a quanto pare accettata dall’EEOC.
Fahizah Alim, portavoce dell’DFEH, ha parlato a nome dell’agenzia di stato. Ciò che ha detto possiamo riassumerlo con l’intenzione di continuare a battersi per le vittime degli abusi delle due software house consociate.
Questa dichiarazione è un chiaro riferimento al processo previsto per il febbraio 2023. E non soltanto: la volontà dell’EEOC potrebbe avere la meglio sul DFEH, soprattutto se le vittime di molestie nella compagnia accetteranno questo compromesso da 18 milioni di dollari.
Questa cifra e la decisione della giudice Fischer sono potenzialmente una vittoria per la multinazionale. Stiamo pur sempre parlando di una società con un fatturato annuo multimiliardario, per la quale dunque 18 milioni di dollari sarebbero poco più che briciole.
Inoltre, basta dividere la cifra del risarcimento previsto per le centinaia di vittime di abusi in seno ad Activision Blizzard. Così facendo, ci rendiamo immediatamente conto di quanto questi 18 milioni di dollari siano ben poca cosa.
Rimaniamo insieme a voi in attesa di ulteriori novità in merito alle molestie in Activision Blizzard e a ciò che ne seguirà.
FONTE: TheWashingtonPost