Quanto costa la guerra in Ucraina ai videogiochi? [IN AGGIORNAMENTO]

guerra in ucraina

Questo non è il luogo adatto in cui approfondire in maniera geopolitica e storica ciò che sta avvenendo con la guerra in Ucraina. Tuttavia, come già vi abbiamo riportato durante le scorse settimane, questa serie di tragici eventi non è stata senza ripercussioni per il mondo videoludico. Sono state molte infatti le aziende che fin da subito hanno deciso di dare il proprio supporto al popolo ucraino. Ciò attraverso comunicati e prese di posizione, quando non direttamente con azioni economiche: in primis abbiamo visto la scelta di sospendere vendite e distribuzione in Russia, quando non devolvere i ricavati alla nazione aggredita.

Nel corso però delle ultime settimane e degli ultimi giorni, altre società e software house si sono fatte finalmente avanti. Ecco chi si è imposto in merito alla guerra e in quale modo. E, soprattutto, vediamo come i recenti e tragici eventi hanno e avranno ripercussioni sull’intera industria dei videogiochi.

Le ultime dal mondo videoludico

Microsoft, Sony e Nintendo

Le tre proprietarie delle console che abitano le nostre case hanno tutte deciso di sospendere le vendite e la distribuzione di servizi in territorio russo.
In momenti e modalità diverse, la comunicazione è arrivata da Nintendo, Sony e Microsoft.

Adesso, per i cittadini e game russi, diventerà sempre più impossibile ottenere hardware delle due compagnie giapponesi e del colosso di Redmond. In aggiunta, non sarà più possibile per loro accedere al Nintendo eShop, al PlayStation Store e al Microsoft Store. Infine, non dimentichiamo anche la sospensione dei servizi in abbonamento come PS Now, PS Plus e Game Pass.

Take-Two Interactive

Altra compagnia a unirsi al “blocco economico” della produzione videoludica ai danni dei videogiocatori russi (e bielorussi) è Take-Two Interactive. Infatti anche dai loro vertici è arrivata la dichiarazione che segue: “Dopo aver riflettuto profondamente, abbiamo deciso di sospendere le vendite e il marketing di tutti i nostri prodotti in Russia e Bielorussia per questo periodo“. Per cui, anche il publisher di blockbuster come GTA V e Red Dead Redemption II ha scelto una linea dura nei confronti dell’invasore dell’Ucraina.

[AGGIORNAMENTO] Wargaming

Wargaming, software house cipriota che tuttavia nacque al termine degli anni ’90 in Bielorussia, si è unita al coro di coloro che hanno optato per un blocco dei prodotti videoludici nei territori di Russia e Bielorussia.
Per quanto non smuova un giro di affari del livello dell’appena citata Take-Two, anche Wargaming ha dalla sua titoli noti e di successo come gli strategici di guerra World of Warships e World of Tanks. Per comunicare questa scelta aziendale, la compagnia ha affidato le proprie parole a un comunicato ufficiale.

Completeremo la fase di transizione più velocemente possibile, nel rispetto di tutte le leggi e assicurando la sicurezza e il supporto ai nostri impiegati […].

Wargaming ha anche iniziato il processo di chiusura del proprio studio a Minsk in Bielorussia […].

Epic Games e Fortnite

AIUTI UMANITARI IN SOCCORSO DELL’UCRAINA

Dal 20 marzo al 3 aprile 2022, Epic Games devolverà tutti gli introiti di Fortnite ad associazioni umanitarie impegnate nell’aiutare il popolo vittima della guerra in Ucraina.

Oltre al comunicato su Twitter, ulteriori informazioni le troviamo sul sito ufficiale di Epic Games. Sappiamo così che ogni nostro acquisto, di qualunque natura questo sia, verrà devoluto in beneficenza.
A beneficiare delle donazioni saranno molteplici associazioni umanitarie, tutte impegnate nel supporto a rifugiati e bambini, oltre che nella raccolta di viveri.

guerra in ucraina

In aggiunta ai fondi di Epic Games per le vittime, Xbox si unisce agli sforzi della compagnia, rinunciando ai proventi che solitamente trattiene per sé sul costo degli elementi aggiuntivi di Fortnite.

Per quanto non sia ancora terminato il periodo di beneficenza in game, Epic Games ha già comunicato delle cifre enormi. Per ciò che riguarda la raccolta di fondi, infatti, in un Tweet la multinazionale ha scritto di aver raccolto addirittura già 50 milioni di dollari nei primi giorni.

L’aggiornamento di Epic Games

I dati rivelati da Epic Games sulla cifra impressionante rivelata da Epic Games sono diventati ancor più enormi con il passare dei giorni. A pochissimo tempo dal termine dell’iniziativa benefica, infatti, si sono raggiunti i 100 milioni di dollari raccolti.

Steam

Ciò che sta avvenendo agli sviluppatori ucraini, russi e bielorussi che abbiano i loro videogiochi pubblicati sulla piattaforma di Valve Steam è incredibilmente grave.
Infatti, come spiegato allo sviluppatore ucraino Stas Shostak dalla stessa Valve, i pagamenti via Steam agli account appunto dei tre paesi sopracitati sono bloccati. Questo almeno per quel che riguarda marzo 2022. Il problema sarebbe di natura tecnica e connesso ai blocchi finanziari da cui sono state colpite la Russia e la sua alleata Bielorussia.

Tuttavia, a quanto pare, a esserne vittima sono stati pure i lavoratori dell’Ucraina. Le banche, sempre nella dichiarazione dei proprietari di Steam, sono diventate estremamente pignole in merito agli elementi e alle informazioni richieste per avere la libertà di far circolare moneta.
L’unico modo per gli sviluppatori ucraini per avere un pagamento rapido sarebbe quello di avere delle banche esterne a questi tre paesi.

Fra l’altro questa situazione difficile (per usare un eufemismo) sembra largamente diffusa fra i developer ucraini. E non mancano voci altamente adirate per questa condizione di ulteriore disagio.

Queste le parole di uno sviluppatore di Ternox Games: “Il mio paese è stato attaccato dalla Russia e a causa di questo avete deciso di privarmi della mia fonte di guadagno?

Activision Blizzard

A discapito dell’enorme serie di problematiche e accuse nelle quali si è ritrovata nei mesi scorsi Activision Blizzard, in merito alla guerra nell’ex-paese sovietico le consociate vogliono avere una posizione ferma e chiara.
Per questo, sul loro sito ufficiale, abbiamo conferma che si adegueranno a quanto scelto da molte altre software house: “Activision Blizzard sospenderà le vendite dei suoi giochi ed elementi in game in Russia fino al termine del conflitto“.
Inoltre, più genericamente, si fa riferimento ad aiuti concreti per l’Ucraina.

Bandai Namco

La società giapponese che ha da poco pubblicato il nuovo successo di FromSoftware Elden Ring, recentemente ha anche rilasciato la dichiarazione seguente.

Il gruppo Bandai Namco ha deciso di donare 100 milioni di yen a Save the Children, in supporto del loro impegno umanitario per le persone colpite dalla crisi ucraina e alla ricerca di rifugio all’esterno del paese.

È nostra speranza che le persone e le comunità vittime della crisi saranno in grado di tornare a una vita di pace il più in fretta possibile.

Per quanto possa essere forse solo una goccia nel mare, la donazione di 100 milioni di yen equivale comunque a circa 848.000 dollari, dunque in grado sicuramente di fare la differenza per molte famiglie in fuga dalla morte.

Riot Games

Tra le compagnie che hanno fatto sentire la propria voce attraverso le donazioni, non è mancata anche Riot Games. La compagnia di Valorant ha infatti comunicato quanto è riuscita a racimolare grazie ai proventi dell’ultimo Battle Pass e delle skin a tema ape di League of Legends. Di questi, sono stati destinati alla beneficenza alle vittime della guerra in Ucraina i soldi incassati nella settimana fra 5 e 12 marzo.

È così che l’azienda è riuscita a raccogliere 5,4 milioni di dollari, che andranno a tre distinti enti specializzati nella cura e nel supporto ai feriti (come Croce Rossa e Medici Senza Frontiere).

S.T.A.L.K.E.R. 2 e il cambio di titolo

Di GSC Game World, compagnia ucraina al lavoro su S.T.A.L.K.E.R. 2, abbiamo già parlato.
In merito però alle conseguenze della guerra in Ucraina sul mondo dei videogiochi, anche per l’opera “nucleare” di GSC Game World ci sono ulteriori novità. La software house ha infatti deciso di cambiare titolo al videogioco. Non vedremo più S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl, ma S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl. La piccola variazione di vocale nel sottotitolo sembra poca cosa, ma è conseguenza del non utilizzare più il russo come lingua di riferimento, bensì l’ucraino (in cui la traslitterazione in lettere occidentali del nome della centrale nucleare è appunto “Chornobyl“).

gsc game world stalker 2 S.T.A.L.K.E.R. 2

Papers, Please

Tramite Twitter, Lucas Pope (sviluppatore di opere di spessore come Return of the Obra Dinn) ha fatto sapere ai suoi fan e al mondo intero che adesso la versione per PC di Papers, Please gode della versione in lingua ucraina.

Inoltre, in aggiunta, presto arriverà in ucraino anche Obra Dinn.

I comunicati delle associazioni di categoria

Oltre ai big del settore, a esporre la propria opinione e presa di posizione in merito alla guerra ci hanno pensato anche le associazioni europea e italiana del mondo dei videogiochi.
Ecco per esempio quanto dichiarato da IIDEA, l’Italian Interactive Digital Entertainment Association.

Il Tweet dell’associazione degli sviluppatori di videogiochi italiani fa direttamente seguito al comunicato dell’ISFE (Interactive Software Federation of Europe), la sua omologa europea.

L’industria dei videogiochi si schiera a supporto del popolo ucraino e si unisce all’appello internazionale per la fine delle violenze e il ritorno della pace nella regione. I nostri membri sono al lavoro per fornire aiuto immediato e pratico a impiegati, colleghi e familiari colpiti dalla guerra in Ucraina.

Unity

Anche la piattaforma di sviluppo e proprietaria dell’omonimo engine di gioco ha dato avvio a diverse iniziative.
La prima è l’Ukraine Mega Bundle. Si tratta di una partnership con vari publisher che include 32 asset, donati da tutto il mondo e i cui proventi saranno destinati interamente alle associazioni umanitarie.
Inoltre esiste un programma di supporto: il 100% degli introiti dallo sfruttamento di asset creati da publisher ucraini non finiranno in mano a Unity, bensì saranno devoluti in beneficenza per l’intero 2022.

Infine, anche internamente all’azienda, i dipendenti hanno raccolto e donato centinaia di migliaia di dollari (già a inizio marzo erano più di 600.000 dollari).

I bundle di beneficenza

Oltre alle iniziative interne a publisher, compagnie e software house, ci sono state in questo periodo diverse raccolte fondi nate grazie alla vendita di bundle particolari e dedicati proprio a questo scopo.

Di Itch.io, piattaforma di gaming per certi versi simile a Steam (ma anche profondamente differente), ne abbiamo parlato approfonditamente in passato. In particolare, in quell’occasione avevamo dedicato un paragrafo alla presenza molto spesso, su Itch, di bundle di beneficenza.
Anche in occasione della guerra in Ucraina Itch.io si è distinta per questo motivo, con un bundle disponibile fino a pochi giorni fa e organizzato da Brandon Sheffield di Necrosoft Games. Con una donazione minima di 10 dollari, chi ha acquistato la raccolta ha ottenuto l’accesso a quasi 1000 videogiochi e non solo (per esempio asset di sviluppo). Tra i titoli della raccolta, fra l’altro, erano presenti opere già da sole ben oltre il valore della donazione minima, come Celeste e Backbone.

L’obiettivo minimo del bundle era di raggiungere i 6 milioni di dollari, obiettivo raggiunto e superato con un esorbitante traguardo di oltre 6 milioni e 300.ooo dollari e un top donator che ha contribuito con 9.000 dollari.

Altro bundle di beneficenza lo abbiamo grazie a Humble Bundle. Con una donazione minima di poco più di 36 euro, si ha così accesso a circa 130 videogiochi. Tra questi troviamo piccole e grandi perle come Spyro: Reignited Trilogy, Back 4 Blood, Fable, The Long Dark e tantissimi altri.
Già nei primi giorni la raccolta aveva accumulato quasi 7 milioni di dollari: la totalità di questi sono andati a organizzazioni benefiche impegnate in Ucraina.

Come possiamo leggere nel giustamente entusiastico Tweet di Humble Bundle qua sopra, il tempo del bundle si è concluso, ma lo ha fatto con il botto. Infatti, al termine della campagna, la cifra accumulata è stata di più di 20 milioni di dollari.

[AGGIORNAMENTO] Il bundle di GSC Games

La società ucraina dietro l’apocalittico S.T.A.L.K.E.R. e il prossimo secondo episodio Heart of Chornobyl, di cui abbiamo parlato più sopra, rientra anche nella lista di coloro che scelgono la via dei bundle di beneficenza.

Come scritto in maniera lapidaria e semplice dalla compagnia, GSC ha lanciato un bundle che comprende i videogiochi della software house. L’intero introito di quest’operazione è destinato al fondo noto come “Come Back Alive”.

A poche ore dalla chiusura del bundle, è arrivato poi il reminder da parte di GSC, per spingere appassionati e tutti coloro che vogliano aiutare le vittime della guerra in Ucraina a fare una donazione.

Il costo della guerra in Ucraina per il settore videoludico

Dopo questa carrellata di azioni e prese di posizione, che vanno ad aggiungersi a quelle a cui già abbiamo fatto cenno, torniamo alla domanda di apertura: quanto costa la guerra in Ucraina al settore dei videogiochi?
È infatti palese come, al di là della scelta di campo e del ritorno d’immagine di cui godranno le compagnie che si sono schierate a favore dell’Ucraina, il rovescio della medaglia sia ovviamente un mancato ritorno economico. Mancato ritorno economico che, stando alle stime più recenti, si attesterebbe su diversi miliardi di dollari.

Alcune accurate analisi fissano il valore del mercato videoludico del 2021 a 3,4 miliardi di dollari. Stiamo dunque parlando di un mercato, quello russo, estremamente remunerativo e vastissimo, che contribuisce solitamente a fornire molta linfa vitale a software house e publisher di tutto il mondo.
Se poi vogliamo analizzarli più nel dettaglio, questi 3,4 miliardi di dollari si compongono così: 1,4 miliardi dal settore mobile, mentre da PC derivano entrate per circa 1,2 miliardi. Infine chiude la sezione console con “solo” 864 milioni di dollari. Tra l’altro, di questi ultimi, si ritiene che circa 549 milioni di dollari derivino da store digitali (il che rende il blocco di molti servizi online forse ancor più rilevante).

Inoltre, abbiamo anche fatto un breve riferimento a come alcune compagnie abbiano tagliato fuori dalle proprie vendite e i propri servizi anche la Bielorussia, colpevole del suo appoggio (anche militare) alla Russia. Per quanto con numeri ben più bassi dell’alleata, anche la Bielorussia ha avuto i suoi oltre 100 milioni di dollari di mercato videoludico.

Le conseguenze economiche

Ma tornando alla Russia, secondo altri analisti la patria di Vladimir Putin sarebbe il sesto mercato europeo per volume di entrate. A livello globale, invece, la troviamo in quindicesima posizione.

Ciò significa che la situazione attuale, oltre a protrarsi purtroppo da a lungo da un punto di vista umanitario, avrà altre conseguenze. Rimanendo infatti nel nostro ambito, come abbiamo visto, il blocco non colpirà unicamente i giocatori russi. I risultati negativi delle scelte e dei ban di software house e publisher avranno infatti ripercussioni sulle stesse aziende. E, come abbiamo visto, queste ripercussioni avranno un valore di miliardi di dollari.
Rimaniamo pronti a raccontarvi il futuro di questo tragico periodo bellico dal punto di vista videoludico.

FONTE: EpicGames.com; ISFE; GamesRadar; Wargaming.net; GameRant; GameRant; Kotaku; Kotaku; PCGamer; BBC; GameIndustry.biz

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