Outcast: A New Beginning – Provata la demo del titolo Appeal studios

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Informazioni sul gioco

Durante l’evento Steam Next Fest abbiamo provato la demo di Outcast: A New Beginning, il nuovo gioco di Appeal Studios, pubblicato da THQ Nordic e disponibile a partire dal 15 marzo 2024.

Le piattaforme supportate saranno PlayStation 5, Xbox Series X, Xbox Series S e PC Windows e di recente è stato anche pubblicato un trailer che ci introduce il vasto mondo di gioco.

La demo disponibile su Steam ci ha permesso di farci un’idea più chiara del progetto di Appeal, anche se ovviamente ancora parziale. Vediamo assieme cosa ha da offrirci Outcast: A New Beginning.

Outcast: il primo open world?

Prima di procedere con l’analisi della demo, concedeteci un po’ di tempo per presentare Outcast: A New Beginning come si conviene, in quanto parliamo di un prodotto divenuto culto col passare del tempo.

Quando si discute di giochi open world spesso ci si chiede quale titolo abbia fatto da apripista a questa struttura ormai d’uso comune. C’è chi sostiene che sia GTA III il primo open world nel vero senso della parola, mentre nelle nicchie di appassionati questo riconoscimento spetta a Shenmue, di Yu Suzuki.

Nessuno però cita mai il primo capitolo di Outcast, uscito ormai nel lontano 1999, sviluppato sempre da Appeal studios e pubblicato da Infogrames per piattaforma PC.

Nel passato di Outcast: A New Beginning

Il primo capitolo di questa poco conosciuta saga catapultava il giocatore su di un pianeta alieno con una vasta mappa esplorabile liberamente.

Nonostante l’ambizione del progetto e una solida struttura da Action adventure con elementi ruolistici, il titolo di Appeal studios non ottenne il successo commerciale sperato ma viene tutt’ora ricordato con malinconia da una nutrita cerchia di appassionati.

Se siete interessati a recuperare l’Outcast originale, vi ricordiamo che nel 2017 è stato prodotto e distribuito un remake per PC e console di vecchia generazione. Pur non trattandosi di un capolavoro imprescindibile, resta un titolo importante per il medium a livello storico, un prodotto pionieristico e molto interessante per gli amanti del genere.

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Provato della Demo di Outcast: A New Beginning

L’evento Steam Next Fest ci ha permesso di provare diverse demo, come quella di Tales of Kenzera: ZAU e quella di Pizza Spy, tra queste anche la versione di prova della nuova fatica di Appeal studios.

Avviata la demo abbiamo potuto giocare tre diverse sezioni di gioco. Una dedicata alla libera esplorazione, una al combattimento e una contenente una porzione narrativa.

Outcast: A new beginning – Narrativa ed NPC

Outcast: A new beginning ci mette nuovamente nei panni di Cutter Slade, qui visibilmente invecchiato rispetto al primo capitolo, e ci permette di tornare sul pianeta Adelpha sempre con la classica visuale in terza persona.

La demo narrativa ci ha subito catapultato nella cittadina di Sappa. Il nostro obiettivo era parlare con il capo di una tribù indigena di pescatori, chiamati Talan. L’introduzione è stata quindi tagliata via da questa versione di prova e ci siamo trovati in una fase successiva, con diverse abilità sbloccate e la quest principale in corso d’opera.

Abbiamo provato a parlare con alcuni degli NPC, scoprendo da subito la presenza di dialoghi a scelta multipla e diversi negozi dove acquistare e vendere oggetti, ma un timer di soli 20 minuti ci ha spinti a cercare l’obiettivo primario per proseguire la missione che ci era già stata affidata.

Una volta trovato il capo del villaggio, abbiamo sbloccato una quest secondaria. Una classica caccia ad alcuni animali selvatici ritenuti un pericolo per gli abitanti. Potevamo comunque scegliere di proseguire lungo la storia principale, ma incuriositi abbiamo deciso di accettare questa richiesta di aiuto.

Mappa di gioco e Jetpack

Aprendo la mappa di gioco per localizzare il punto di interesse, dove avremmo trovato il branco di animali da sopprimere, abbiamo subito constatato le grandi dimensioni del mondo, suddiviso di diverse aree di cui solo alcune accessibili in questa demo.

Ci siamo messi in marcia e come da consigli del tutorial abbiamo provato le funzionalità del nostro Jetpack, un supporto fondamentale ai fini dell’esplorazione.

Il Jetpack infatti ci permette non solo di raggiungere sporgenze altrimenti inaccessibili, grazie alle potenti spinte che accompagnano i nostri salti, ma una delle funzioni avanzate lo rende l’equivalente di un mezzo di trasporto.

Grazie a una spinta costante possiamo volare rasoterra per spostarci molto velocemente da una zona all’altra, meccanica che ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo missione in pochissimo tempo.

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Combat system e Gunplay

Una volta raggiunto il punto di interesse della sub quest che abbiamo accettato, un branco di strani animali (una sorta di incrocio tra un lupo e un rettile) ci hanno subito accerchiato correndo in tondo e attaccandoci con grande ferocia.

Non trattandosi di nemici umani o umanoidi, non c’è stato modo di giudicare l’intelligenza artificiale, tuttavia i pattern di attacco ci sono sembrati molto approssimativi nonché afflitti da un bug che ha bloccato alcuni di questi animali contro alberi o altre strutture del mondo di gioco.

Niente che non sia risolvibile in tempo per il lancio ufficiale, discorso diverso invece gunplay e feedback delle armi, troppo simile a quello del primo capitolo della trilogia di Mass Effect, risultando ormai anacronistico e poco soddisfacente.

Loot e raccolta

Ogni animale ucciso ci ha fornito loot di vario tipo, da semplici monete a oggetti particolari. Perlustrando abbiamo anche raccolto alcune piante e scoperto strutture aliene molto più avanzate e tecnologiche rispetto al villaggio dei Talan da cui siamo partiti.

Purtroppo il timer è nel mentre arrivato a zero, probabilmente perché la battaglia contro i lupi si è protratta più del dovuto a causa di armi imprecise che probabilmente saranno migliorabili o sostituibili nella versione completa del gioco, motivo per cui abbiamo deciso di provare la modalità di libera esplorazione.

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Outcast: A New Beginning – il vasto mondo di Adelpha

Anche la modalità esplorazione era scandita da un timer di 20 minuti. Sfruttando la spinta del Jetpack abbiamo provato a visitare tutte le zone di interesse presenti nella mappa di gioco, ma per poter coprire un’area più vasta in tutte le direzioni abbiamo dovuto riavviare la demo a più riprese.

Ciò che abbiamo scoperto è un mondo potenzialmente ricco di segreti, con anche sfide di vario tipo e sub quest nascoste nelle zone remote. Purtroppo non possiamo azzardare un giudizio sui possibili biomi e sulla varietà di eventi, nemici e quest, visti i limiti di questa versione di prova vincolata solo ad alcune delle tante regioni presenti nel mondo di gioco.

Un classico dei classici?

Outcast: A New Beginning riprende la classica struttura di un action adventure a mondo aperto. L’esplorazione è quindi funzionale alla progressione.

Raccolta di materiali, l’accumulo di esperienza e soldi, sono tutti elementi integrati all’economia di gioco, perché ci permettono di sbloccare nuovi poteri del protagonista e funzioni del Jetpack, oltre che armi e attrezzatura migliori.

Per quanto il titolo di Appeal studios sembri mancare di inventiva, ancorandosi a stilemi e meccaniche ormai rodate e d’uso comune, potrebbe nascondere un potenziale inespresso per via dei limiti della demo.

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Outcast: A New Beginning –  le potenzialità

La demo che abbiamo provato non ci ha permesso di provare il meglio che Outcast: A New Beginning ha da offrire, perché stando alle parole degli sviluppatori, scavando oltre le apparenze, potrebbe emergere un prodotto a modo suo originale e particolare.

L’obiettivo del team è costruire un’esperienza ludonarrativa coerente e armonica, dove tutti gli elementi sono interconnessi e irreversibili. Circostanze che possiamo confermare grazie al menù di gioco che abbiamo spulciato nella demo.

Interdipendenza tra gli eventi

Il menù delle missioni non si limita alla classica lista con descrizione, zona di interesse e ricompensa, che troviamo in molti altri esponenti del genere.

Nel caso di Outcast: A New Beginning siamo dinanzi a un vero e proprio intreccio di azioni e reazioni, distribuito in un menù dedicato che ci mostra le potenziali connessioni tra le missioni e gli obiettivi speciali, tra cui richieste di aiuto, nemici da sconfiggere, interazioni con elementi dello scenario o insediamenti da liberare.

La progressione si ramifica quindi in base alle circostanze, agli obiettivi raggiunti e ai requisiti richiesti per procedere con le quest successive, influenzandone anche l’esito in base alle nostre azioni e decisioni. Ma non è tutto.

La comunicazione in Outcast: A New Beginning

Un secondo elemento che diversifica Outcast: A New Beginning da molti altri titoli di questo tipo, è la necessità di imparare le lingue aliene per poter comunicare.

Purtroppo, anche in questo caso, nella demo riuscivamo a parlare con i Talan senza nessun problema e di conseguenza non c’è stato modo di testare questa particolarità del titolo di Appeal studios, che resta su carta molto interessante.

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Outcast: A New Beginning – Grafica e stile

Come detto la demo ci ha permesso di esplorare un unico bioma, seppur sufficiente per farci un’idea dei potenziali limiti tecnici del prodotto. Lo scenario era ricco di dettagli, con maestosi alberi, corsi d’acqua (che possiamo anche attraversare a nuoto o in immersione), verdi pianure e lussureggianti foreste.

Tutto liberamente esplorabile grazie al fidato Jetpack. Tuttavia in termini prettamente tecnici, non siamo dinanzi alla massima rappresentazione dell’Unreal Engine, il motore usato dal team di sviluppo.

L’aspetto è quello di un prodotto fuori tempo massimo, con un’estetica accattivante ma priva di virtuosismi per quanto riguarda illuminazione, textures, mesh e ombreggiatura. Modelli dei personaggi poco rifiniti e alcune rigide animazioni chiudono un quadro non poi così esaltante.

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Aspettative e limiti della demo

Possiamo senza dubbio affermare che la demo messa a disposizione dell’utenza durante lo Steam Next Fest non è rappresentativa del gioco completo, vuoi perché non offre la possibilità di testare quelli che, almeno su carta, potrebbero essere i punti forti della nuova produzione Appeal studios.

Presto quindi per trarre conclusioni o per sbilanciarsi. Outcast: A New Beginning ha un’eredità alle spalle di non poco conto (seppur non sia mai riuscito a farsi largo sul mercato) e l’idea che ci siamo fatti è quella di un gioco interessante ma che non riuscirà a sostituire il primo capitolo nel cuore degli appassionati.

Tuttavia, per il potenziale inespresso nella demo, potrebbe anche rivelarsi una piacevole sorpresa, se non altro per gli amanti del genere.

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