The Witcher 3 next gen, dopo una lunga attesa è finalmente arrivata la patch che lo aggiorna alla versione Complete Edition. Disponibile dallo scorso 14 dicembre per PC, PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S.
Questa patch introduce svariate migliorie sia tecniche che di gameplay ma ciò che ha stupito di più i videogiocatori è stata l’introduzione del Ray Tracing, tecnologia che ha cambiato volto a un prodotto concepito ormai ben sette anni fa.
Tuttavia siamo ancora distanti dall’uso del Ray Tracing per come era stato promesso ai fini del marketing e il costo in termini di prestazioni è davvero elevato. Vediamo insieme come si comporta The Witcher 3: Wild Hunt – Complete Edition con le nuove modalità grafiche.
Indice
The Witcher 3 Next gen Patch: Miglioramenti generici
Nella patch next gen di The Witcher 3 sono inclusi svariati miglioramenti che coinvolgono tutti gli elementi grafici, tuttavia non è solo farina del sacco di CD Projekt.
La software house polacca ha velocizzato il lavoro di restauro adoperando alcune mod amatoriali, sviluppate dagli appassionati e distribuite in precedenza sul portale Nexus Mod.
Vediamo insieme le migliori mod di The Witcher 3 riciclate e migliorate per l’aggiornamento di nuova generazione.
The Witcher 3 Mod: ecco quelle usate nella Patch Next gen
La mod HD Reworked Project di HalkHogan migliora le textures e la definizione degli oggetti e delle strutture di gioco, aumentandone dove possibile anche la densità poligonale.
Lo stesso destino è toccato alla grande varietà di mostri e creature a cui daremo la caccia nei panni dello strigo, in questo caso è grazie al lavoro di Denroth e della sua mod HD Monsters Reworked.
Anche le cut-scene sono state modificate. Nella versione originale alcune sequenze narrative non venivano calcolate in tempo reale, a metterci una pezza è la mod Immersive Real-time Cutscenes di teiji25.
Le ultime due mod (Nitpicker’s Patch di chuckcash e World Map Fixes di Terg500) riguardano invece l’eliminazione di alcuni glitch mai risolti dalle patch ufficiali e una world map più dettagliata e fedele all’open world costruito da CD Projekt.
Non si tratta però di un semplice copia-incolla, gli sviluppatori hanno migliorato queste modifiche amatoriali per poi amalgamarle a un lavoro di restauro sulla flora, alcuni shaders e sui modelli di personaggi, armature e altri elementi scenici, ricoprendoli poi con textures a definizione più alta.
Tutti questi cambiamenti sono presenti a prescindere in tutte le versioni del gioco aggiornato ed esulano dai due preset grafici opzionali presenti sulle console di nuova generazione.
Modalità prestazioni su PlayStation 5 e Xbox: The Witcher 3 a 60fps
Sulle tre console di nuova generazione abbiamo due diversi preset, uno di questi dedicato alle prestazioni.
Attivando questa modalità il gioco punta ai 60fps, purtroppo non sempre stabili. Soprattutto la versione per Xbox Series X soffre di alcuni cali quando esploriamo le zone più complesse a livello strutturale, per esempio la città di Novigrad.
La patch next gen ha incrementato notevolmente il numero di personaggi non giocanti. Vie, taverne e piazze sono ora traboccanti di vita virtuale ma il peso in termini computazionali è aumentato e a seconda delle circostanze il frame-rate può risentirne.
Tuttavia non parliamo di drop eccessivi, sono percepibili solo in assenza di refresh-rate variabile. Chi dispone di TV o monitor compatibili con il VRR non ha niente da temere, la sensazione di fluidità non viene mai meno.
La risoluzione di rendering è gestita invece da un algoritmo di scaling dinamico, che alleggerisce il carico quando altri elementi richiedono maggiori risorse. Il target di 3840*2160 non è facile da raggiungere e mediamente si assesta attorno ai 1692p su Series X e Ps5, mentre lavora a 1920*1080 fissi su Series S.
Questa modalità prestazioni è la migliore per giocare The Witcher 3 alle alte difficoltà. Il combat system frenetico e che riproduce alla lettera la licenza da cui è tratto, richiede una minore latenza e una maggiore reattività per essere padroneggiato.
Trattandosi però di un gioco famoso più per le atmosfere e per la narrativa, non è un peccato volersi godere la storia senza impedimenti e in tal caso la modalità ray tracing non va sottovalutata.
Console e Ray Tracing, un difficile sodalizio
Quando si parla di Ray Tracing in ambito videoludico è quasi sempre puro marketing.
Si tratta di una tecnologia devastante. Perfino le più potenti GPU del mercato PC, come la RTX 4090, faticano a gestire il Ray Tracing senza l’ausilio di stratagemmi di scaling come il DLSS di Nvidia.
Per questo è ancora terribilmente prematuro parlare di vero Ray Tracing. Ciò a cui assistiamo sono soluzioni di rendering ibride. Dove la classica rasterizzazione si combina ad alcuni specifici elementi calcolati effettivamente in Ray Tracing.
In alcuni casi sono i riflessi, vedi il gioco Guardians of the Galaxy, in altri sono le ombre, vedi Shadow of the Tomb Raider. The Witcher 3 invece prova ad applicare il Ray Tracing alla global illumination e all’ambient occlusion, o almeno così ha dichiarato CD Projekt.
Solo su PC abbiamo un applicativo più complesso, che coinvolge anche i riflessi in real time, mentre su Xbox Series S manca del tutto questa funzione. La modalità qualità della console entry level di Microsoft si concentra sul miglioramento di altri elementi ma non prevede calcoli in Ray Tracing.
Paradossalmente è anche la versione che mantiene una risoluzione media più alta puntando ai 30fps.
Il costo del Ray Tracing
Su Xbox Series X e PlayStation 5 il preset dedicato al Ray Tracing prevede un render target a 30fps con risoluzione di 2560*1440p.
Tuttavia il frame-rate non è sempre stabile. Su entrambe le piattaforme non mancano alcuni cali sotto i trenta fotogrammi al secondo, più o meno percepibili a seconda delle circostanze e del pannello a nostra disposizione. Si tratta di drop sporadici per fortuna, ma monito di quanto sia difficile gestire questa nuova tecnologia.
Anche la risoluzione subisce un brusco crollo. L’obiettivo dei 1440p viene mantenuto più spesso da Xbox Series S, che non prevede il Ray Tracing in modalità qualità. Xbox Series X e PlayStation 5 invece lavorano con una risoluzione media che si aggira attorno ai 1188p.
Passando dal preset prestazioni a quello Ray Tracing (e nonostante l’intervento dello scaling dinamico), è possibile notare a occhio nudo la perdita di definizione generale. Ci si accorge subito di un’immagine più sfocata, che penalizza anche la qualità delle nuove textures ambientali e quelle che ricoprono le armature del nostro strigo.
I bordi degli oggetti distanti e le fronde frastagliate degli alberi diventano meno riconoscibili e dobbiamo pure accettare di giocare a 30fps invece dei molto più fluidi 60. Ne vale davvero la pena?
The Witcher 3 Next gen e i vantaggi del Ray Tracing
Non c’è una risposta secca alla domanda del paragrafo precedente. Dipende dalle nostre esigenze e preferenze.
Come già detto, chi vuole giocare The Witcher 3 nel miglior modo possibile e magari alla massima difficoltà, è quasi obbligato a scegliere la modalità prestazioni su tutte le console next gen.
I 60fps fanno la differenza in termini di gameplay e nel caso di PlayStation 5 e Xbox Series X si ottiene anche un’immagine più brillante e definita rispetto alla modalità Ray Tracing. D’altra parte con quest’ultima tecnologia attiva a livello di illuminazione e di occlusione, si ottiene una resa complessiva a tratti mozzafiato.
Il mondo di gioco ottiene maggiore profondità e plausibilità (nei limiti del contesto e dell’engine). In alcune circostanze, come gli interni degli edifici, si rende evidente una distribuzione di luci e ombre molto più realistica. Perfino il profilo dei protagonisti trae vantaggio dall’illuminazione, sia durante i normali dialoghi, sia durante le sequenze cinematografiche.
L’impatto scenico esplode in modalità Ray Tracing, seppur con risultati altalenanti. Non sempre si notano differenze a occhio nudo e ci sono situazioni in cui la modalità prestazioni ne esce vincente a causa della maggior definizione e alla sensazione di fluidità, pur mostrando il fianco a un’occlusione pressoché assente.
A fronte di quanto espresso, è davvero difficile scegliere uno dei due preset. Hanno entrambi punti di forza e sbavature evidenti. Nel caso della modalità Ray Tracing dobbiamo aggiungere anche qualche glitch che riguarda luci e rifrazioni, per fortuna sporadici, nonché una strana gestione dei riflessi sulle superfici dell’acqua, forse inadeguate alla nuova tecnologia.
La scelta è quindi nelle mani del singolo giocatore. Bisogna provarle entrambe e poi decidere quale delle due appaga maggiormente la nostra vista. Discorso diverso ovviamente per quanto riguarda gli utenti PC.
Ray Tracing e problemi di prestazioni su PC
Anche le più potenti configurazioni faticano a macinare FPS una volta spinte al massimo le impostazioni grafiche del gioco. Galeotto ovviamente il Ray Tracing, che si rivela come al solito un macigno computazionale.
Sul web già si parla di scarsa ottimizzazione e CD Projekt è corsa ai ripari. Il primo Hotfix è stato distribuito in data 19 dicembre. Un aggiornamento pensato proprio per migliorare le prestazioni.
Marcin Momot, global community director dell’azienda, si è poi espresso sui social affermando che il team è ancora al lavoro per migliorare l’esperienza di gioco su tutte le piattaforme.
Non possiamo che attendere ulteriori patch ma già allo stato attuale è proprio su PC che The Witcher 3 si trasforma in un gioco davvero di nuova generazione. Con l’hardware adeguato possiamo giocare a un frame-rate più alto che su console con una resa visiva che non scende a compromessi grazie alle nuove opzioni grafiche “Ultra +”, assenti nella versione originale.
I giocatori PC possono poi contare sulla possibilità di attivare qualche algoritmo di scaling complesso come il DLSS 3 di Nvidia o il FSR 2.1 di AMD.
The Witcher 3 Next gen: un gioco di nuova generazione?
Aumento di definizione delle textures, incremento della densità poligonale su alcuni modelli, flora e fauna migliorate, luci e ombre più complesse, potenziamento dei livelli di dettaglio e della draw distance (che amplifica lo stupore dinanzi alle vaste distese del Velen o le montagne innevate delle Skellige): basterebbe già tutto questo per promuovere la patch di nuova generazione.
Ciò nonostante ricordatevi che siamo dinanzi a un prodotto del 2015, concepito sette anni fa e su hardware ben diversi da quelli disponibili oggi. A livello strutturale e di assets, il gioco non ha subito profonde variazioni e il motore grafico è sempre lo stesso, quel problematico RED Engine proprietario di CD Projekt.
Non aspettatevi dunque una rivoluzione, perché è ancora The Witcher 3 (non che sia poco ndr), solo che molto più bello a vedersi e a giocarsi, soprattutto in modalità prestazioni.
Su console next gen risulta difficile scegliere un preset. La modalità prestazioni migliora fluidità e risposta ai comandi ma in Ray Tracing il mondo di gioco appare più realistico, seppur meno definito a causa della risoluzione più bassa.
Su PC invece abbiamo la massima espressione del titolo di CD Projekt. Ovviamente dipende dalla configurazione del singolo, ma ancora una volta l’azienda polacca ha dimostrato di lavorare meglio sulla piattaforma aperta, se non per qualche critica all’ottimizzazione in parte legata al naturale peso computazionale del Ray Tracing.
Quale che sia il vostro sistema di riferimento, la patch è disponibile in forma gratuita e rappresenta uno valido motivo per rigiocare questo capolavoro. Se invece non avete mai vestito i panni dello strigo di Rivia, non c’è momento migliore per innamorarsi di quest’epopea videoludica.
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