Xbox Game Pass ha rivoluzionato il modo di fruire dei videogiochi e impattato fortemente sul mercato.
L’idea è in sé semplice ma geniale: applicare un modello simile a quello degli abbonamenti ai servizi di film e serie TV, con una libreria di giochi gratuiti e variabile nel tempo accessibile previa sottoscrizione mensile, con l’unica differenza che i giochi vanno scaricati e non fruiti in streaming.
Quello che ha spinto fortemente le vendite degli abbonamenti Game Pass è stato inizialmente il fatto che le grosse IP e le esclusive Microsoft fossero immediatamente disponibili su Xbox Game Pass ai rispettivi lanci, così da far risparmiare grosse cifre ai consumatori.
Poi Microsoft ha ulteriormente migliorato e potenziato il servizio, offrendo anche i titoli Xbox 360 tramite la retrocompatibilità, i giochi EA Games, l’Xbox Game Pass Ultimate e il Game Pass PC, senza contare il servizio streaming tramite Android e iOS (seppur ancora in beta). Vi è ancora la sottoscrizione Friends & Family, attualmente non disponibile in Italia.
In pratica ormai ogni possessore di Xbox ha una sottoscrizione Game Pass, specialmente chi ha una Xbox Series S che non può fruire dei giochi su disco. Certamente tutti questi abbonamenti portano grosse entrate nelle casse di Microsoft, ma vanno anche pagate le royalties per l’inclusione dei giochi di terze parti.
Siamo quindi sicuri che sia tutto oro quello che luccica? Secondo i report finanziari di Microsoft, c’è un problema a lungo termine.
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Xbox Game Pass ridurrebbe le vendite dei giochi a lungo termine
Ci sono perplessità in casa Mirosoft. Gli sviluppatori che collaborano con il platform holder hanno condiviso pensieri molto diversi sulla questione.
Il boss di Xbox Phil Spencer ha affermato che la presenza su Game Pass ha effettivamente aiutato i giochi a vendere di più nel 2018, ma non è così. Almeno, non più.
GamesIndustry ha trattato la vicenda dell’Autorità britannica per la concorrenza e il mercato sull’acquisizione di Microsoft-Activision Blizzard. Questo report include la seguente dichiarazione:
“Microsoft ha anche dichiarato che la sua analisi interna mostra un calo nelle vendite dei giochi principali dodici mesi dopo la loro aggiunta a Game Pass“.
Anche Activision ha manifestato in passato i suoi timori in merito, in quanto il rapporto sostiene che l’editore di Call of Duty pensava che l’inserimento dei suoi titoli su Game Pass sarebbe stato possibile:
“(…) cannibalizzano pesantemente le vendite B2P [buy-to-play], soprattutto per le nuove uscite”.
In pratica cosa sta succedendo qui? Da un lato Microsoft guadagna da un sempre crescente numero di abbonamenti Xbox Game Pass.
Ma dall’altro, gli sviluppatori e i publisher guadagnano meno perché tutti giocano i giochi al lancio su Game Pass ma nessuno li compra più nel lungo termine.
Il successo di Hi-Fi Rush su Steam è l’esempio più recente, ma il fatto che quasi 30 milioni di abbonati a Game Pass ottengano giochi gratuiti ovviamente danneggia la maggior parte dei titoli in termini di vendite.
Il dubbio rimane sulle royalties che prendono sviluppatori ed editori per offrire i loro giochi su Game Pass e sul fatturato delle microtransazioni. Voi che ne pensate?