No Man’s Sky: l’inizio e la fine del viaggio – Recensione

No Man's Sky
Informazioni sul gioco

No Man’s Sky nasce dal piccolo gruppo di sviluppatori di Hello Games, capitanati da Sean Murray, nell’ormai lontano 10 agosto 2016. Complici un marketing e alcune dichiarazioni fallaci del director, il gioco fu accolto assai negativamente dagli utenti e dalla critica, visto che il prodotto finale non rispecchiava ciò che era stato promesso in molte delle sue caratteristiche.

No Man's Sky

Nonostante questo avvio claudicante, nel corso dei mesi e successivamente degli anni, Sean Murray e Hello Games si sono rimboccati le maniche, sistemando i problemi, apportando migliorie e aggiungendo nuovi contenuti totalmente gratuiti. Si partì infatti dopo poco dal lancio con il Foundation Update, per arrivare a Path Finder e Atlas Rises, fino al corposo 2018 (con No Man’s Sky NEXT, The Abyss e Visions). Nel 2019 è stata la volta di Beyond (che ha introdotto il supporto alla realtà virtuale), Synthesis e Bytebeat. Infine il 2020 ha portato una grandissima mole di novità: Living ShipExo Mech, Crossplay (che ha appunto aggiunto la possibilità di giocare con utenti di altre piattaforme), Desolation e l’ultimo arrivato, Origins.

Inoltre No Man’s Sky usufruisce anche di un update dedicato al supporto alla next-gen, che ha appunto il nome di Next Generation Update. Quest’ultimo porta come principale aggiornamento un miglioramento grafico più che sensibile.

Alla luce di quest’incredibile quantità di aggiornamenti, No Man’s Sky se n’è andato dai The Game Awards 2020 con il premio per il Best Ongoing Game (per il miglior gioco a supporto continuo). Per questo siamo tornati a solcare i cieli variopinti di No Man’s Sky.

No Man's Sky

La lore e le quest: interminati spazi…

Siamo da qualche parte nella Galassia di Euclide. Non ricordiamo nulla di ciò che siamo stati, né abbiamo una vaga idea di dove ci troviamo: è un pianeta qualunque in un sistema stellare qualunque.

Il nostro scopo è rimetterci in sesto, raccogliere abbastanza risorse qua e là sulla superficie del pianeta e prendere la via delle stelle, scoprire chi siamo, da dove veniamo, raggiungere il centro della Galassia e nel mentre capire l’universo che ci circonda e le creature che lo abitano. Nulla che dei gamer navigati come noi non possano fare, insomma.

Questo è un universo abbastanza popolato, e principalmente a contendersi le stelle e i pianeti troviamo tre specie aliene: i belligeranti e aggressivi Vy’keen, gli scaltri Gek (dediti soprattutto al commercio) e i Korvax, esseri parte di una mente alveare (la Convergenza), esploratori e seguaci della conoscenza.

No Man's Sky

Nei rapporti con queste tre specie abbiamo modo di apprendere le loro lingue in diversi modi, chiedendo attivamente a ciascun essere di insegnarci una parola del loro idioma, o cercando e attivando appositi monoliti sparsi su ogni pianeta e satellite di No Man’s Sky. Senza questi insegnamenti, le frasi che ci rivolgeranno gli alieni si ridurranno a espressioni e termini per noi incomprensibili.
Queste tre specie aliene sono disseminate in ogni sistema stellare, o nelle spaziose basi spaziali, o su piccoli insediamenti sulla superficie dei vari pianeti.

Oltre a Vy’keen, Gek e Korvax, nel videogame troviamo altri esseri senzienti, i Viaggiatori. Noi stessi siamo Viaggiatori, così come gli altri giocatori.
Altri esemplari che esulano dalle tre specie aliene di cui abbiamo detto sopra, li possiamo trovare sull’Anomalia, una stazione spaziale come nessun’altra, popolata da insolite creature venute da chissà dove e chissà quando, che ci aiuteranno nel nostro cammino fornendoci elementi unici, miglioramenti e materie prime. Fra questi troviamo Nada e Polo, di fatto un Korvax e un Gek, che però ci parlano di universi alternativi e altri misteri.

Fra i misteri che popolano No Man’s Sky, la questione degli universi alternativi è solo una. Dovremo infatti occuparci di scoprire chi sia e dove si trovi Artemis, altro essere sperduto come già è successo a noi. Il nostro scopo sarà scovarlo e salvarlo da un destino infausto.
Se vorremo, ci aspetta anche la ricerca delle stazioni dell’Atlante, essere antichissimo e dotato di poteri divini.

Non meno importante è il capire l’origine delle Sentinelle: quest’ultime sono una sorta di guardiani che controllano l’intera esistenza nella Galassia di Euclide, e non mancheranno di attaccarci in massa qualora osassimo disturbarle.

Se già questo non fosse abbastanza, ci sono anche le quest secondarie, che si presentano come le più classiche di qualunque videogioco: raccogliere oggetti, andare da un punto A a un punto B, scattare una foto su di un determinato pianeta (sfruttando la modalità fotografia presente in game), scoprire un determinato numero di oggetti o di creature, uccidere navi pirata e poco altro.

Certamente si tratta solo di un riempitivo (peraltro abbastanza noioso, se decidiamo di dedicarci solo a queste missioni), ma può essere divertente anche dedicarsi a queste attività, di tanto in tanto.

Solitudine ed esplorazione: …e infiniti silenzi

Abbiamo parlato di alcune delle attività a cui possiamo dedicarci in No Man’s Sky, fra missioni principali e secondarie. Nell’universo del videogioco di Hello Games, tuttavia, c’è molto altro da fare e da scoprire.
Questo molto altro da fare e da scoprire ci porterà a esplorare l’intera galassia, e per fare questo dovremo imbarcarci in solitaria a bordo della nostra astronave, che sia un piccolo caccia o un trasporto assai più grande.

L’esplorazione è uno dei punti cardine di tutta l’esperienza videoludica di No Man’s Sky, su cui gli sviluppatori hanno puntato molto, sia in fase iniziale, sia con alcuni degli aggiornamenti successivi (come l’ultimo, Origins). Di fatto, nel gioco ci sono pochissimi limiti all’esplorazione, e possiamo visitare pianeti, satelliti e perfino entrare in buchi neri, che ci portano istantaneamente ad anni luce di distanza, magari sotto una pioggia di meteoriti.

I pianeti e i satelliti che costellano la galassia sono di moltissime dimensioni, alcuni dei quali circondati da anelli. Anche le tipologie di questi corpi celesti sono altrettanto varie: pianeti verdeggianti, ghiacciati, coperti di oceani, desolati, desertici, radioattivi, tossici o lavici.
In una galassia come quella di Euclide, quasi tutti i pianeti nascondono moltissime sorprese, molte delle quali vive. Infatti, fulcro della nostra esplorazione sarà il poter scoprire la flora e la fauna dei corpi celesti che visiteremo, oltre a minerali, avamposti, reliquie di un passato ormai perduto e altro ancora.

Tutto questo è generato proceduralmente, con particolare attenzione alla creazione della flora e della fauna, che vede mescolare vari asset legati a moltissime tipologie di animali, di varie dimensioni e colori.

La generazione procedurale dell’universo di gioco è un valore aggiunto quanto potenzialmente può divenire un difetto.
Questo a causa, ovviamente, di un vastissimo numero di combinazioni per la creazione di flora e fauna, che tuttavia, per quanto possa essere vasto, non è infinito. Ciò può comportare, in alcune occasioni, che vada scemando la sensazione di sorpresa e meraviglia che proviamo nel vedere le prime creature aliene nei nostri atterraggi iniziali: troveremo moltissime somiglianze (addirittura alle volte creature e piante quasi identiche) fra gli esseri viventi che scansioneremo e catalogheremo.

Nonostante ciò, in questa panspermia che caratterizza No Man’s Sky sarà comunque divertente perdersi e lasciarsi andare alla scoperta del prossimo animale, della prossima caverna e tutto il resto che il gioco a da offrire.

Fra le varie cose che l’opera di Hello Games ci propone è la possibilità di dedicarsi a rinominare ogni sistema stellare, pianeta, satellite, animale, pianta, roccia, luogo d’interesse che scopriamo. Una volta fatto ciò, possiamo anche caricare online le nostre scoperte: gli altri giocatori potranno trovare i nostri rinvenimenti durante i loro viaggi, e noi intanto guadagneremo qualcosa dai nostri ritrovamenti.

No Man's Sky

E se pure questo non bastasse a placare le nostre velleità da esploratori, possiamo sempre cercare fossili, antiche reliquie, tombe di altri Viaggiatori e molto altro, magari guadagnando qualcosa dalla vendita di questi reperti.

Per finire, con uno degli ultimi update (Desolation), è stata introdotta anche la possibilità di imbatterci in enormi mercantili devastati e abbandonati, fluttuanti nello spazio infinito. Come se fossimo in un vecchio horror in stile Alien o simili, possiamo addentrarci in questi relitti, alla ricerca della sopravvivenza e di tesori perduti.

Il commercio e il farming

Le possibilità che ci dà No Man’s Sky non sono ancora esaurite.
Perché non improvvisarci mercanti, infatti?

Possiamo acquistare un mercantile grande e grosso, magari con una flotta di fregate, e iniziare a commerciare avanti e indietro per la galassia. Ma andiamo per gradi: con il mercantile abbiamo accesso all’acquisto delle fregate. Tali fregate, ciascuna con determinate caratteristiche e statistiche, possiamo spedirle in missione per conto proprio. Al termine del tempo necessario alla loro missione, al netto di eventuali riparazioni di cui necessiteranno, otterremo crediti, materie prime e altri oggetti di valore.

Noi stessi però possiamo partire in missione commerciale, con la nostra nave spaziale. Ci basterà raccogliere materie prime o materiali ben più rari e venderli sulle stazioni spaziali. Oppure, ancora più remunerativo, potremo comprare alcuni beni di valore in un dato sistema stellare e rivenderli poi in un sistema differente. Una volta capito il meccanismo e dopo un po’ di gavetta iniziale (complice magari sufficiente spazio nell’inventario della nostra Exotuta e della nostra nave), cominceranno a pioverci milioni di crediti addosso.

Potrebbe essere utile l’installazione di uno scanner economico sulla nostra astronave, il che ci permetterà di valutare al meglio in quale sistema vendere i nostri beni per massimizzare il profitto.

Abbiamo parlato in più punti di materie prime.
Questo perché la raccolta di materie prime è un altro punto nevralgico del gameplay dell’opera. Il motivo è la valenza fondamentale di farming e crafting nell’economia ludica. La raccolta e l’accumulo di materiali come carbonio, polvere di ferrite, oro, argento, rame, cobalto e tutti gli altri elementi disponibili ci consentiranno infatti di creare ulteriori materie secondarie (alcune disponibili in questa forma già in natura), come carbonio condensato, ferrite pura, cobalto ionizzato e tutte le altre.

Queste sostanze sono fondamentali per tutto ciò che è creazione in No Man’s Sky: componenti elettronici, dispositivi di vario genere, migliorie per l’Exotuta e per il nostro Multi-tool (la nostra pistola che è arma, estrattore di materiali e ulteriori funzioni) così come per l’astronave e il mercantile, sostanze come carburante, oggetti rari da rivendere e moltissimo altro ancora.

Una casa fra le stelle

Assieme a tutto questo, materie prime, prodotti secondari e i vari componenti tecnologici ci servono per un’altra possibilità offerta da No Man’s Sky: la costruzione delle basi.
La costruzione delle basi ci pone davanti a molteplici scelte, anche solo quelle legate al materiale con cui costruire la nostra dimora, che sia legno, metallo o cemento. Potremo sbizzarrirci sulle forme, e potremo perfino costruire una base subacquea.

Per migliorare la nostra casa avremo a disposizione moltissimi elementi, alcuni dei quali potremo portarli sempre con noi: tecnologie per estrazione di materiali dall’atmosfera e dai depositi rocciosi, dispositivi per la raffinazione degli elementi chimici, radiofari, strumenti per curarci e ricaricare le difese della nostra Exotuta e altro ancora.

Fra le cose aggiuntive con cui potremo rendere più godibile la nostra permanenza su uno dei pressoché infiniti pianeti di No Man’s Sky, troviamo anche il ByteBeat, che ci permetterà di generare suoni e musica personalizzati, e un dispositivo per processare cibi e cucinare.
Sì, in No Man’s Sky è possibile cucinare moltissimi frutti e altre fonti di nutrienti (come la carne delle creature che troviamo esplorando l’universo), alcuni dei quali potremo essere noi stessi a produrli nella nostra dimora divenuta fattoria.
Con l’aiuto di alcuni rappresentanti delle tre specie aliene presenti nel gioco, potremo espandere parecchio la nostra base, appunto iniziando anche a coltivare piante, frutti e ortaggi.
Accanto alla coltivazione, ci sarà anche l’allevamento di animali, per ricavarne per esempio latte e uova alieni. A proposito di animali, potremo persino cavalcare varie creature che troveremo in giro per la galassia, a patto che ce le facciamo amiche con l’esca giusta.

Oltre alle cavalcature e a piedi (o usando il nostro jetpack), quando vorremo muoverci sulla superficie di un pianeta potremo utilizzare un altro dei molti mezzi di trasporto messi a disposizione dal team di Hello Games. Fra questi contiamo il Roamer, un classico fuoristrada, il Nautilon (un sottomarino) e il Minotaur, un vero e proprio mech nello stile dei vecchi anime giapponesi.

Come accennato prima, potremo anche liberarci dell’astronave che ci viene fornita all’inizio del gioco, acquistandone altre o riparando e utilizzando quelle che troveremo abbandonate sulla superficie di alcuni corpi celesti. Fra queste, troveremo addirittura delle astronavi senzienti lungo il nostro viaggio, esseri che saranno a cavallo fra la vita animale e le macchine.

Grafica, gameplay e comparto sonoro

Visivamente No Man’s Sky si mostra con una grafica netta e decisa, dal taglio forte e con una direzione artistica ben delineata.
L’opera di Sean Murray rifugge infatti qualunque volontà di grafica realistica, preferendo di gran lunga uno stile ben più scarno e scevro di inutili particolari, con una palette cromatica spesso spinta all’estremo. Il risultato potrebbe essere definito quasi giocattoloso, il che si sposa in maniera perfetta con l’atmosfera di sogno e costante meraviglia che è uno degli scopi dell’opera videoludica in questione.

Ad aumentare questa sensazione quasi di spaesamento, ci pensano le musiche della band britannica 65daysofstatic e l’audio procedurale creato dal designer del suono Paul Weir, a cui si aggiungono tutti gli altri effetti sonori, i versi degli animali e degli alieni, assieme alla voce rassicurante della nostra assistente.
Questa voce, che ci parlerà ogni volta in cui avremo terminato lo spazio nell’inventario o il carburante dell’astronave, oltre a ricordarci che il nostro scudo si sta disattivando e molto altro, sarà l’unica voce che sentiremo per tutto il gioco, e finiremo dunque per affezionarci a lei, per quante volte potrà ripeterci le stesse frasi.

Per quel che riguarda la difficoltà, all’avvio di una nuova partita potremo scegliere fra vari livelli di sfida: una modalità standard, con un grado di sfida medio, è l’ideale per partire; c’è poi la survival mode, che aumenta i danni che subiremo da ogni pericolo che affronteremo, insieme alla diminuzione delle risorse che troveremo nelle nostre scorribande aliene; è presente anche la modalità con permadeath, il che comporta l’avvio forzato di una nuova partita nel caso in cui il nostro avatar spaziale muoia. Infine, se al contrario volete solo godervi il panorama, magari costruendo la vostra casa dei sogni su di un pianeta paradisiaco, la modalità creativa è quello che fa per voi.

A livello di puro gameplay, il gioco giocato necessita di moltissimo tempo per essere masterato.
Se infatti fin da subito troveremo la nostra comfort zone in determinate aree di specializzazione nel videogioco (il commercio, la creazione della base, l’esplorazione, ecc.), per capire ogni dettaglio e ogni cosa che possiamo fare in game dovremo metterci anima e corpo. Il che non è ovviamente obbligatorio per godere delle possibilità dateci da Hello Games, ma sicuramente diventa problematico per chi vuole conoscere tutte le caratteristiche di un gioco tanto vasto.

I controlli e i menu di gioco non facilitano l’impresa. Entrambi, sia i controlli che le schermate di statistiche, dell’inventario e quant’altro, possono risultare infatti ostici o confusionari e magari trarre in inganno più di qualche giocatore (non per forza casual gamer o semplicemente disattento).

Il gioco, a distanza di anni, è stato sistemato dei suoi moltissimi problemi grafici e di prestazioni. Tuttavia, nonostante questo continuo lavorio di rifinitura, No Man’s Sky presenta ancora vari difetti, per quanto più rari rispetto al passato.

Fra questi difetti, annoveriamo sicuramente un frame rate di tanto in tanto traballante, in base anche a quanti dati devono essere processati. Subito dietro troviamo (forse in prima posizione per quel che riguarda le occorrenze) il pop up degli elementi a schermo, in special modo sui pianeti più popolati di piante, animali, edifici, ecc.
Segnaliamo anche bug di vario genere: fra i più comuni troviamo la possibilità che la nostra astronave resti compenetrata in qualche montagna, in una stazione spaziale o in qualche altro sfortunato oggetto che si è trovato sul nostro cammino; altro classico bug sono oggetti, piante e molto altro volanti, anche quando si suppone che non dovrebbero fluttuare sopra le nostre teste.

Infine non mancano i crash del gioco, che possono capitare in qualunque momento e non sono necessariamente legati a problemi di caricamento del videogame o di eccessivo peso dei dati.

Multiplayer

Non ci resta che parlare del comparto multigiocatore, che di fatto fu uno dei motivi principali per i quali Hello Games fu ampiamente criticata all’uscita originale del videogioco. Infatti era stato promesso un universo pressoché infinito, nel quale avremmo potuto muoverci in compagnia dei nostri amici o incontrando altri giocatori da tutto il mondo. In realtà queste possibilità sono state aggiunte solo con il tempo e fra molte difficoltà, attraverso i vari update del gioco.

Al momento attuale, abbiamo la possibilità di avviare No Man’s Sky in compagnia di uno o più amici (fino a gruppi da 4 giocatori), partendo dall’ultima posizione salvata di uno dei giocatori. Ciò ci permetterà di viaggiare, esplorare, farmare, craftare e commerciare insieme, oltre al dedicarsi assieme alle missioni.

Oltre al giocare con i nostri amici, fondamentale per il multiplayer del videogame è il Nexus.
Il Nexus è l’hub centrale del gioco e coincide con l’Anomalia spaziale di cui abbiamo parlato nella sezione dedicata alla lore del gioco. Possono essere ospitati fino a 32 giocatori, con cui potremo interagire con saluti, gesti, chat in game, unendoci al loro gruppo o invitandoli nel nostro, scambiando o regalando elementi. Inoltre, proprio dal Nexus potremo avviare missioni co-op di varia natura e invitare (o attendere che si uniscano) altri utenti.

E qui sopraggiunge uno dei problemi attuali di No Man’s Sky e del suo comparto multiplayer, ovvero la difficoltà di avviare una missione co-op proprio nel momento in cui nel Nexus ci siano altri giocatori interessati a imbarcarsi in una sessione, e proprio del tipo che stiamo avviando noi.

Se invece siamo noi a volerci unire a una quest altrui, allo stesso modo dovremo stare con le dita pronte a entrare nel gruppo di un utente non appena avvia una missione (sempre che sia di nostro gradimento).

Ciò è complicato ulteriormente dalla presenza decisamente minore di utenti all’interno della Galassia di Euclide rispetto al passato, e che magari tornano a visitarla giusto in occasione del nuovo update o aggiornamento di turno.

Commento finale

No Man’s Sky è un gioco che si fonda sul suo sense of wonder quasi costante, che sia perché apprendiamo come si dice “buco nero in lingua Korvax, o perché posiamo gli occhi per la prima volta su di un sistema con tre stelle, o magari perché stiamo cavalcando un animale che sembra un misto fra un leopardo e una mantide religiosa. Questo sense of wonder è in grado di tenerci incollati allo schermo per moltissime ore senza che sopraggiunga la noia. Purtroppo talvolta la noia finisce per arrivare, solitamente a causa della reiterazione esasperata del medesimo gesto o procedimento, o magari a causa di qualche eccessivo tempo morto.

Da non sottovalutare pure qualche difetto legato a bug e crash, oltre a un online non più popolato come un tempo. D’altro canto si tratta comunque di un gioco che si porta sulle spalle già più di 4 anni di vita, e purtroppo il senso di novità è oramai scemato.

Ma, appunto, permane il sense of wonder che riesce a farci immergere placidamente nella Galassia di Euclide, con la sua direzione artistica precisa e la sua veste grafica.
Dunque, se ancora non lo avete recuperato, forse è il momento di investire qualcosa in No Man’s Sky, complice l’update per nuova generazione e la premiazione ai The Game Awards 2020, che potrebbe rinnovare l’interesse del pubblico per il titolo e ripopolare la sua Galassia di Euclide.

VOTO: 8

Con questa recensione speriamo di aver aiutato qualche indeciso ad acquistare (o meno) l’opera di Hello Games, magari appunto complice la nuova generazione e la mole di update rilasciati in questi ultimi mesi.

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