Palworld, il mondo ideato e creato dalla nipponica Pocket Pair, è un successo. È un innegabile successo, che macina un milione dopo l’altro di utenti, su qualunque piattaforma sia stato distribuito finora (e potendo contare pure sulla release su Game Pass).
E, al netto di alcuni inciampi e difetti più o meno vistosi, come vi abbiamo riportato nella nostra esaustiva recensione, il titolo di cui parliamo oggi ha comunque decisamente incontrato il favore del pubblico di tutto il mondo.
Addirittura sfondando molti record di maggior numero di utenti connessi contemporaneamente su Steam e piazzandosi nell’Olimpo dei videogame che possono fregiarsi di questi traguardi, Palworld porta con sé anche diverse ombre (e no, non stiamo parlando delle grotte dei dungeon o delle notti che dobbiamo affrontare in game).
Vediamo di fare chiarezza, per quanto possibile allo stato attuale, su due elementi in particolare legati al videogioco e che, fin da addirittura prima della release, hanno impensierito e polarizzato l’opinione pubblica che si occupa (e preoccupa) del mondo del gaming.
Ci riferiamo da un lato alle accuse di plagio, connesse evidentemente alla somiglianza dei Pals, le creature del gioco, con i ben più longevi Pokémon di Nintendo, per quanto al momento la grande N non abbia ancora intrapreso alcuna strada legale. Tuttavia, ha avviato un’investigazione ufficiale proprio per plagio.
Dall’altra parte, poi, ci sarebbe la questione dell’utilizzo, massiccio o solo in parte (o anche per nulla, siamo qui proprio per provare a fare chiarezza), dell’intelligenza artificiale nella creazione del titolo.
Indice
Da Nintendo a Pocket Pair, da Pokémon a Palworld: perché si parla di plagio?
Le ovvie differenze: la sopravvivenza e il crafting
Partiamo da ciò che è chiaro anche solo giocando a Palworld per qualche minuto: molti elementi del gioco non sono ripresi dalla serie di Pokémon. Fra questi elementi, quelli che saltano subito all’occhio sono le componenti da survival game e il crafting.
Il prodotto di Pocket Pair non mostra chissà quale profondità, ma ci dà comunque valori (tipici del genere) da tenere sotto stretta osservazione, come il caldo/freddo e la fame.
Altra cosa che si discosta decisamente dal mondo dei mostri di Nintendo e The Pokémon Company è tutto il sistema di crafting. Che si tratti di costruire la propria base, creare risorse (coltivando, tagliando la legna, ecc.) oppure semplicemente fabbricando strumenti, armi, abiti, le opzioni offerte dal gioco sono parecchie.
E, fra l’altro, il titolo di Pocket Pair ci dà anche la possibilità di mettere pure le nostre creature (fresche di cattura) al lavoro nei nostri campi, nelle nostre segherie e in qualunque altra mansione disponibile in game.
Le altre potenziali fonti
Pensando alla parte appunto survival e legata al crafting, ci sono ben altri titoli che ci possono venire in mente. E sì, anche con moltissime somiglianze, come ha notato il nostro recensore parlando di un qualche legame con Rust.
Rimanendo invece sempre all’interno della stessa Pocket Pair, c’è un gioco da cui il team potrebbe aver ripreso parecchio. Sin dai primi giorni dall’uscita, infatti, il popolo di internet (che ovviamente lo prendiamo non come prova, ma per quel che è, un sentimento diffuso) ha iniziato a trovare tante similitudini fra il neonato Palworld e Craftopia.
Craftopia, ci dice la pagina Steam del gioco, è un action survival a mondo aperto, con elementi legati alla caccia, alla costruzione, al farming e con combattimenti. Per quanto con nette differenze (di base non ci sono i Pal, per esempio), rimane comunque la sensazione di già visto, quando appaiamo un gioco all’altro.
In ogni caso ci riferiamo a un lavoro interno a uno stesso studio di sviluppo, quindi ovviamente non parleremmo in qualunque caso di vero e proprio plagio, al massimo (nel peggiore dei casi, se così fosse) di riutilizzo di asset della compagnia.
Personalmente, chi vi scrive ha rivisto soprattutto, non nello stile visivo e grafico, ma certamente in molte dinamiche in game e nella struttura survival, Ark (nella sua versione originale, Survival Evolved, o nella sua più recente incarnazione Survival Ascended).
Parliamo di un titolo dalle atmosfere naturali ma con elementi tecnologici, con molta parte di gameplay dedicata al crafting e al rapportarsi con la fauna locale (nel caso di Ark dinosauri e altri animali preistorici), anche per esempio dotando gli animali di strumenti come armature e simili.
E, questa somiglianza con Ark, è stato recentemente lo stesso CEO di Pocket Pair Takuro Mizobe a confermarla. Il CEO della compagnia infatti ha dichiarato esplicitamente di essersi ispirato ad Ark e che le sue meccaniche sono appunto simili al gioco uscito originariamente nel 2015.
Pocket Pair e i Pocket Monsters: le somiglianze con i Pokémon
In ogni caso, a prescindere dalle molte meccaniche di crafting e di genere survival, la prima cosa che salta all’occhio a chi apre per la prima volta Palworld (o banalmente anche solo guardandone video e trailer), è una forte somiglianza con i mostri tascabili della serie di Pokémon.
Al di là del fatto che i Pal del gioco di Pocket Pair abbiano delle abilità e dei poteri specifici, un po’ appunto come i Pokémon, il vero problema a essere stato preso in esame è la somiglianza fisica nello stile e nel design dei mostri.
Come testimoniano diversi screenshot e confronti disponibili online (come quelli che potete trovare per esempio su Forbes), alcune somiglianze sono assolutamente e incredibilmente profonde.
Abbiamo casi con stesse espressioni facciali, altri che presentano invece le medesime forme corporee oppure gli stessi pattern di colori, o addirittura coppie di Pal/Pokémon che hanno più caratteristiche fra le precedenti ad avere somiglianze consistenti.
I’ll start with the obvious ones and the further down I go the less obvious they’ll be, but things like concepts or colours might be derived. This one has ears and theme of leafeon and everything else of cinderace. The small hands, the fluff at the pants, all of it. pic.twitter.com/X3x8w7xvgq
— Cecilia Fae 🍂 (@CeciliaFae) January 21, 2024
Addirittura, come riportato da alcune testate, c’è una parte dell’utenza che si è spinta oltre, fino a fornire delle comparazioni dei modelli 3D dei personaggi (della serie Pokémon e di Palworld). Al netto di qualche legittima critica dietro operazioni di questo tipo, chi ha creato questi raffronti (nel caso che vi proponiamo l’utente byo su X) ha tenuto a rimarcare il fatto che l’unica modifica fatta, in qualche caso, è stata il ridimensionamento dei modelli tridimensionali.
Maybe they’re brothers? #Palworld #Pokemon #Lycanroc model from SV. pic.twitter.com/KnGSozfJGQ
— byo (@byofrog) January 21, 2024
Palworld: le “Poké Ball”
Elemento di sicura somiglianza, nel momento in cui si prova il gioco, fra il prodotto di Pocket Pair e invece la longeva serie di Pokémon è la presenza delle Pal Spheres, in italiano le Sfere Pal.
Queste sfere hanno una funzione, un utilizzo, perfino le dinamiche di lancio e cattura, decisamente simili alle Poké Ball a cui ci hanno abituato The Pokémon Company e Nintendo.
Dobbiamo infatti indebolire i Pal per poi provare a lanciare la nostra Sfera Pal (che esiste anche in varianti più potenti), dopodiché vediamo la nostra Sfera dondolare in attesa di scoprire se riusciamo a imprigionare il nostro obiettivo.
Nintendo e The Pokémon Company potrebbero avviare un procedimento legale?
Ciò che moltissime persone hanno immediatamente iniziato a domandarsi è stato se, in qualche modo, The Pokémon Company o addirittura Nintendo abbiano intenzione di muoversi per vie legali. Ciò per via delle somiglianze di cui sopra e per quanto sappiamo Nintendo tenere particolarmente alle proprie IP.
Addirittura, fra le persone ad aver mostrato sorpresa per questo iniziale silenzio riguardo il titolo, abbiamo avuto l’ex legale di The Pokémon Company Don McGowan, come vi avevamo riportato.
Quel che è certo è che, dopo l’iniziale silenzio (seguito a tutti i mesi passati in cui già Pocket Pair aveva mostrato la sua creatura), è infine arrivato un comunicato ufficiale di The Pokémon Company.
“Non abbiamo concesso alcuna autorizzazione per l’uso della proprietà intellettuale o degli asset Pokémon in quel gioco.”
Con questo passaggio della dichiarazione della compagnia, forse il principale, viene detto l’ovvio, ovvero che chiaramente gli asset dei Pokémon e la IP del franchise sono a uso esclusivo di The Pokémon Company e di loro eventuali partner ufficiali.
E però si fa esplicito riferimento a un gioco “in uscita a gennaio 2024“, che fuor di dubbio dovrebbe essere Palworld. In conclusione, poi, nel comunicato si esprime esplicitamente la volontà di “indagare e adottare misure appropriate“. Resta da vedere cosa accadrà nelle settimane ed eventualmente nei mesi a venire.
Palworld: le dichiarazioni del CEO
Da un lato, il CEO di Pocket Pair, il già citato Takuro Mizobe, si pone giustamente sulla difensiva, per due motivi. Il primo di questi è il porsi a difesa del suo team, che ovviamente (purtroppo) è arrivato a subire addirittura minacce di morte, che chiaramente troviamo incommentabili e uno dei tanti turpi metodi che ha ormai assunto la comunicazione online.
Dall’altra parte, Takuro Mizobe ha voluto rendere chiaro che “creiamo i nostri giochi in maniera estremamente seria, e non abbiamo assolutamente l’intenzione di violare la proprietà intellettuale di altre compagnie“.
E tuttavia, nella mente di molto pubblico, rimangono alcune dichiarazioni del CEO del 2022 che, tornate alla ribalta in queste settimane, hanno sollevato non pochi dubbi.
“Quando si tratta di creare giochi, Nintendo ha una filosofia molto forte riguardo il creare giochi unici e di grande qualità […]. D’altra parte, io ho il desiderio profondo, per i miei lavori, che vengano fruiti da più persone possibile e per raggiungere questo scopo, se ci sono già delle buone idee nel mondo, non ho problemi a riprenderle, senza particolare attenzione all’originalità […]”.
Il “prossimo caso”: Never Grave
Intanto, mentre ancora stiamo dibattendo di Palworld, se sia oppure no il “Pokémon con le pistole“, già si delinea all’orizzonte il prossimo potenziale “caso” legato a Pocket Pair e alla sua produzione videoludica.
Parliamo di Never Grave, in uscita a breve, nel corso del 2024.
Ma perché ne parliamo? Perché a qualcuno potrebbe bastare un singolo sguardo a un singolo screenshot, per riportare alla mente un altro gioco.
Ci riferiamo, abbastanza chiaramente, a Hollow Knight, l’acclamato titolo di Team Cherry di cui si attende con ansia il nuovo capitolo, Silksong.
Ovviamente non siamo qua a dare giudizi, oltre al fatto che, stando a quel che sappiamo di Never Grave, molte dinamiche ed elementi dovrebbero discostarsi parecchio da Hollow Knight.
Nonostante ciò, a partire dal medesimo genere di riferimento, l’essere cioè un Metroidvania, fino al design dei fondali e degli spazi, l’azione e molteplici dinamiche di combattimento, per arrivare allo stile di vari nemici presenti in screenshot e video, tutto questo contribuisce non poco all’idea che possiamo attenderci nuove discussioni in merito al lavoro di Pocket Pair.
Intelligenza Artificiale e Palworld: è una possibilità?
L’intelligenza artificiale, di qualunque tipo essa sia, purtroppo o per fortuna sta diventando una realtà sempre più concreta anche nel mondo del gaming, anche nella produzione e nello sviluppo di nuovi titoli.
Pensiamo all’impegno che alcune aziende, come Square Enix, vogliono mettere in queste tecnologie, ma pensiamo anche a chi ha già sfruttato (seppur magari in maniera minima) le IA, come nel caso di High on Life.
Rimane poi tutta la pletora di possibilità future, anche legate a strumenti come il tanto chiacchierato ChatGPT.
Ecco, anche nel caso di Palworld, c’è stata tutta una serie di accuse, montate per la maggior parte dal pubblico e in ambito social, secondo le quali Pocket Pair avrebbe utilizzato l’intelligenza artificiale nella realizzazione del loro ultimo gioco.
Le “prove” a sostegno della tesi
Abbiamo deciso di titolare questa sezione sulle prove con delle virgolette perché, è bene dirlo chiaramente, non ci sono prove nette, ma neanche veri e propri sospetti, sul fatto che Pocket Pair abbia fatto uso di IA nel creare Palworld.
Ciò che abbiamo sono dubbi legati ad altre produzioni e a diverse dichiarazioni del CEO. E, ovvio, questi elementi possono mettere in cattiva luce (a seconda della sensibilità di ciascuno riguardo l’argomento IA) l’azienda nipponica.
Ma altrettanto ovviamente tutto ciò non deve generare ondate di accuse, che di fatto sarebbero infondate.
Comunque, quali sarebbero questi dubbi?
Tra le produzioni precedenti di Pocket Pair abbiamo AI: Art Impostor, breve party game concentrato sul disegnare in base alle indicazioni date dal gioco. Ebbene, all’interno del gioco (che è una specie di Among Us con i disegni, per farla breve) è presente un’intelligenza artificiale che dà supporto al disegno.
Inoltre, nella descrizione su Steam del titolo, troviamo scritto a chiare lettere “[con l’IA] non hai bisogno di talento estetico per realizzare una buona opera d’arte“.
Secondariamente abbiamo una serie di Tweet del CEO di Pocket Pair, risalenti agli ultimi 2-3 anni, in cui affronta in maniere variegate, ma sempre possibiliste (quando non apertamente a favore) riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale.
Li trovate negli screenshot di seguito.
I will admit I did caught up in my emtions about Palworld potentially using AI. However, the fact that Pocket Pair’s CEO is heavily pushing AI himself makes me not want to fuck with that game pic.twitter.com/N75kCWCgkB
— Springtick380 (16-27) (@Springtick380) January 21, 2024
Nei post di Takuro Mizobe troviamo frasi abbastanza nette come “Se la si passa attraverso il filtro dell’IA, un’immagine non è più un’unica e specifica cosa, quindi forse i problemi di copyright potrebbero essere risolti?”
“Sono rimasto sorpreso nel vedere che il mondo sta davvero andando in questa direzione. Da qui a 30 anni, la percezione del pubblico generalista riguardo il copyright potrebbe cambiare radicalmente“.
Oltre a questo, abbiamo anche un altro Tweet in cui ha mostrato entusiasmo all’idea di giochi realizzati con il sostegno dell’ultima versione di ChatGPT.
Inoltre, non è mancato, come potete vedere qua sopra, anche un post in cui ha messo a confronto immagini di Pokémon veri e altri realizzati da una IA, facendo notare quanto sia praticamente impossibile riconoscere quali siano per davvero Pokémon e quali no.
Tutti questi elementi hanno finito per essere, in queste settimane, un’ulteriore arma nelle mani dei detrattori di Palworld, che lo si faccia per avversione alle IA o per sostenere la tesi del plagio, o per semplice campanilismo da social media.
Ciò che è certo è che rimarremo con occhi e orecchie ben aperti per riportarvi ulteriori informazioni su questo fenomeno così controverso.