Harold Halibut: Provato della Demo – Un’avventura narrativa da tenere d’occhio

Harold Halibut provato demo steam next fest 2024
Informazioni sul gioco

Durante lo Steam Next Fest 2024, abbiamo deciso di provare un po’ di giochi e tra questi ci ha subito attirato Harold Halibut.

Dopo circa tre ore passate con l’opera prima dello studio Slow Bros., abbiamo raccolto pareri e aspettative sulla promettente avventura narrativa che prende il nome dal suo protagonista. Immergiamoci, è proprio il caso di dirlo, in Harold Halibut.

Dalla Terra allo spazio, dallo spazio all’acqua

In Harold Halibut ci troveremo alle prese con un’avventura narrativa ambientata su un mondo alieno, nei panni del tuttofare assistente dell’importante scienziata Jeanne Mareaux. A seguito di una guerra fredda e di condizioni divenute inospitali, buona parte della razza umana è partita con l’astronave FEDORA I alla ricerca di un nuovo pianeta dove vivere. Il mezzo è però precipitato su un pianeta acquatico inadatto alla vita, e quindi tutti si son dovuti abituare a vivere in questa sorta di città sommersa.

Muovendo i primi passi nella demo abbiamo potuto svolgere compiti basilari, utili perlopiù a prendere dimestichezza con i comandi e per ambientarci nell’astronave. Questa è divisa in zone raggiungibili con un sistema di tubature che ricordano più uno sciacquone che altro.

Harold Halibut anteprima storia trama

Personaggi ben caratterizzati

Harold è un tipo svogliato, un po’ tontolone, ma di buon cuore. Nonostante il setting sci-fi e la proiezione nel futuro, è facile immedesimarsi in lui fin dall’inizio, quando lo troviamo alle prese con noiose questioni burocratiche, per poi passare a lavori manuali poco stimolanti ma utili alla comunità. Procedendo nella demo abbiamo potuto saggiare la bontà della scrittura, sia nella stesura della trama che nei dialoghi credibili e conditi da qualche battuta, mai forzata.

I personaggi secondari sono tutti ben caratterizzati e capaci di fornire informazioni aggiuntive sulla Fedora e i suoi abitanti. Con mia piacevole sorpresa, seguendo un personaggio nella sua zona dopo un evento importante, ho potuto scoprire di più su di lui in un dialogo slegato dalle quest e non disponibile precedentemente.

In Harold Halibut ogni abitante ha un negozio o qualcosa di importante di cui occuparsi, per quanto sulla nave quasi tutto sia gestito da una grande azienda che sembra nascondere degli scheletri nell’armadio. Dai trailer possiamo evincere che nel gioco completo potremo esplorare il pianeta che ci ospita, abitato da una razza di alieni-pesce antropomorfi, e che il rapporto di Halibut con essi sarà il punto focale della narrazione.

Harold Halibut: un gioco “fatto a mano”

La caratteristica distintiva di questa produzione è senz’altro l’aspetto visivo. Ogni singolo personaggio, fondale, arredo, oggetto a schermo è realizzato a mano con legno, metallo, plastica.

L’intento degli sviluppatori (o forse è meglio chiamarli “artigiani”) del gioco è quello di fondere l’animazione in stop-motion al videogioco. Questo avviene mediante fotogrammetria, ovvero la scansione di centinaia di immagini per ogni oggetto realizzato, che viene poi animato in-game.

Il concept di gioco risale al 2012, lanciato poi nel 2017 con Kickstarter. Il progetto è sicuramente ambizioso, ma è apprezzabile che Slow Bros. si stia prendendo tutto il tempo necessario per completare la propria opera, in uscita nel 2024.

Oltre a un budget ridotto (il Kickstarter raccolse appena un terzo della cifra richiesta), lo studio ha dovuto affrontare non poche sfide a livello tecnico per realizzare la propria visione, ma il risultato è efficace e un qualcosa di mai visto prima.

Un plauso va anche al doppiaggio, esclusivamente in Inglese, di ottimo livello sia per i protagonisti che per i comprimari.

Conclusioni sulla Demo di Harold Halibut

Harold Halibut è senz’altro un progetto ambizioso, che non lascia indifferenti. A fronte di un’estetica unica e ricercata, troviamo anche una trama già ben delineata fin dall’inizio, che potrebbe portare a risvolti davvero interessanti.

Il gameplay minimale funge da corollario alla storia, ma ci aspettiamo di poter trovare altri enigmi nel gioco completo, possibilmente anche più stimolanti di quanto sperimentato con la demo. Da quanto visto nei comandi sarà possibile guidare anche un veicolo, presumibilmente al di fuori della Fedora I, esperienza che se ben realizzata potrebbe variare l’azione di gioco.

Da segnalare, purtroppo, l’assenza totale dell’Italiano. Questo potrebbe scoraggiare molti giocatori dal provare un titolo in cui la narrativa è così centrale; per questo motivo ci auguriamo un’aggiunta, anche tardiva, dei sottotitoli nella nostra lingua madre.

Al di là di questa mancanza nostrana, se Harold Halibut dovesse riuscire a mantenere un buon ritmo e quell’ottimo livello di dialoghi mostrato in demo, potremo trovarci davanti a un titolo di quelli che lasciano il segno. Noi di Videogiochitalia lo terremo d’occhio!

Harold Halibut il provato della demo

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