Skull and Bones, il nuovo videogioco a tema pirati di Ubisoft (con Ubisoft Singapore allo sviluppo), è pronto a sbarcare su PC e console fra pochi giorni, con il day one fissato al 16 febbraio (con qualche giorno di anticipo per chi ha effettuato il pre-order).
Vi abbiamo già parlato ampiamente del titolo, ambientato nel XVII secolo ai tempi dell’Età d’Oro della pirateria e con l’Oceano Indiano come setting principale. E si tratta di un titolo che, al di là dei tantissimi rinvii, ha fatto recentemente parlare di sé anche per alcune critiche legate al prezzo.
Ciò che però abbiamo deciso di fare è stato provare con mano Skull and Bones (o Skull & Bones che dir si voglia). Questo grazie alla open beta messa a disposizione da Ubisoft fra 8 e 11 febbraio.
Ecco le nostre impressioni a caldo sul videogame.
Indice
I grandi del passato: gli esempi che hanno portato a Skull and Bones
Se pensiamo a videogiochi mainstream legati alla pirateria, prima di Skull and Bones, ci vengono in mente sicuramente due titoli in particolare: Sea of Thieves e Assassin’s Creed IV: Black Flag.
Ed è proprio a quest’ultimo che è ritornata la nostra mente non appena abbiamo avviato Skull & Bones. E questo pare in gran parte ovvio, essendoci lo stesso publisher e addirittura essendo nato originariamente come potenziale DLC multigiocatore proprio di Black Flag.
Ma, più in generale, è stato il mood stesso del titolo, con la narrazione tipica del mondo dei pirati e la loro narrazione epica sulla libertà e su onore e tradimento, ad averci riportato piacevolmente al vecchio capitolo della serie di Assassin’s Creed.
La storia di Skull and Bones: un avvio decisamente classico
Ciò che dà l’input iniziale agli eventi di Skull and Bones purtroppo non lo abbiamo trovato così entusiasmante.
Si tratta del classico espediente del personaggio che si trova già in ascesa, se non all’apice del successo, con il comando della propria nave e quant’altro, quando tutto va in malora.
Un attacco delle navi della marina inglese, un affondamento, un naufragio.
E il nostro doppio online rimane in solitudine e in abbandono.
Da qui dobbiamo ricominciare da zero, rialzarci dal basso, dalla feccia più insignificante di Sainte-Anne, il sicuro covo di pirati in cui provare a tornare agli antichi fasti.
John Scurlock: storie di pirati e pirateria
Da questo avvio apparentemente sottotono, o comunque con un forte retrogusto di già visto e sentito, facciamo la conoscenza di John Scurlock, autorità a Sainte-Anne e nostro principale committente nelle prime fasi del gioco.
Da qui però, con l’evidente volontà di Scurlock di sfruttarci e manipolarci per il proprio tornaconto personale, facendoci invischiare nei suoi molti traffici, abbiamo la possibilità di tornare a solcare i mari come un tempo: con una nostra nave, una nostra ciurma, una nostra reputazione.
Per fare questo, Scurlock e il resto degli abitanti di Sainte-Anne, così come le popolazioni nei dintorni dell’isola, hanno tantissime opportunità di lavoro e di missioni che potrebbero fare al caso nostro.
Tuttavia, a quanto sia stata riempita di missioni già questa open beta, in attesa della release di Skull and Bones, abbiamo dedicato un paragrafo a parte.
Un’open beta ricchissima per questi pirati
Nonostante siamo al lancio, anzi addirittura prima, di un gioco che vuole fare del susseguirsi delle stagioni uno dei suoi punti di forza, la mole di contenuti a nostra disposizione nel corso della beta è stata vastissima.
Se infatti sono previste molteplici stagioni per l’intero primo anno post-lancio, a partire proprio dal day one del 16 febbraio, ci ha stupito la profondità di quel che abbiamo trovato. Il che, in realtà, riflettendoci più con calma, ha perfettamente senso, trattandosi comunque di un titolo di un certo calibro a livello di investimenti e con un costo non indifferente, essendo proposto, come riportato, a prezzo pieno.
Ma quali sono questi elementi, questi contenuti su cui possiamo già mettere le mani?
La personalizzazione: il nostro capitano e la nostra nave
Fin dall’avvio, ovviamente possiamo personalizzare il nostro avatar, sia per quel che riguarda il genere, sia ulteriori dettagli (capelli, barba, cicatrici, ecc.). Peccato che il livello di questa personalizzazione non sia minimamente paragonabile ad altri prodotti di questo tipo. Skull & Bones ci offre infatti un sistema molto basilare, e già dopo pochi minuti avevamo già incontrato una sosia della capitana che avevamo creato.
Discorso diverso è quello che riguarda il vestiario, gli abiti e gli accessori con cui possiamo modificare lo stile del nostro signore del vascello. In questo caso le opzioni sono davvero tante, a cui si aggiunge anche la possibilità di avere un animale da compagnia.
Identiche cose possiamo dire per la personalizzazione del vascello.
Tralasciando infatti che, fin dalla beta, possiamo andare (se siamo abbastanza skillati e rapidi nell’accumulare ricchezze e salire di livello) ben oltre la prima bagnarola con cui tentenniamo anche fra le acque più basse, abbiamo ben oltre il semplice ottenere una nuova nave.
Infatti il nostro vascello possiamo adornarlo a nostro piacimento. Possiamo modificare i colori e i pattern della nave e delle sue vele, così come abbellirla della tipica bandiera piratesca, disponibile in tante varianti, oltre a poter scegliere fra varie polene.
Tuttavia, al di là di tutta la componente decorativa della nave, abbiamo anche le modifiche tecniche.
Il vascello in Skull & Bones
Le modifiche a cui accennavamo giusto ora, riguardano tutto quel che è la potenza di attacco e di difesa.
Anche in questo pare proprio che Ubisoft abbia fatto le cose in grande, e diremmo fortunatamente, con il molto tempo che hanno avuto a disposizione per lavorare al progetto.
Per cui troviamo diversi attrezzi offensivi e armi, che possiamo sfruttare in battaglia.
Si va dai semplici cannoni con le semplici palle da cannone, a strumenti seriamente più particolari e ricercati, come razzi e bombarde.
Oltre alle armi, abbiamo poi la serie di rinforzi e corazze da applicare alla nostra imbarcazione, così da renderla più resistente in generale o contro specifici attacchi, come lo speronamento.
In aggiunta, abbiamo anche ulteriori bonus passivi che ci vengono donati da oggetti che possiamo avere a bordo.
Negozianti e commercio
Tutte queste aggiunte e personalizzazioni sono possibili grazie principalmente al commercio e a negozianti e artigiani sparsi un po’ ovunque, fra Sainte-Anne e i vari avamposti in giro per la mappa di gioco.
A Sainte-Anne abbiamo per esempio il fabbro e il carpentiere, così come falegnameria e sartoria, e molto altro ancora, l’ideale per rendere la nostra avventura in Skull and Bones la più personale possibile.
Ma tanti oggetti, cosmetici e non, come per esempio le materie prime sfruttabili dagli artigiani, spesso li riceviamo come ricompensa di missioni e quant’altro.
Le missioni e gli eventi di Skull and Bones
La ricchezza di queste prime fasi di Skul and Bones si è mostrata anche dalla mole di missioni, eventi e possibilità che ci ha sommerso a un certo punto, dopo poco che avevamo preso confidenza con il gioco.
Abbiamo chiaramente gli incarichi principali legati alla trama di John Scurlock, ma non soltanto.
Ci sono tantissimi incarichi secondari, legati magari all’assalto di specifiche navi o alla ricerca di tesori perduti, in perfetto stile piratesco.
A questi si aggiungono poi le taglie di pericolosi nemici, la cui uccisione ci consegnerebbe però bottini niente male, ed eventi temporanei.
Inoltre, in tutto questo intrico di eventi e missioni, si nasconde anche un sistema di fazioni, come le popolazioni isolane che provano a non rimanere schiacciate fra pirati e marina, e appunto anche le navi della marina con cui inevitabilmente torneremo ad avere a che fare dopo l’esplosivo inizio di gioco.
Skull and Bones: il sistema di infamia
Missioni e quant’altro che abbiamo appena elencato non servono unicamente per collezionare risorse, ricchezze e oggetti di valore, ma anche per aumentare il nostro grado di infamia.
L’infamia, in Skull and Bones, è il corrispettivo della crescita in livelli a cui siamo solitamente abituati. A seconda infatti della difficoltà degli incarichi di cui ci sobbarchiamo, in base a quanto rischiamo la vita attaccando questa o quella nave, a seconda di alcuni pericoli con cui ci cimentiamo (come la caccia agli squali o altri grossi predatori), accumuliamo infamia.
Maggior infamia significa nuovi incarichi e nuovi oggetti (cosmetici o di miglioria) che possiamo sbloccare avanzando di grado. Fra l’altro, all’interno dell’open beta di Skull & Bones possiamo raggiungere il Grado 6 e la totalità dei progressi rimarrà all’interno del gioco finale.
Le battaglie navali e la navigazione di Skull and Bones
Chiaramente le battaglie navali sono il fulcro del gameplay di Skull & Bones, e c’è da dire che in larghissima parte ci hanno soddisfatto.
La mobilità della nave, il sistema di mira e di abbordaggio sono assai di facile comprensione e accessibilità, così da consentirci di prendere subito dimestichezza con movimenti, attacchi e fughe, senza troppe pressioni e iniziando subito a divertirci.
Allo stesso modo, anche la leggibilità dell’HUD è senza problemi, problemi che però abbiamo riscontrato in un altro elemento specifico del sistema di gioco.
Facciamo riferimento ad alcuni specifici comandi (come il far mangiare la ciurma per riacquistare vigore o altre azioni molto situazionali), che in qualche caso richiedono l’apertura di un menu circolare. Quest’ultimo, se ci troviamo nel bel mezzo di una battaglia o in un momento concitato, può risultare assai scomodo.
Skull & Bones: il comparto tecnico
Da un punto di vista meramente tecnico e visivo, Skull and Bones non ci ha assolutamente deluso.
Per quanto non abbiamo ritrovato chissà quale stile nel design, anzi, il gioco di Ubisoft Singapore ha saputo comunque reggere il confronto con tantissimi titoli di ultima generazione, per quanto riguarda la resa grafica.
In particolare, abbiamo notato con piacere che non abbiamo avuto quasi nessun problema a livello di prestazioni. Questo nonostante l’hardware (abbiamo effettuato la nostra prova su Xbox Series S, quindi certamente non il dispositivo più performante del mercato) e questo a prescindere dalla modalità grafica selezionata.
Infatti, come orma prassi con tantissimi prodotti videoludici, anche Skull and Bones ci consente di dare la priorità alla qualità grafica (a scapito degli FPS) oppure alle prestazioni (con un calo della resa visiva).
Ecco, a prescindere, possiamo in qualunque caso ritenerci pienamente soddisfatti. Giusto ogni tanto abbiamo notato qualche calo del framerate un po’ più vistoso o qualche texture ballerina, ma comunque niente per cui strapparci i capelli.
Il multigiocatore di Skull and Bones
Altro elemento su cui vuole puntare Ubisoft con questa sua ultima creatura è il comparto multigiocatore.
In Skull & Bones questo si mostra in due modi: con eventi PVE, che possiamo affrontare in compagnia di altri 2 capitani (eventi che possono attivarsi anche nel caso in cui un capitano abbia bisogno di supporto contro la marina e quindi mandi una richiesta di soccorso agli utenti nei paraggi), oppure con scontri all’ultimo sangue con altri giocatori.
Ciò che è certo è che, nella nostra prova con l’open beta, non abbiamo riscontrato problemi di lag o di instabilità, nonostante avessimo attivato il cross-play fra tutte le piattaforme.
Due parole finali
Abbiamo avviato l’open beta di Skull and Bones, dobbiamo ammetterlo, abbastanza tiepidamente, principalmente perché tutti questi anni di divario fra il primo annuncio e l’effettiva release ci hanno messo addosso una certa paura del prodotto finale. In fin dei conti, negli ultimi anni abbiamo avuto vari esempi di questo tipo, come il Saints Row di qualche tempo fa.
E però, alla fine dei conti, ci è piaciuto.
Abbiamo provato un gioco che non sarà perfetto, ok, è probabile, ma tutto sommato ha la sua solidità e la sua ragione d’esistere, assolutamente.
Rimane da vedere come andrà al day one, quali contenuti oltre a quelli iniziali avrà e quanto reggerà con il passare dei mesi.